Chi governa punta ad aumentare "la produzione di ricchezza a mezzo morte", si sente dire tra i primi interventi. Per farlo calpestano la Costituzione nei suoi principi fondanti.
Nel momento in cui in Italia si è passati dal sistema retributivo a quello contributivo si è rotto il patto tra generazioni tanto invocato da chi demonizza le critiche in nome di un astratto senso di responsabilità nazionale.
L'operazione mediatica deve essere smontata in ogni suo pezzo, si sente chiedere, partendo da un punto valutato centrale: le pensioni non sono una forma di assistenzialismo da parte dello Stato, si tratta di una retribuzione differita, guadagnata attraverso il lavoro.
Ciò che lega tutti gli interventi è un misto di rabbia, insofferenza e disillusione. Nessuno si aspetta più niente dalla politica, salvo provare a dare credito alla possibilità di un'interlocuzione con quelle forze politiche oggi assenti dal Parlamento e che si candidano fuori dagli schemi del bipolarismo e di Monti (in particolare si citano l'appello Cambiare si può e il Movimento 5 Stelle). Le continue sconfitte dei pensionati vengono attribuite all'incapacità della politica di affrontare i problemi reali. I partiti e i sindacati sono al centro delle critiche più feroci.
Non manca però l'autocritica sull'incapacità di organizzarsi degli stessi pensionati. Tutti fanno appello alla necessità di concentrarsi su un obiettivo concreto da raggiungere in tempi rapidi: costruire l'unità dei pensionati a partire dalla base, senza delegare a nessuno la rappresentanza (si citano addirittura le corporazioni medievali), provando a portare in Parlamento categorie sociali slegate dal potere, per rompere la maggioranza assoluta di avvocati, imprenditori, professionisti di alto livello (salariale).
Se è vero che "la legge è come una coperta, chi ha più forza se la tira", i pensionati riuniti mirano a raccogliere più forza possibile in occasione del voto, garantendo che faranno di tutto perché non vengano votati i partiti corresponsabili della riforma Fornero (su cui si stanno raccogliendo le firme per un referendum abrogativo, censurato dai principali canali di comunicazione).
In sala un centinaio di rappresentati di diverse associazioni, da quelle dei pensionati al movimento dei cristiani lavoratori, da singole categorie (come l'Associazione Nazionale Assistenti di Volo) all'associazione dei pedoni.
I pensionati promettono di essere solo all'inizio e che si faranno sentire a questa tornata elettorale, chiedendo il rispetto dei loro diritti e la difesa della sanità pubblica.
Verso la fine dell'assemblea si sente una frase chiara: "ci hanno tolto il passato, ci riprenderemo quello che era nostro".