Domenica, 07 Febbraio 2016 00:00

Pillole dal Giappone #120 - Siglato il TPP

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Continua la tensione tra Corea del Nord e Giappone dopo l'annuncio da parte nordcoreana dell'intenzione di lanciare un satellite (od un missile a lunga gittata secondo il Sol Levante, gli Stati Uniti e la Corea del Sud).
Una stretta coordinazione internazionale per evitare il lancio è stata invocata dal premier Abe. Il ministro della Difesa Gen Nakatani ha confermato, durante la conferenza stampa del 2 febbraio, che il suo dipartimento e le Forze di Autodifesa stanno raccogliendo ed analizzando informazioni. Il giorno successivo, è stato emanato, un ordine di distruzione di eventuali missili balistici che dovessero entrare in territorio giapponese, mediante missili intercettori PAC-3.

Sempre in ambito militare, il governatore della Prefettura di Okinawa, Takeshi Onaga, ha depositato un nuovo ricorso, questa volta presso l'Alta Corte di Fukuoka, dopo che il Consiglio per la Gestione dei Contenziosi tra il governo nazionale e le amministrazioni locali aveva considerato nullo il ritiro delle autorizzazioni, da parte della Prefettura, per alcuni lavori preparatori (in quel caso una discarica), necessari alla realizzazione della nuova base.
Per il governo della Prefettura, la mancata approvazione da parte dell'ente locale di quei lavori, costituisce una violazione della Legge sulle Autonomie Locali.

Sul fronte lavoro, dopo che, lo scorso 22 gennaio, il premier Abe, nel proprio discorso in apertura della sessione della Dieta, si era espresso favorevolmente a politiche che riducano le differenze salariali tra lavoratori a tempo indeterminato e precari (rispettivamente 33.160.000 e 20.380.000 a dicembre 2015) le opposizioni hanno richiesto atti conseguenti.
“Dovrebbe proporre un disegno di legge. In caso contrario è solamente uno slogan” ha affermato il deputato democratico, ed ex ministro del Lavoro e della Salute con Hatoyama, Akira Nagatsuma.
Secondo l'esponente democratico i salari medi per i lavoratori a tempo indeterminato oscillano tra i 202.400 yen per la fascia dai 20 ai 24 anni fino a 398.700 yen per i lavoratori tra i 50 ed i 54 anni. Per i precari, sempre secondo i dati resi noti da Nagatsuma, per la fascia tra i 20 ed i 24 anni il salario medio è di 170.100 yen, mentre arrivano a 220.200 yen i lavoratori tra i 60 ed i 64 anni.
Abe ha affermato, in risposta all'ex ministro, che eventuali misure saranno prese dopo che si sarà espresso un apposito tavolo consultivo. Il premier ha comunque precisato meglio il suo pensiero edulcorando molto l'affermazione iniziale.
Per un deciso intervento legislativo anche il senatore comunista Koike, per il quale il principio “stesso lavoro, stessa paga” andrebbe chiaramente inserito nel testo unico sulle condizioni di lavoro.

Secondo dati dell'Istituto Giapponese per le Politiche del Lavoro e della Formazione, anche a gennaio è avvenuto un consistente calo, in termini reali, delle entrate medie delle famiglie (-2,9% rispetto allo stesso mese del 2015, per famiglie con due o più membri) ed un calo del 5% (rispetto allo stesso mese del 2015) dei consumi. In leggero calo (-0,2%) il tasso di disoccupazione (per una media annuale del 3,4%), ma anche la produzione industriale (-1,4%).
Proseguono intanto le contrattazioni annuali sui salari, che vedono il sindacato Zenroren in prima fila nelle azioni di rivendicazione. Circa 1.100 affiliati alla confederazione hanno manifestato a Tokyo, lo scorso 26 gennaio.
In merito alla proposta della confindustria di non aumentare i salari mensilmente, ma di accordare bonus a fine anno, legati all'andamento delle aziende, si è espresso contro il presidente di Rengo (la maggiore confederazione sindacale nipponica) Rikio Kozu, affermando che un aumento stabile dei salari incoraggerà i consumi.

Il 4 febbraio è stato, intanto, siglato, ad Auckland in Nuova Zelanda, il Trans-Pacific Partnership Agreement (TPP la sua sigla inglese). L'accordo quadro era già stato firmato in ottobre. I Paesi sottoscrittori dell'accordo (che dovrebbe abbattere gran parte delle barriere doganali e degli altri ostacoli normativi al commercio tra le nazioni aderenti) oltre al Giappone sono: Vietnam, Stati Uniti, Canada, Messico, Nuova Zelanda, Australia, Perù, Cile, Malesia, Brunei e Singapore. Il PIL complessivo di questi Paesi è pari al 40% di quello mondiale.
Il testo dell'accordo - che avrà, presumibilmente, ricadute negative anche per quanto concerne le esportazioni dell'Unione Europea e della Cina verso quei Paesi - dovrà essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali.

(con informazioni di Japan Press Weekly 27 genn. - 02 febb. 2016; www.mod.go.jp; jil.go.jp; japantimes.co.jp)

Ultima modifica il Domenica, 07 Febbraio 2016 09:56
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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