Rassemblement Bleu Salvini – la Lega da Nord a centro-destra
Grégoire Kauffmann, nel suo Le nouveau FN. Le vieux habits du populisme (La Republique des Idees-Seuil, 2016), smitizza la presunta dédiabolisation del Front National di Marine Le Pen raccontandoci la storia di un partito-blob, capace di inglobare elementi eterogenei senza pregiudicare la propria coesione.
Un nuovo governo per l'Italia?
Alla fine, dopo 88 giorni di stallo, l’Italia ha un governo. Sabato primo giugno il giuramento di Giuseppe Conte come Premier inaugura ufficialmente una legislatura a guida M5S e Lega.
E dire che solo pochi giorni prima si era consumata quella che per molti è stata una delle più gravi crisi istituzionali della storia repubblicana.
Il compromesso raggiunto attorno alla nomina a Ministro di Paolo Savona, ha raffreddato un clima rovente ma ha dimostrato la presenza di una forte frattura politica sul piano della questione europea.
Cronaca di una surreale settimana politica italiana
Il periodo più lungo della Repubblica Italiana senza un nuovo governo, dalla data delle elezioni nazionali, è giunto al termine. L’incarico a Giuseppe Conte, come Presidente del Consiglio dei ministri, è arrivato (per la seconda volta) il 31 maggio, dopo sorprendenti cronache susseguitesi nel giro di poche ore. Frequentare i servizi di rete sociale su internet (principalmente Facebook) causava disorientamento e irritazione, nel caso non ci si volesse sedere in un settore già assegnato per il tifo.
Dinamiche abituali si sono acuite, soprattutto nelle bolle di quella parte politica uscita devastata dal passaggio del 4 marzo 2018, quelle della sinistra italiana (in senso ampio).
Passati due mesi dalle elezioni...
È stata superata la soglia psicologica dei due mesi dopo le elezioni, senza un governo: sono tempi lunghi persino per la politica italiana.
Si inizia a profilare l'ipotesi di un esecutivo «neutrale», con l'obiettivo di evitare l'aumento delle aliquote IVA e una presunta penalizzazione nella partita delle trattative in sede europea.
Fiumi di inchiostro scorrono sui quotidiani e migliaia di tasti si consumano per la produzione di analisi o commenti sul web.
Sull'attuale travaglio del Partito Democratico
L’attuale travaglio del Partito Democratico riguardo alla formazione del prossimo esecutivo coinvolge in realtà la questione del governo solo come epifenomeno. Alle diverse prospettive politiche, infatti, sono evidentemente sottese divergenze più generali di lettura politica. Ad esempio, a Fassino che ha proposto un polo di centrosinistra M5S-PD da contrapporre a quello di centrodestra, Renzi ha risposto etichettando il M5S come azienda-partito e Forza Italia come partito-azienda (la prima sarebbe quindi degenerazione del secondo).
Questa incertezza è frutto di alcuni nodi irrisolti ereditati dalla sconfitta elettorale, e in parte concause della stessa, che tuttavia soltanto il supremo organo sovrano – il Congresso – potrà tentare di sciogliere.
Alcuni spunti per una discussione a sinistra
Dopo tante analisi, dopo tante discussioni, dopo tante accuse alla ricerca di colpevoli senza alcuna autocritica, ci ritroviamo di nuovo a commentare una sconfitta elettorale che sconvolge l'assetto del paese: la sinistra in Italia non esiste nelle testa e nel cuore degli italiani. Se anni fa il problema riguardava la cosiddetta sinistra radicale, oggi coinvolge anche il Partito Democratico.
Sull'elezione delle presidenze di Camera e Senato
Si consuma in questi giorni la prima fase cruciale della vita istituzionale italiana, con l'elezione dei presidenti dei due rami del parlamento.
Ad una prima fase confusa, connotata da una girandola di nomi, con Lega e M5S intenti a capire come capitalizzare il successo elettorale e Forza Italia indisponibile a farsi mettere da parte, sembra essere seguito un accordo salomonico, con Fico del M5S alla Camera e una forzista al Senato.
Dalla violazione della privacy alla manipolazione del pubblico – appunti sul caso Cambridge Analytica
Generazioni di bambini hanno imparato dai cartoni animati a non lasciar entrare in casa il primo estraneo che si presenta alla porta: sotto le sembianze di improbabili tecnici della società elettrica potrebbero nascondersi scagnozzi intenzionati a rapire tutti i cuccioli di dalmata.
Il risultato elettorale: ha vinto l'altra nazione?
«Ha vinto il partito dell’altra nazione»
- Claudio Cerasa, 5 marzo, 00:29
Il risultato elettorale del 4 marzo è non soltanto tellurico ma, ancor di più, incomprensibile a prima vista.
Viene duramente punita la coalizione di governo, che si attesta al 23%, mentre sono premiate le forze di opposizione e, tra queste, quelle più antisistema (M5S 33%, Lega 17%).
Dopo il voto
I dati ci danno l’esatta immagine del paese. Basterebbero quindi i numeri per comprendere la volontà del popolo italiano.
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