Giovedì, 13 Febbraio 2014 00:00

Una questione di conflitto sociale

In vista dell'iniziativa di sabato 15 febbraio (clicca qui per l'evento Facebook),

vi proponiamo un'intervista a Carlo Formenti uscita su uno dei nostri numeri cartacei

1) Sei stato tra i primi a utilizzare la definizione di “quinto stato”, ormai molti anni fa…

In effetti ho la responsabilità di aver lanciato il termine in Italia, quando, con alcuni giovani amici, misi in piedi un sito che si chiamava appunto Quinto Stato. Con quel termine mi riferivo ai nuovi strati di classe emersi con la Nuova Economia, gli stessi che altri chiamavano classe creativa, classe hacker o lavoratori della conoscenza. Sostanzialmente si trattava dei tecnici che operavano nella produzione di hardware e software, con un forte riferimento alla

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Lunedì, 25 Novembre 2013 00:00

Il Quinto Stato è la precondizione

Intervista a Roberto Ciccarelli pubblicata all'interno del numero cartaceo 3 de Il Becco (clicca qui per scaricare il pdf).

Ciccarelli è autore del libro Il Quinto Stato (clicca qui) e La furia dei cervelli

1) In un contesto socio economico profondamente mutato rispetto alla cornice novecentesca secondo quali elementi possiamo definire oggi un lavoratore/una lavoratrice?

Noi lo definiamo come il soggetto che compie un'attività operosa. Oggi più che mai il lavoratore non è più identificabile nella persona giuridica che detiene uno status, un contratto. Il lavoratore non è quindi

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La presentazione del numero 2 (il terzo) del cartaceo Il Becco, è stata l'occasione per proseguire con la discussione su come è cambiato il mondo del lavoro in questo nuovo millennio. Sotto l'etichetta #nonètempodilavorare si sta infatti sviluppando un dibattito articolato, a partire da un'iniziativa del 25 giugno 2013.

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Martedì, 16 Luglio 2013 00:20

Lavoro e impresa: innovazione e diritti

In Italia sono quasi 4 milioni le persone che possono essere classificate come lavoratori autonomi senza dipendenti. In media, su 1000 euro che vedono entrare, a loro ne restano 545 mentre il resto se ne va in tasse (ad un lavoratore dipendente, su 1000 euro, ne restano in media 811). Sono stati proprio questi lavoratori i protagonisti dell'iniziativa organizzata oggi in Camera del Lavoro a Firenze, “Lavoro e impresa: innovazione e diritti”. Uno dei grandi problemi di questo Paese risiede proprio nella sua difficoltà di prendere atto dei cambiamenti che hanno stravolto il mercato del lavoro.

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