Nel contempo, sono 116 le assemblee locali (di prefetture o municipi) che hanno adottato risoluzioni contrarie ai disegni di legge in discussione.
La politica militarista dei liberal-democratici genera anche sempre maggiore promiscuità tra il settore bellico privato e i dirigenti del Ministero della Difesa. Sessantaquattro ex dirigenti del dicastero e delle Forze di Autodifesa hanno trovato una nuova occupazione all’interno delle dieci maggiori aziende produttrici di materiale bellico del Sol Levante. I dati sono stati resi noti, lo scorso 2 giugno, in risposta ad una interrogazione del senatore comunista Satoshi Inoue.
Nel 2013 il Ministero della Difesa ha sottoscritto contratti con queste aziende per 729 miliardi di yen, il 62,5% sul totale dei contratti per beni e servizi sottoscritti dal ministero. Tra i fornitori la parte del leone è riservata a Mitsubishi Heavy Industries e Mitsubishi Electronic.
Nove di queste dieci aziende nel 2013 hanno effettuato donazioni ai liberal-democratici per 150 milioni di yen.
Per la prima volta, intanto, il venti giugno scorso, una intera unità delle forze di terra della Forze di Autodifesa ha partecipato alle esercitazioni militari per personale di attività di peacekeeping che si sono svolte in Mongolia (Khaan Quest). Le attività, annuali e realizzate da Stati Uniti e Mongolia, hanno, fino ad ora, visto la partecipazione, da parte giapponese, unicamente di istruttori. Tra le norme in discussione in Parlamento circa l’impiego delle Forze di Autodifesa una riguarda proprio i compiti delle FA nelle azioni di peacekeeping. Nel testo depositato dal governo a queste truppe vengono aggiunte due attività fino ad adesso escluse: pattugliamento e checkpoint.
Sul fronte lavoro manca soltanto una nuova lettura in Camera alta per l’approvazione definitiva della nuova legge sul lavoro temporaneo, dopo il voto, lo scorso 19 giugno, della Camera dei Rappresentanti. Hanno espresso voto contrario i comunisti, mentre democratici e social-democratici sono usciti dall’aula.
Cuore della nuova legge la possibilità di infiniti rinnovi (e non più per un massimo di tre anni) contrattuali.
(con informazioni di Japan Press Weekly 17 - 23 giu. 2015)