Contrario ai disegni di legge anche il parlamentare liberal-democratico Seiichiro Murakami, già ministro con Koizumi. “Mio padre (il deputato Shinjiro Murakami) è stato una delle persone che si sono impegnate duramente per istituire la Riserva Nazionale di Polizia nel 1952, predecessore delle attuali Forze di Autodifesa. Fino alla sua morte ha più volte detto che 'il bilancio della difesa dovrebbe essere il più ridotto possibile' e che 'le autorità debbono prendere tutte le possibili misure per proteggere la vita del personale delle FA'. Ciò che ha detto è il più importante principio che sostengo come politico. Per difendere la democrazia in Giappone continuerò a lavorare con i molti cittadini allarmati” ha affermato il deputato.
Per il ritiro dei disegni di legge anche Yohei Kono, ex Presidente della Camera dei Rappresentanti, nonché ex Presidente del PLD, noto per la sua dichiarazione del 1993 nella quale il governo (del quale faceva parte in qualità di Segretario Generale) riconosceva ufficialmente la vicenda storica della schiavitù sessuale durante il periodo coloniale.
Con il voto del 10 giugno in Camera alta è, intanto, diventa legge l'istituzione dell'Agenzia per gli Equipaggiamenti del Ministero della Difesa.
Sul fronte istruzione, una circolare dell'otto giugno, invita le università ad interrompere o ridurre i corsi delle discipline umanistiche, di scienze sociali e di scienze della formazione. Nella circolare si sottolinea come le università debbano essere competitive e generare “valore aggiunto” andando incontro alle esigenze delle aziende. Le università che non intenderanno seguire la direttiva saranno penalizzate economicamente.
In ambito di ricostruzione delle aree colpite dalla catastrofe naturale del 2011, lo scorso 12 giugno, una delegazione di cittadini, accompagnati dal deputato comunista Takahashi, ha chiesto che lo Stato si assuma per intero l'onere della ricostruzione senza che questa gravi, come è nelle intenzioni del governo, anche sugli enti locali.
Il 18 giugno, intanto, è stato reso noto, su richiesta di alcuni azionisti che hanno intentato una causa contro i dirigenti, un documento di TEPCO del 2008 che riconosceva il rischio di tsunami. “È indispensabile che si sviluppino misure contro tsunami di dimensioni maggiori di quelle fino ad ora previste” si legge nel documento. Per TEPCO quel documento, però, non obbligava a mettere in atto contromisure a causa di differenti opinioni tra gli esperti sulla possibile intensità di un terremoto.
(con informazioni di Japan Press Weekly 10 – 16 giu- 2015 e ajw.asahi.com)