In tema di diritti civili lo scorso 22 luglio i parlamentari comunisti hanno chiesto al governo la piena attuazione della Convenzione ONU sull'Eliminazione di Tutte le Discriminazioni contro le Donne (CEDAW la sua sigla in inglese).
La Commissione ONU che si occupa del tema ha richiesto che entro fine luglio il governo nipponico consegni una relazione in merito alle discriminazioni sessuali. La deputata Chizuko Takahashi ha sottolineato come – nonostante siano trascorsi trent'anni dalla ratifica della Convenzione da parte del Giappone – la nazione asiatica occupa il centocinquesimo posto nella classifica stilata dal Forum Economico Mondiale.
In merito alla riforma del codice civile (altro aspetto sul quale la Commissione ONU ha richiesto una relazione) la parlamentare comunista ha evidenziato come soltanto lo scorso anno siano state eliminate le discriminazioni tra figli legittimi ed illegittimi in tema di eredità.
In ambito welfare desta preoccupazione la mossa del governo nazionale di richiedere tagli alle spese sanitarie a tutte le prefetture imponendo la definizione per le stesse di un tetto di spesa. Il governo dovrebbe presentare un disegno di legge il prossimo anno, dopo che il tema sarà discusso dal Consiglio di Sicurezza Sociale. Pur avendo tutte le prefetture propri piani di riduzione dei costi sanitari fino ad ora non erano mai state soggette a raggiungere precisi obiettivi numerici. Per l'Associazione Medici Giapponesi il piano di tagli “impedirà l'offerta di trattamenti adeguati”.
In materia salariale un appello per l'aumento dei salari minimi è giunto, lo scorso 22 luglio, da un gruppo di attivisti contro la povertà, tra essi numerosi docenti universitari e l'avvocato Kenji Utsunomiya. “Al livello attuale dei salari minimi, un lavoratore a tempo pieno può guadagnare soltanto un milione o un milione e trecentomila yen. L'aumento dei salari minimi è essenziale al fine di sradicare la povertà” ha dichiarato l'ex presidente della Federazione delle Associazioni Forensi.
A far discutere anche la crescita, segnalata dal periodico comunista Akahata, del divario salariale esistente tra manager e lavoratori. Secondo la ricerca condotta dal giornale del PCG nelle venti aziende più generose con i propri vertici vi sono gap salariali compresi tra 1 a 50 (in undici aziende) ed uno a 100 (in quattro aziende).
Il più pagato è Carlos Ghosn di Nissan Motor: per lui 995 milioni di yen, oltre 129 volte la media salariale dei propri dipendenti. Secondo in questa speciale classifica è Frank Morich della Takeda Pharmaceutical con 990 milioni di yen (cioè circa 104 volte la media nella propria azienda) seguito da Kazuo Okada della Universal Entertainment con 810 milioni (124 volte il divario tra il suo stipendio e quello medio).
(con informazioni di Japan Press Weekly 23 – 29 lug. 2014)
vignetta di Li Feng per China Daily