Domenica, 21 Febbraio 2016 00:00

Pillole dal Giappone #122 - Anche dopo l'Accordo di Parigi, sempre più carbone nel futuro energetico del Sol Levante

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Il divario tra i salari minimi nelle varie Prefetture indebolisce le economie locali e contribuisce allo spopolamento di alcune aree del Paese, questo il cuore dell'intervento fatto dal deputato comunista Yukihiro Shimazu in sede di commissione Bilancio della Camera bassa, lo scorso 9 febbraio. “Se il governo Abe vuole davvero introdurre misure per realizzare il principio stesso lavoro, stessa paga, dovrebbe innanzitutto stabilire un sistema di salario minimo a livello nazionale” ha sottolineato l'esponente comunista.

Il basso livello dei salari e la forte precarietà stanno facendo registrare un calo costante dei consumi delle famiglie dal 2014 (-5% nel dicembre 2015, rispetto al dicembre dell'anno prima, per le famiglie dei lavoratori, ma un picco del -11% vi è stato a marzo 2015).
In calo, o comunque con una crescita annullata dalla tassa sui consumi, anche le entrate delle famiglie, durante tutto il 2015 (-2,7% a dicembre 2015). Sul calo del PIL, su base trimestrale, dello 0,4% è intervenuto, invece, durante una conferenza stampa, il segretario del Partito Democratico Edano: “cos'è successo al cosiddetto circolo virtuoso prospettato per l'economia? Le cifre reali dipingono un quadro che è l'esatto opposto di quanto garantito dal Primo Ministro Abe”.
In mezzo a qualche timido dato positivo (meno -6% di fallimenti), infatti, i maggiori indicatori economici, a partire da quello della produzione industriale (-4,1% a febbraio 2016) e per l'appunto l'andamento del PIL, raccontano di un'economia in grande difficoltà, e lontana dalle promesse di sviluppo fatte dai liberal-democratici nel 2012.

Nel contempo il governo sta cercando di limitare l'impatto negativo della tassa sui consumi introducendo aliquote ridotte. Contro tale soluzione si sono schierati i democratici che, con il deputato Furukawa, hanno chiesto di introdurre, al posto delle aliquote differenziate, crediti d'imposta. A beneficiare di generosi crediti d'imposta, per gli investimenti in ricerca e sviluppo, sono invece le grandi aziende, le quali hanno beneficiato, nell'anno fiscale 2014, di oltre 674 miliardi di yen. A beneficiare maggiormente della misura è stata Toyota (per oltre 108 miliardi), una delle società più generose nel finanziamento ai liberal-democratici.

Nell'ambito della difesa del carattere pacifista della Costituzione, successo hanno visto, le manifestazioni che si tengono presso la stazione Chigasaki di Kanagawa, il 9, 19 e 29 di ogni mese dal 2003 (anno nel quale il Giappone inviò un piccolo contingente di soldati in Iraq). Circa 10.000 persone hanno, finora, manifestato a febbraio. Una manifestazione contro il governo si è tenuta anche lo scorso 14 febbraio, a Tokyo. Alla dimostrazione, che ha visto la partecipazione di circa 10.000 persone, hanno partecipato esponenti di tutti i partiti dell'opposizione. “Il governo Abe sta adottando un atteggiamento dittatoriale che disgrega il costituzionalismo. Non è un'esagerazione affermare che questo sia il peggiore governo nella storia del Giappone postbellico” ha affermato una delle organizzatrici del corteo, Redwolf Misao, della Coalizione Metropolitana Contro il Nucleare di Tokyo.

Per quanto concerne la politica estera, il 19 febbraio, il governo ha approvato nuove sanzioni contro la Corea del Nord. Le ultime misure licenziate dal governo impongono il divieto di attracco a navi nordcoreane nei porti nipponici, divieto esteso anche a navi di nazioni terze che dovessero effettuare degli scali prima nella RPDC e poi nel Sol Levante.

In tema di politica energetica, il 9 febbraio, il ministero dell'Ambiente ha annunciato una revisione della propria politica circa le centrali a carbone, consentendo la costruzione di nuovi impianti.
Secondo l'associazione Kiko Network vi sono progetti per la costruzione di 47 nuove centrali termoelettriche. "Tutto ciò contrasta con le azioni di coordinamento per la riduzione del carbone, previste nell'Accordo siglato a Parigi, con la partecipazione del Giappone, lo scorso anno. Si tratta di un atto sconsiderato che espone a gravi critiche a livello internazionale. L'approvazione di nuove centrali termoelettriche, in tali circostanze, mette in pericolo l'obiettivo di lungo termine, deciso dal governo giapponese, di ridurre dell'80% i gas sera entro il 2050 e trasferirà un enorme peso alle future generazioni [...]. Con forza chiediamo che il ministero dell'Ambiente non prenda decisioni che, come in questo caso, rappresentano un errore sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. I piani di costruzione andrebbero fermati o ritirati e andrebbe attuata una politica ambientale interna che promuova un cambio energetico incoraggiando risparmio e riuso" si legge in un comunicato dell'associazione ambientalista. 

(con informazioni di Japan Press Weekly 10 – 18 febb. 2016; jil.go.jp; dpj.or.jp; japantimes.co.jp; kikonet.org)

Ultima modifica il Sabato, 20 Febbraio 2016 17:45
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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