In ambito nucleare non è soltanto la centrale di Satsumasendai a far discutere. La J-Power lo scorso 16 dicembre ha depositato presso l'Agenzia Regolatrice per il Nucleare una richiesta di valutazione in merito alla sicurezza dell'impianto in costruzione di Oma (Prefettura di Aomori, estremo nord dell'isola di Honshu). Secondo i progetti della società la centrale (alimentata a MOX, una miscela di uranio e plutonio) dovrebbe essere operativa dal 2021.
I lavori di costruzione dell'impianto sono iniziati nel 2008, sospesi nel 2011 e ripartiti l'anno successivo. Pronta a dare battaglia la città di Hakodate, nell'isola di Hokkaido ma separata da uno stretto braccio di mare dalla Prefettura di Aomori.
Proteste sono state mosse dagli attivisti antinucleare anche contro il giudizio di conformità agli standard di sicurezza fornito dall'Agenzia Regolatrice per il Nucleare sui reattori 3 e 4 della centrale di Takahama (Prefettura di Fukui). Per Takeshi Sakagami, uno dei leader della protesta: “l'Agenzia e la compagnia elettrica hanno totalmente ignorato le lezioni apprese dalla catastrofe del 2011 di Fukushima”. Contrarietà alla riattivazione dell'impianto è stata espressa anche da Yasufumi Fujino, neoeletto deputato comunista nella circoscrizione proporzionale Hokuriku-Shinetsu.
(con informazioni di Japan Press Weekly 17 – 23 dic. 2014)