[N.d.A.: articolo scritto il 24/08/2018, quindi non può tenere conto dei successivi sviluppi che riguardano la vicenda della nave Diciotti.]
La vicenda della nave Diciotti – nave italiana della Guardia Costiera – abbandonata in mare con a bordo, inizialmente, 190 vite umane è l’ennesimo, abominevole atto, di un esecutivo che tiene in ostaggio, o comunque condanna a un limbo liquido degli esseri umani pur di ricevere ogni giorno nuovi like sui social network e qualche punto di percentuale in più nei sondaggi.
Profughi, migranti economici, rifugiati e seconde generazioni: la confusione del discorso razzista e il ritorno del razzismo esplicito
C’erano una volta i Napoletani, i Terroni, i Marocchini gli Albanesi e i Rumeni. Ora “il nemico” non ha più una nazionalità, ma uno status politico-giuridico: i “profughi”.
Cambia il tempo, cambiano le politiche internazionali e i capri espiatori, ma il discorso rimane lo stesso: chi non fa parte del “nostro gruppo” di appartenenza (che varia di volta in volta - Città, Provincia, Regione, Nazione, Continente, Occidente ecc.) è pericoloso e minaccia il nostro quieto vivere, e per questo va escluso dal nostro sistema.
Un cammino silenzioso, così potremmo definire lo spostamento via terra a piedi dei rifugiati da Siria, Afghanistan e dalle aree coinvolte dai combattimenti in Medio Oriente di questi ultimi anni. Contemporaneamente alle immagini drammatiche che ci giungono ogni giorno dai nostri telegiornali sui naufragi e disperati recuperi dei migranti nel Mediterraneo, un altro dramma si consuma dal Bosforo sino ai Monti Dinarici e oltre.
With Refugees: un concerto in occasione della giornata mondiale dei migranti
Secondo le stime più recenti, sono oltre 65 milioni i profughi e rifugiati in fuga dalla guerra o da persecuzioni su base religiosa, etnica, politica. Si tratta di un evento epocale, dalle proporzioni e dalla rilevanza globale. Si tratta soprattutto, di un fenomeno frutto di un sistema-mondo sempre più polarizzato ed iniquo, dove a zone di forte concentrazione di ricchezze si contrappongono vaste aree di povertà ed instabilità in cui è troppo spesso impedita ogni possibilità di portare avanti una vita sicura e decorosa.
Intervista realizzata da Luca Onesti e Alessia Bergerone
Dopo la creazione, nel 1948, dello Stato di Israele, e poi dopo la guerra del 1967, una parte della popolazione araba è stata espulsa dal territorio palestinese, vedendosi negata la cittadinanza. Il popolo palestinese oggi è disperso in una diaspora che conta circa 8 milioni di discendenti. La metà di essi è considerata apolide, non avendo cittadinanza in alcun paese. Obai Radwan ha 32 anni, è rifugiato in Portogallo – a Lisbona ha trovato un lavoro e la possibilità di continuare gli studi – ma è originario di Hamama, città palestinese spopolata in seguito alla guerra del 1948 e da cui la sua famiglia è dovuta fuggire.
Mettete 5 palestinesi e siriani scappati dal dramma dei propri paesi ed arrivati in Italia senza documenti. E mettete che vogliano raggiungere la Svezia per iniziare una nuova vita, lontana dal dolore e dall'angoscia di anni ed anni di violenza. Come fare ad attraversare l'Europa?
L'idea geniale è venuta a Khaled Soliman Al Nassiry, poeta siriano, e a Antonio Augugliaro, giornalista italiano: mettendo su un finto corteo nuziale. Con la complicità di un'amica palestinese che ha accettato di vestire i panni della sposa, sono riusciti a mettere in viaggio una “carovana” di oltre 25 persone (se non è numerosa che festa nuziale è?).
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