Mercoledì, 29 Maggio 2013 00:00

Intervista a Lofti Ftaiti, Portavoce del Fronte Popolare tunisino in Italia

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1) Innanzitutto potresti descriverci com'è nato il Fronte Popolare, da chi è composto e come è riuscito a riunire la sinistra tunisina?

Per rispondere alla prima parte della domanda e cioè le cause e i fondamenti storici sociali che hanno portato alla nascità del Fronte Popolare in Tunisia bisogna porsi almeno, due domande fondamentali:

- il processo d’evoluzione di questi movimenti marxisti-leninisti negli ultimi 50 anni, (in rapporto con la lotta di classe e i mutamenti che li hanno riguardati dal punto di vista ideologico e intellettuale) e i tentativi di unità in più fasi storiche, degli anni 60, con il Movimento Perspective...

- il Fronte Popolare oggi, é un’allenza politico-elettorale o una rottura con il percorso del colpo di “stato” (per mano dei vecchi agenti e i nuovi mercenari) contro il processo rivoluzionario?

L’idea di unire la “sinistra” é stata quasi sempre al centro degli interessi di molti movimenti, e il primo tentativo ci fu all’inizio degli anni 60. In seguito alla mancanza di fiducia nella nuova classe dirigente del Partito Socialista Costituzionale (il Parti Socialiste Destourien), alla situazione economica, politica e sociale critica a livello nazionale, e alla nascità dei movimenti maoisti e trotskisti in Francia in particolare ed in Europa in generale, nonché la presa di distanza, dai partiti comunisti classici, considerandoli partiti revisionisti... nasce nel 1963 il “ Rassemblement pour le Travail Socialiste en Tunisie” , che é conosciuto sotto il nome di Perspectives (Orizzonte) in Francia, dagli studenti tunisini, che raccolse i nazionalisti, comunisti, maoisti, trotskisti...

Perspective concentrò la sua lotta verso la politica del nuovo regime Bourghibista e alla sua natura dittatoriale individuale, manifestata con la censura della libertà di stampa, associazionismo, ed al movimento sindacale: in breve tutti i diritti fondamentali su cui è nato il progetto della prima repubblica negli anni di lotta contro l’invasione francese. Unire le forze di sinistra, fu il suo primo obbiettivo. Perchè dunque, questa alleanza oggi, e quali obbiettivi centrali si pone? Oggi, siamo più che sicuri, che niente é cambiato, e niente si é risolto definitivamente in questo “Processus” rivoluzionario. Tutti gli eventi a partire del 17 dicembre 2010, mostrano che la rivoluzione é in continuo sviluppo ed evoluzione.

Il Fronte Popolare Tunisino nasce il 10 Luglio 2012, dopo una lunga discussione tra le varie componenti promotrici, dopo una lettura e analisi approfondita, della situazione sociale e politica del Paese e sopratutto dopo i tentativi infiniti di soffocare il processo di cambiamento reale - che fu all’origine del processo rivoluzionario - da parte dei nemici della rivoluzione.

Il primo comunicato stampa del Fronte include quattro punti:

1) Un richiamo generale a tutte le forze rivoluzionarie e a tutti i militanti che lottano per il raggiungimento degli obiettivi della rivoluzione a participare alla fondazione e alla costruzione del Fronte Popolare

2) L’elaborazione del progetto politico, il regolamento interno e gli obiettivi immediati da raggiungere.

3) L’organizzarsi a livello regionale, provinciale e territoriale, per unire le forze rivoluzionarie: posizione e azione unitarie.

4) L’organizzazione di un congresso nazionale per eleggere il comitato direttivo e la piattaforma politico sociale e economica.

Il Fronte Popolare riesce a fare dei passi giganti in questa direzione, diventando così una forza di lotta importante nella diaspora dei partiti che compongono il panorama politico, unendo all’interno forze e tendenze politiche diverse, dai marxisti-lenisiti ai maoisti, dai trotskisti ai nazionalisti di sinistra...

Era un processo difficile e complicato, ma riuscito, di fronte alle minacce pericolose per i diritti, lo stato civile, gli obiettivi della rivoluzione per la Libertà e la Dignità...

2) Tra le ragioni delle proteste di piazza che portano alla caduta di Ben Ali vi era la gravissima situazione economica (caratterizzata da bassi salari e carovita) in cui si trovava il tuo Paese, qual'è oggi lo stato dell'economia tunisina?

Peggiore. Le stesse scelte antipopolari che hanno portato alla caduta della testa del regime il 14 gennaio 2011... nessun cambio nella politica economica e sociale... più disoccupazione... in certe regioni - sopratutto quelle emarginate - il tasso di disoccupazione é arrivato a toccare la soglia del 70% delle forze lavorative (età media 18/35 anni), più indebitamento verso le banche mondiali e gli istituti finanziari, le multinazionali... Sul carovita, per capire meglio la situazione, cito un esempio: un chilo di carne d’agnello costava circa 3,5 Euro due anni fa, oggi costa circa 11,5 euro... Il pericolo per la sicurezza nazionale, a causa della presenza dei movimenti jihadisti (al Qaida e company) anche se in forme minori in rapporto alla Libia e All’algeria... La liberalizzazione e la vendita del patrimonio nazionale con conseguenze catastrofiche per l’occupazione.

3) Le prime elezioni dopo la caduta di Ben Ali hanno visto affermarsi gli islamisti di Ennadha, quali sono a tuo giudizio le motivazioni che hanno portato al successo le formazioni islamiste in Tunisia ed in altri Paesi arabi?

Ci furono due motivi fondamentali: l’assenza di guida rivoluzionaria, in avanguardia che abbia avuto i mezzi per strappare il potere, e questo é dovuto ai lunghi anni di lotta politica in clandestinità a causa dell’oppressione; gli investimenti ingenti da parte delle forze antirivoluzionarie, dal Qatar fino agli Stati Uniti, hanno presentato questa forza politica come l’unica forza di salvezza per la parola di Dio...

4) Sono passati tre mesi dall'omicidio del vostro dirigente Chokri Belaïd, avvenimento che ha spinto la vostra organizzazione a ritirare i propri rappresentanti dall'assemblea costituente e che ha generato una crisi istituzionale con le dimissioni del Presidente del Consiglio Jebali. Per il Fronte Popolare chi sono i mandati di questo omicidio e con quale strategia alle spalle?

Non si puo isolare l’uccisione del compagno Chokri dallo stato del conflitto sociale e politico tra due progetti totalmente diversi tra loro. Il loro é il proseguire le stesse politiche che hanno portato alla rivoluzione del 17 dicembre, il nostro progetto é per il taglio definitivo con le scelte antipopolari e antidemocratiche.

Il pricipale responsabile dell’uccisione di Chokri é il movimento Ennahda, una responsabilità oggettiva e soggettiva, che coinvolge in parte anche forze estere (almeno due Stati e più di un apparato dei servizi segreti...), e l’obiettivo che sta dietro l’eliminazione é quello di tagliare la strada - secondo il loro modo incapace di leggere la situazione del conflitto sociale e politico - al processo rivoluzionario, facendo tacere l’ala più coraggiosa in una strategia per creare panico e paura, come è successo con la rivoluzione sudanese e iraniana.

Ultima modifica il Martedì, 28 Maggio 2013 23:22
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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