Sul fronte istituzionale prosegue nel contempo l'opposizione dei comunisti giapponesi rispetto al sistema elettorale maggioritario (ritenuto recentemente incostituzionale da diverse sentenze). Ad un meeting di segretari di organizzazioni politiche il capo della Segreteria del PCG Ichida ha illustrato la proposta del proprio partito che prevede l'elezione di tutti i membri della Camera bassa mediante un sistema proporzionale con undici collegi. Di segno opposto la proposta del Partito Democratico che mira a ridurre a 50 (dai 180 attuali) il numero di seggi assegnati con il sistema proporzionale.
In ambito economico la cosiddetta “Abenomics” mostra tutte le proprie debolezze. La mancata crescita dei salari sommata ad una crescita dell'inflazione provoca una più forte disparità sociale inoltre la svalutazione dello yen al fine di favorire le esportazioni si scontra con la presenza in Asia di sistemi produttivi più competitivi di quello giapponese. Un ulteriore rischio per l'economia nipponica è rappresentato dall'Accordo Strategico Trans-Pacifico di Associazione Economica (TPP la sigla in inglese), materia sulla quale il Premier conservatore continua a manifestare aperture sempre maggiori. Ultima in ordine di tempo la concessione (nell'ambito dei negoziati attualmente in corso) di un abbattimento delle tariffe doganali sull'importazione di auto statunitensi senza una uguale contropartita da parte degli USA, smentendo così clamorosamente i proponimenti di Abe in merito ad un aumento delle esportazioni in caso di ingresso nel TPP. Questa situazione per nulla rosea risulta ulteriormente aggravata da continue proposte di flessibilizzazione del mercato del lavoro richieste che interessano principalmente i colossi dell'industria elettronica attualmente impegnati in piani di ristrutturazione.
(con infromazioni di Japan Press Weekly 3-9 apr. 2013 e 10-16 apr. 2013)
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