Vittima della corruzione e dell’abbandono delle istituzioni sono i piccoli e grandi centri siciliani. Abbiamo come esempi palesi: i poli industriali quali Gela, Priolo, Augusta e delle piccole ma “grandi” realtà. Nei poli industriali, le popolazioni locali stanno pagando sulla propria pelle con un altissimo tasso tumorale e con deformazione dei feti, la speculazione capitalistica tramite l’inquinamento sfrenato del territorio. Una piccola periferia italiana è Licata, una cittadina di 38000 abitanti in provincia di Agrigento. Un paese distrutto dalla malapolitica, da un depuratore non funzionante che scaricava i suoi liquami lungo il fiume Salso, dalle discariche di amianto e dai rifiuti tossici. Una città con un tasso di tumori altissimo privo di un registro dei tumori e con una miniera di cui non ci è dato sapere cosa ci sia all’interno. Il capoluogo della Provincia di questa cittadina,Agrigento, non è certamente in condizioni migliori soprattutto, il centro storico.
Il centro storico di Agrigento con i suoi stretti vicoli,cortili e piazzette ha una struttura urbana tipicamente araba di grande attrazione. Tuttavia oggi in molti punti il degrado e l’abbandono la fanno da padroni. I continui crolli, le erbacce,e le mini discariche che si vengono a creare, oltre alla formazione di interi quartieri ghetto in alcune porzioni di centro storico fanno si che la situazione sia davvero invivibile, parliamo delle viuzze tra la via Atenea e la via Empedocle, abbandonate da tempo.
Via Vallicaldi,discesa Boccerie,via Gallo, via Cannameli, largo Formica, via Ortolani.Una zona che da decenni vive una condizione di incuria per la noncuranza da parte degli enti. Un degrado dovuto alle pessime condizioni degli edifici ed un emergenza sanitaria; diversi anni fa vennero addirittura riscontrati casi di tubercolosi tra gli abitatori degli edifici fatiscenti. Calcinacci,tegole cartoni e bottiglie,pezzi di elettrodomestici, e mobilia di vario genere fanno da contorno a due passi dal salotto bene della città. La precedente amministrazione una volta sollecitata si era limitata ad addossare la colpa all’Ato rifiuti per quanto riguardava lo stato igienico-sanitario della zona.
Eppure una riqualificazione del posto è più che mai necessaria, inoltre precedentemente la comunità artistica e culturale della città si era attivata per rivitalizzare quella zona con iniziative e affreschi di vario genere e Murales, ma dopo la spinta di entusiasmo iniziale le cose sono andate scemando e la zona è ripiombata nell’indifferenza e nell’abbandono. Riteniamo che tale condizione di degrado sia intollerabile specie in una città a forte vocazione turistica e sollecitiamo gli enti preposti ad attivarsi per riqualificare la zona, rendendola vivibile e civile.