In politica internazionale non si placano, e non si placheranno a breve, le tensioni tra Pechino e Tokyo circa le dispute territoriali, anche non coinvolgenti il Giappone, che si affollano nel Mar Cinese Meridionale. Durante l'ultimo incontro avuto dal ministro degli Esteri nipponico, Fumio Kishida, con il suo omologo cinese Wang Yi, pur ribadendo la volontà del Sol Levante di prevenire un ulteriore deterioramento dei rapporti bilaterali, ha confermato la ferma contrarietà del proprio governo circa le attività (come ad esempio la costruzione di piste per velivoli ed altre strutture di natura militare) condotte dalla RPC nel Mar Cinese Meridionale, nonché le intrusioni di mezzi navali cinesi in acque territoriali nipponiche.
La sicurezza dei trasporti marittimi sarà uno degli argomenti sul tavolo della prossima riunione del G7 che si terrà a fine maggio proprio in Giappone.
Il 4 maggio, durante l'usuale incontro con la stampa, il Portavoce del Ministero degli Esteri cinese Hong Lei ha ribadito l'estraneità del Sol Levante nelle questioni inerenti le isole del Mar Cinese Meridionale, e, commentando l'ampia partecipazione alle manifestazioni per il Giorno della Costituzione svoltesi oltremare, ha auspicato che il Giappone “ascolti la richiesta della propria pubblica opinione per la pace e persegua una strada di sviluppo pacifico, giocando un ruolo costruttivo per la pace e la stabilità regionale”. Sul fronte economico, il ministro delle Finanze, Taro Aso, si è detto “estremamente preoccupato” dei movimenti speculativi che, nell'ultimo periodo, hanno avuto per oggetto la moneta nazionale, rafforzandola. “Continueremo a guardare all'andamento dei mercati con attenzione e prenderemo decisioni quando necessario” ha affermato il numero due del governo di Tokyo.
(con informazioni di japantimes.co.jp; xinhuanet.com; the-japan-news.com)