Mercoledì, 04 Settembre 2013 00:00

Moises Rocha: comunisti peruviani per un governo dei lavoratori

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La vittoria di Ollanta Humala nel 2011 aveva generato numerose aspettative nei peruviani ed all'estero, nonostante sin da subito l'ex militare avesse chiarito di guardare più al Brasile che al Venezuela, il fatto che in uno dei Paesi più a destra nel continente latinoamericano si fosse eletto presidente un nazionalista di sinistra rappresentava sicuramente un avvenimento di primaria importanza nel processo di integrazione dell'America del Sud. Il nuovo corso intrapreso però da Humala - il suo scivolamento verso posizioni più moderate - sembra sconfessare, almeno parzialmente, quelle aspettative. Per avere un quadro più chiaro abbiamo intervistato Moises Rocha, Responsabile Relazioni Internazionali del Partito Comunista Peruviano (Unidad).

 

1) La proposta di riforma del sistema contrattuale nel settore pubblico (Ley de Servicio Civil) ha provocato massicce proteste nel Paese, Quali sono gli aspetti che il PCP considera maggiormente negativi per i lavoratori?

Come comunisti lottiamo contro la privatizzazione dello Stato e per porre lo stesso al servizio dei cittadini che sono stati storicamente esclusi. Tutti i cambiamenti debbono realizzarsi con i membri delle istituzioni. La Ley de Servicio Civil è stata imposta dal governo neoliberale in maniera frettolosa e danneggiando diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione Politica dello Stato e dagli accordi internazionali. La Costituzione Politica del Perù riconosce il diritto alla libertà sindacale, la negoziazione collettiva e lo sciopero tutelandone l'esercizio democratico. Tramite la Ley de Servicio Civil si impedisce la sindacalizzazione, la negoziazione collettiva ed il diritto di sciopero, si riconoscono solamente le associazioni dei lavoratori che possono richiedere miglioramenti nelle condizioni lavorative, vale a dire che i lavoratori del settore statale non possono richiedere miglioramenti salariali. Si disconoscono gli accordi ed i patti sottoscritti dal Perù con l'Organizzazione Internazionale del Lavoro in materia di promozione del lavoro degno, dell'occupazione, della protezione sociale e del dialogo sociale. La Ley de Servicio Civil non protegge la stabilità lavorativa, dato che nell'articolo 49 afferma che non esiste la stabilità assoluta, imponendo al lavoratore una “valutazione annuale delle prestazioni”, sottoponendolo ad una permanente instabilità e non garantendo alcun futuro.

2) Il PCP è uscito dalla coalizione Gana Perù ed ha costituito un'altra aggregazione: il Frente Amplio. E' rottura definitiva con Ollanta Humala?

Come comunisti stabilimmo un accordo politico con il Partito Nazionalista mediante il “Programa de la Gran Transformación” che aveva come presupposti fondamentali: una nuova Costituzione, economia nazionale di mercato con redistribuzione delle ricchezze, imprese strategiche, sovranità alimentare ed energetica, decentramento, riforma tributaria, istruzione, sanità pubblica e di qualità, lotta contro la corruzione e integrazione latinoamericana promuovendo UNASUR e CELAC tra le altre. Per questa proposta ha votato la maggioranza dei peruviani al primo turno, non raggiungendo i voti sufficienti per la Presidenza della Repubblica, in accordo con la legge elettorale si tenne il secondo turno durante il quale è stato necessario dialogare con altre forze politiche tramite un programma chiamato “Hoja de Ruta” (tabella di marcia letteralmente n.d.r.), il quale conteneva essenzialmente le riforme per le quali Humala era stato votato dalla sinistra e dai settori popolari e patriottici.

Questi accordi sono stati disattesi da Ollanta Humala, il quale è capitolato alla destra corrotta e oggi governa voltando le spalle al popolo. Le proteste, gli scioperi, l'avvio di ribellioni popolari e la frustrazione di milioni di peruviani che avevano scelto il cambiamento in Perù noi cerchiamo di trasformarli in organizzazione ed in coscienza politica: per questo abbiamo creato il Frente Amplio de Izquierda, sulla base dei comuni obiettivi di cambiamento che sono stati disattesi dai governi neoliberali.

Noi concepiamo la lotta politica unita ad azioni di massa, per questo appoggiamo lo sciopero nazionale del prossimo 26 settembre la cui piattaforma è riassumibile in: accoglimento delle richieste in ambito lavorativo di quanti lavorano e del popolo, sicurezza dei cittadini, sovranità e difesa delle risorse naturali, lotta contro la corruzione e dimissioni del ministro dell'Economia Luis Castilla.

3) In tema di cooperazione economica internazionale il governo guidato da Humala sembra più incline all'integrazione nel contesto del Trattato di Libero Commercio Trans-Pacifico invece che all'interno dell'ALBA e degli altri organismi regionali dell'America del Sud. Quali credi che saranno le conseguenze di questa tendenza per il Perù?

Il presidente Ollanta Humala ha tradito l'unità e l'integrazione tra i popoli dell'America del Sud, i quali sviluppano politiche pubbliche nell'istruzione, sanità, sicurezza, difesa delle risorse naturali, ambiente, commercio e cooperazione tra i nostri popoli a beneficio della maggioranza. Adesso si è posto a fianco della strategia imperialista degli Stati Uniti di distruzione delle risorse naturali e per l'installazione di basi militari - con il pretesto della lotta al narcotraffico - contro i governi di sinistra, progressisti ed antimperialisti della regione.

4) Quali sono ad oggi i principali problemi che si era pensato il governo di “Gana Perù” avrebbe potuto risolvere e che, invece, rimangono sul tavolo?

Quando appoggiammo Ollanta Humala aspiravamo ad avere un governo democratico, popolare e patriottico che avrebbe difeso i diritti dei lavoratori e le richieste in ambito sociale violate dalla dittatura fujimorista e dai governi neoliberali di Alejandro Toledo e Alan Garcia: nuova Legge Generale del Lavoro, aumento dei salari, rafforzamento delle imprese pubbliche strategiche, riduzione del prezzo del gas, industrializzazione a valore aggiunto e diversificazione produttiva, sovranità alimentare, appoggio ad agricoltori, allevatori e piccole e piccolissime imprese. Tutte queste questioni permangono irrisolte.

Immagine tratta da: www.es.electionsmeter.com

Ultima modifica il Martedì, 03 Settembre 2013 18:44
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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