Nel proprio intervento l'esponente comunista ha sottolineato come nel solo Iraq sono stati 128 i caduti (di 20 differenti nazioni) tra il personale impiegato in attività logistiche. Durante la propria relazione il Premier ha riferito alla Camera dei Rappresentanti che tra i futuri compiti delle Forze di Autodifesa fuori dai confini nazionali rientreranno anche operazioni antimine nello stretto di Hormuz, sottile via d'acqua tra il Golfo Persico e l'Oceano Indiano soggetto a forti rivendicazioni territoriali da parte dell'Iran e foriero negl'anni scorsi di tensioni tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti.
Il leader dei conservatori ha chiaramente espresso che - dato il ruolo strategico dello Stretto nelle importazioni petrolifere del Giappone – interventi diretti anche contro nazioni alleate causerebbero un danno che metterebbe a rischio la sicurezza nazionale nipponica.
In ambito lavorativo alcune buone notizie giungono dai tribunali: il 10 luglio la Corte Distrettuale di Hiroshima ha riconosciuto il trasferimento di un lavoratore (e sindacalista) del Gruppo Poste del Giappone come comportamento lavorativo ingiusto condannando l'azienda a corrispondere un risarcimento. Sempre nel Gruppo Poste del Giappone la settimana precedente un gruppo di lavoratori precari ha fatto causa all'azienda lamentando una disparità ingiustificata tra i lavoratori precari ed a tempo parziale rispetto a quelli impiegati a tempo pieno.
Dalla città di Saku (Prefettura di Nagano) giunge invece una storia di lotte sindacali tuttora in corso. Un gruppo di lavoratori della Shinano company, storica tipografia industriale della città, sta contrastando il tentativo dell'azienda di trasferire la produzione ad un altro stabilimento a seguito della costituzione nell'impresa del sindacato: qualcosa di già sentito anche nella vecchia - e una volta molto più “rigida” - Europa.
(con informazioni di Japan Press Weekly 9 – 15 luglio 2014)