A ben vedere, Berlusconi non è mai stato pienamente liberista, per questo si è trovato più volte in rotta con le istituzioni europee, come in occasione della riforma del Patto di Stabilità o delle dichiarazioni sulla volontà di sforamento del rapporto debito/pil, fissato in sede comunitaria al 3%, in caso di necessità di spesa in infrastrutture.
Uno stile affatto diverso dall'adesione incondizionata ai vincoli dei Trattati che caratterizzava i governi Prodi allora e le ipotesi di governo di centrosinistra oggi. La dinamica alla base dell'alternanza di governo tra centrodestra e centrosinistra, negli anni che vanno dal 1994 al 2011, riassume perfettamente le differenze tra il riottoso Berlusconi e l'accondiscendente Prodi: l'uno si attardava nelle riforme (deflattive) che l'Europa chiedeva (per l'opposizione di un forte protagonismo sociale e fino a quando l'ostilità europea non lo ha "obbligato" a manovre economiche suicide per il suo modello di potere), l'altro le garantiva con una maggiore pace sociale; l'uno sperperava avanzi primari per tagliare le tasse e garantirsi il potere, l'altro aumentava la pressione fiscale per ritornare nei parametri decisi in Europa.
Se si ha chiaro questo quadro, non stupiscono più di tanto le "sparate" antieuropee del Berlusconi dell'ultim'ora. Il Cavaliere non si aspettava la veemente risposta negativa europea (dalla Merkel al PPE, dai liberali nel Parlamento Europeo al FMI), ma ancor meno la defezione di massa nel suo partito. E' probabile che non rinunci a qualche mossa del cavallo che miri a non escluderlo del tutto dalla scena politica, ma è chiaro che le possibilità sono ridotte al lumicino. Persino la Lega sembra chiudergli la porta in faccia.
Insomma, la situazione politica di queste ore forse ci consegna un Berlusconi finalmente sconfitto, ma d'altra parte ci descrive perfettamente quali siano le ipotesi in campo per il futuro governo del paese: l'austerity di Monti o quella di Bersani. Il tasso di "montismo" all'interno del PD è destinato a salire, come testimonia l'affermazione di Renzi alle primarie o le interviste di questi giorni del segretario del PD rilasciate a mezzo mondo con cui mira a "rassicurare" sul mantenimento dell'agenda dell'ex rettore della Bocconi. Senza la presenza di una sinistra in opposizione al quadro politico presente, il futuro sarà certamente meno roseo di quanto già non si prospetti.