Giovedì, 01 Agosto 2013 00:00

Pillole dal Giappone #14 - Cattolici e comunisti per la pace, destre contro il lavoro

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Ampie convergenze si coagulano intorno alla difesa dell'articolo 9 della costituzione giapponese. Una significativa presa di posizione è stata espressa dell'arcivescovo di Tokyo Okada il quale in un'intervista concessa al settimanale comunista Akahata ha dichiarato: “l'articolo 9 riflette gli insegnamenti di Gesù Cristo il quale si è espresso contro l'omicidio e la ritorsione. Dobbiamo difenderlo a tutti i costi”.

Il religioso ha anche sottolineato come le persone di fede debbano lavorare insieme ai comunisti per la difesa della pace: “cattolici e comunisti tendono ad essere visti come opposti. Tuttavia, credo che noi e il PCG abbiamo una posizione simile sulle "questioni terrene", come la difesa dei diritti umani fondamentali, la pace, la protezione dei deboli, la critica su un sistema guidato dal denaro, il rimorso per le “donne di comfort” dei militari giapponesi e la guerra di aggressione” ha aggiunto.

In ambito nucleare nuove azioni legali colpiscono la TEPCO: i familiari di un agricoltore suicidatosi in seguito all'incidente nucleare hanno raggiunto un accordo di risarcimento danni con la società elettrica proprietaria dell'impianto di Fukushima. È la prima volta che la compagnia riconosce una relazione tra l'incidente ed un suicidio. La vittima, Hisashi Tarukawa, un agricoltore di Sukagawa (circa 60 chilometri dall'impianto di Fukushima) si era tolto la vita il 24 marzo 2011, il giorno prima il governo aveva vietato la vendita di alcune verdure provenienti dalla Prefettura di Fukushima. Sempre in tema di compensazioni per i danni causati dal disastro nucleare del 2011 la Federazione delle Associazioni Forensi ha rimarcato la necessità di un nuovo quadro giuridico: “l'attuale quadro legale usato anche nei casi di incidenti dovuti al traffico non si confà alle compensazioni dovute per un incidente nucleare” ha dichiarato durante un partecipato forum Takehisa Awaji, professore emerito dell'università Saint Paul di Tokyo.

Prosegue nel contempo l'attacco della maggioranza conservatrice al welfare ed al lavoro. Una manifestazione promossa da attivisti contro la povertà si è svolta in contemporanea con il dibattito concernente la riforma (in peius) della legge sulla pubblica assistenza. Koji Onoue, segretario generale dell'Assemblea Nazionale Giapponese delle Persone Disabili ha sottolineato come il requisito dell'obbligo di assistenza posto sulla famiglia del richiedente finirà col costringere le persone con disabilità a dipendere dalle proprie famiglie “dal punto di vista dell'auto-sostegno dei disabili, sono davvero preoccupato per la negativa revisione del programma di aiuti di Stato” ha dichiarato l'attivista.

L'attacco al lavoro (esattamente come in Europa) si concentra con furore sulla partita delle pensioni: il governo Abe ha dato il via alla discussione per l'incremento dell'età pensionabile a 70 anni come suggerito dal Consiglio sulle politiche fiscali. Attualmente è possibile andare in pensione al raggiungimento dei 65 anni di età (in seguito ad un precedente graduale aumento: l'età pensionabile precedente era fissata in 60 anni). Un altro organismo consultivo del governo ha invece presentato all'esecutivo una proposta per facilitare i licenziamenti dei lavoratori a tempo pieno creando un sistema di “limitata occupazione” inserendo delle specifiche contrattuali (ad esempio legate alla sede lavorativa) per le imprese diverrà significativamente più semplice ridurre gli organici.

(con informazioni di Japan Press Weekly 5-11 giugno 2013)

Ultima modifica il Martedì, 23 Luglio 2013 16:09
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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