Il secondo problema, forse ancora più grave, riguarda l’ennesimo conflitto istituzionale. Non è solo un semplice conflitto d’attribuzione, siamo andati molto oltre. La cosa più grave è che la Procura abbia chiuso lo stabilimento per l’impatto ambientale che esso presenta, un fattore che ha causato un numero spropositato di morti, e che il Governo abbia deciso di riaprirlo non prendendo neanche in considerazione l’inquinamento ambientale. E non si parla solamente di scelte politiche: leggendo il decreto possiamo osservare come l’Art 32 della Costituzione (tutela della salute) non sia stato preso in considerazione. Il fatto che l’Ilva non avrebbe fatto ricorso, dopo un decreto del genere, ha “aiutato” il Governo a prendere questa decisione. Anche a vedere la questione nel più rigido degli schemi, bisogna ammettere che comunque un primo bilanciamento, da parte di chi ha fatto il decreto, sarebbe stato necessario. La scelta politica di portare avanti la produzione, a dispetto dei morti, sarebbe stata comunque legittima, se almeno un primo e sommario bilanciamento ci fosse stato. In questo modo si sono create due tifoserie, quella della magistratura “pro-verde” e quella del governo “pro-lavoro”, che in una situazione disperata come quella dell’Ilva ha rischiato e rischia ancora di creare problemi sociali e di ordine pubblico.
Non voglio entrare nel merito della questione, se sia giusto o meno riaprire l’Ilva prima della bonifica degli impianti o se sia giusto aspettare, voglio riportare alla memoria l’evento di un anno e un mese fa, avvenuto al tribunale di Velletri, in provincia di Roma. Il ventennio berlusconiano ha causato un’enorme emorragia nei rapporti tra poteri dello stato, designando la magistratura come il peggiore dei mali. A Velletri un anno fa è stato preso d’assalto un tribunale, per una questione minore (non per gravità, ma per persone coinvolte). Le cause ovviamente possono essere molte, ma c’è da chiedersi se qualcosa non provenga da questo “ritratto” dei magistrati.
Cosa può succedere a Taranto, dove le persone colpite dallo scontro tra poteri sono migliaia?