Giovedì, 02 Gennaio 2014 00:00

Cleanup: una storia di gioventù ed ambiente

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Cleanap è la proposta di cittadinanza attiva nata attraverso Facebook.

Siamo a Napoli ed è l’11 Giugno 2011: la situazione in città è davvero invivibile a causa dell’ennesima emergenza rifiuti. E qui che Emiliana trova il coraggio per lanciare una proposta, che suona come una provocazione: un evento Facebook in cui invita i suoi amici virtuali dedicato alla pulizia di piazza Bellini.

Sono anni ormai in cui Napoli lotta con i rifiuti e Cleanap arriva come necessità filosofica per protestare in maniera alternativa a questa situazione di estremo disagio. L’amministrazione comunale non riesce a fronteggiare l’emergenza rifiuti e la cittadinanza di Cleanap risponde arricciandosi le maniche. Certamente da sola non può risolvere il problema ma apre un varco per diffondere il concetto di città intesa come bene comune dove ogni singolo cittadino è in grado è parte attiva della comunità.

Questa è l’anima di Cleanap che appuntamento dopo appuntamento accresce il proprio team. Ma come opera questo team? Descriverlo non è cosa facile proprio per la sua natura innovativa. È figlia del proprio tempo poiché nasce su internet da un nuovo mezzo di comunicazione, Facebook. È fatta da giovani, il gruppo oscilla tra i 32 e 22 anni, quei giovani molto spesso disprezzati, chiusi in ogni sorta di stereotipo, dimenticati dalla società che non vuole o che non riesce ad aprir loro le proprie porte. Eproprio di fronte alle porte chiuse che questi ragazzi che hanno deciso di spendere il loro tempo per contribuire a rendere più vivibile la propria città. La sua struttura è orizzontale, vale a dire che non ci sono ruoli fermi, si agisce in maniera olistica, tenendo conto degli svantaggi e dei vantaggi che tutto ciò può provocare.

Siamo di fronte a un progetto di società civile naturizzato all’interno di Facebook. Chiunque da semplice follower può diventare parte integrante di Cleanap diventando partecipante reale a i suo eventi. Non esistono tessere, né contributivi associativi, si agisce semplicemente in modo alternativo, flessibile e libero. Molti sono i giovani che prendono parte alle attività di cittadinanza partecipativa. Soprattutto molti adolescenti che hanno sì tanto da imparare ma anche tanto da insegnare.

E il mondo fuori come accoglie Cleanap? La gente dimostra un buon grado di apprezzamento verso i progetti più strutturati, come quelli nelle scuole o progetti di ricerca, ad esempio la sperimentazione sul BikeSharing. Talvolta guarda a tutto questo con punti di disillusione e scetticismo, il che è assolutamente condivisibile. Ma questi ragazzi amano osare e avere piccole e grandi aspirazioni. Gli ostacoli tuttavia non mancano. Primo fra tutti la strumentalizzazione,raccontano i ragazzi,purtroppo il sistema impone che il tuo operato possa essere in qualche modo inglobato da chi è più potente di te o chi, per esperienza o posizione sa essere più scaltro. Un ostacolo non da poco, verso il quale si è sempre cercato di attuare una difesa. E poi c’è la poca disponibilità dei media. Fin dall’inizio racconta Emiliana sono stati per loro croce e delizia. Dopo l’appoggio sui webzine indipendenti locali, la svolta è stata proprio il titolo in prima pagina di La Repubblica “Gli angeli della monnezza”. L’attenzione è arrivata alle stelle tuttavia l’obiettivo, affermano i ragazzi, non era quello di passare per volontari tout court poiché la loro attività è una forma di protesta, fatta sì con il sorriso sulle labbra, ma pur sempre una protesta. Ma menomale che c’è Facebook che rappresenta per Cleanap una fonte incessante di interazione con gli utenti. Tutto questo è più di associazione è una community di discussione e la cosa più bella è che in determinate occasioni, la community virtuale diventa community reale.

Ma come fonte di linfa vitale non poteva certo mancare l’incontro con la scuola. L’anno precedente i ragazzi di Cleanap hanno partecipato ad un POR, chiamato Zero Sprechi. L’attenzione delle lezioni è stata focalizzatasul concetto di Zero Waste e si è provato ad avviare alla pratica del compostaggio le mamme e gli alunni della scuola in cui appunto sioperato. Ma in generale, Emiliana e il suo team si augurano di avere ancora esperienze con i bambini, toccare tematiche prettamente legate alla sostenibilità, ma anche al concetto di città-bene comune

I ragazzi di Cleanap sono soddisfatti del lavoro svolto, ma sperano sempre di poter far meglio. Volendo citare i progetti più importanti dello scorso anno, ecco la partnership per www.letsdoitworld.org nella rete Let’sDo It Italy, la partecipazione e vittoria alla call del MIUR - Bando SmartCities and Communities and Social Innovation nell'ambito dell'Asse II del Programma – PON R&C 2007-2013 con www.bikesharingnapoli.it, la cooperazione europea con Stowarzyszenie Centrum IntegracjiMiędzykulturowej di Varsavia nel progetto “PIRAMIDA DEMOKRACJI -civic education at school, at university and in local community”.

Non dimentichiamoci la cosa più importante. Per il momento tutti i progetti sono stati fatti low budget, servendoci appunto della partecipazione in rete e della comunicazione online, potenzialmente infinita e assolutamente gratuita.
Va ricordato che per quanto concerne il progetto Bike Sharing le cose sono un po’ diverse perché l’associazione - nelle persone di un team di proponenti - è soggetto attuatore della ricerca sul progetto, ricerca cofinanziata dal MIUR, quindi alcuni tra i ragazzi al momento sono ricercatori per le Smart Cities, lavorano dunque per l’associazione.

E le istituzioni come hanno reagito alla nascita di Cleanap?
Quando il tutto era sulla cresta dell’onda, l’attuale sindaco si era appena insediato e andò anche a trovare i ragazzi, mentre eravano alle prese con uno dei cleaning-mob, però non aiutò a pulire! Poi non c’è stato modo di allacciare dei rapporti costanti con le istituzioni. Cleanap è sempre pronta a supportare il buon operato e a denunciare le negligenze sempre, con rispetto e oggettività.

In conclusione, cosa si aspetta Cleanap dal 2014?
Come già detto il 2013 è stato un anno di soddisfazioni, anche se non sono mancati errori e negligenze, tuttavia per il 2014 i ragazzi si propongono di essere ancora più inclusivi, avere un programma di attività pianificato e meno estemporaneo a cui tutti potranno effettivamente prendere parte. In primis, si augurano di riuscire ad avere una sede in grado di ospitare piccoli eventi, workshop ed iniziative da cui poter ripartire con nuova linfa vitale, includendo anche chi non usa i social network e la rete. E infine si augurano di essere sempre di più nel coordinamento e di fare rete con altre associazioni/community/gruppi di persone che, come loro, hanno a cuore il proprio territorio.

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Gennaio 2014 21:40
Eleonora Albisani

Nata l' 11 Marzo 1985 a Bagno a Ripoli (Fi). Diplomata al Liceo Scientifico " Giotto Ulivi" di Borgo san Lorenzo (Fi). Studente di Scienze Biologiche all' Università degli Studi di Firenze.

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