Domenica, 28 Settembre 2014 00:00

Messina, un anno dopo: intervista al consigliere Luigi Sturniolo

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Poco più di un anno fa, smentendo tutti i pronostici, Renato Accorinti veniva eletto sindaco di Messina. Nel frattempo le molte problematiche che affliggevano la città sembrano logorare il composito gruppo uscito vincitore nel 2013 (ancorché minoranza in consiglio).
In polemica con il piano di riequilibro proposto dalla giunta due consiglieri Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti sono usciti dal gruppo consiliare di Cambiamo Messina dal Basso dimezzando il numero di accorintiani a Palazzo Zanca. Sul perché di questa scelta e sulle prospettive future della città abbiamo raccolto le opinioni del consigliere dissidente Luigi Sturniolo.

L'uscita tua e di Nina Lo Presti sulle vicende di bilancio ha generato una grande attenzione soprattutto in considerazione dell'esiguo numero di consiglieri della “pattuglia Accorinti”. Puoi spiegarci le motivazioni che hanno portato a questa scelta e quali misure a tuo avviso andavano prese?

In realtà le divergenze tra gruppo consiliare (almeno i suoi 3/4) e Giunta si sono evidenziate abbastanza rapidamente. Il primo atto di Renato sindaco è stato dismettere, nei fatti, il proprio gruppo consiliare. Il risultato è stato che il gruppo è stato del tutto delegittimato in aula e la Giunta ha trattato tutti i provvedimenti più importanti con quelli che ha ritenuto più influenti in aula, escludendo completamente i rappresentanti della propria lista.
Questo passaggio, che potrebbe apparire meramente tattico, in realtà ha anticipato un percorso "centrista" anche nella linea dell'amministrazione. Così sono venuti meno alcuni elementi caratterizzanti come la chiusura della Società di Trasformazione Urbana "Il Tirone", vera e propria porcheria societaria e la riappropriazione delle aree di affaccio a mare impropriamente in mano all'autorità portuale. Anzi, è iniziato un percorso amministrativo nel quale, mentre il rapporto con il dolore sociale è stato caratterizzato dal tentativo di eluderlo, con i poteri forti è stato fatto il massimo sforzo per evitare i conflitti.
La vicenda del Piano di riequilibrio, attraverso il quale vengono sanati centinaia di milioni di debiti di cui la città non sa nulla, costruito nell'assoluta segretezza e senza alcuna discussione pubblica possibile, viste le modalità e i tempi con il quale è stato presentato, è diventata, quindi, l'occasione della rottura.

Ad un anno dalle elezioni comunali puoi trarre un bilancio delle cose positive e negative fino ad ora fatte dall'Amministrazione?

Do un giudizio decisamente negativo, non tanto per le poche cose realizzate, quanto per la linea politico-amministrativa scelta e per l'incapacità di una lettura realistica della fase storica che stiamo attraversando.
In sostanza tutta l'azione della Giunta è stata segnata dalla logica del risanamento, alla quale è stato sacrificato tutto. L'errore madornale nel quale Renato e gli assessori sono caduti è pensare che esista la possibilità di risanare i conti, per poi potere ripartire in maniera ordinaria. Questo, a mio modo di vedere, non avverrà in quanto l'incedere della crisi è tale da destinare l'azione dell'amministrazione ad un'opera di rincorsa continua rispetto ai rilievi che la Corte dei Conti effettuerà semestralmente (ammesso che il Piano di riequilibrio verrà approvato).
I conti del Comune sono tali, infatti, per cui è impossibile pensare di rilanciare i servizi senza ritrattare il debito. L'esempio plastico lo dà la gestione dei rifiuti laddove assessore e consulenti di ottimo livello non riescono a cavare nulla di buono e si ritrovano a redigere un secondo piano industriale, sostanzialmente, sovrapponibile a quelli delle passate amministrazioni.

Come ha vissuto il movimento la vostra uscita?

Il movimento ha vissuto con grande conflitto, fin dall'inizio, il rapporto con Renato e la Giunta. Questo rapporto di odio e amore si protrae fino ad ora. In generale, però, prevale sempre la voglia di preservare questa esperienza che appare a tutti come una possibilità difficilmente riproducibile. È accaduto, quindi, che una parte dei sostenitori si sia, semplicemente, allontanata, senza dar vita ad altri percorsi politici di una certa consistenza.
Nel nostro caso la separazione ha avuto più clamore, naturalmente, in quanto consiglieri comunali. Le critiche che abbiamo condotto, in realtà, sono le critiche che il movimento fa fin dall'inizio. A queste critiche si è aggiunto il nostro no al Piano di riequilibrio. Su questo il movimento si è spaccato.
La divergenza con chi è rimasto sta tutta nella valutazione, che molti hanno fatto, che sarebbe stato possibile votare contro e restare nel gruppo consiliare e nel movimento. Per me questo non è possibile perché politicamente incomprensibile e la stessa permanenza all'interno del perimetro del movimento a me è apparsa più come un restare ingabbiato che come una possibilità di sviluppo.

Quale futuro ha concretamente davanti a sé la giunta Accorinti?

Vorrei sbagliarmi, vorrei avere preso un abbaglio, ma io temo che la Giunta non abbia un gran futuro che non sia il galleggiare in mezzo ai debiti senza potere realizzare un granché. Ciò che aggraverà la situazione sarà il fatto che, avendo fatti propri i debiti, adesso la Giunta è diventata a tutti gli effetti controparte dei cittadini, che si vedranno aumentare le tasse e ridurre i servizi. Dopo più di un anno di amministrazione l'unica cosa che la Giunta può fare è alludere sempre a qualcosa che avverrà poi.
Il problema è che, a causa dei debiti e della crisi, questo poi, secondo me, difficilmente arriverà. Alla fine, forse, l'ente verrà risanato, ma a discapito dei cittadini (e in particolare dei più poveri). A quel punto, forse, potranno tornare ad amministrare quelli di prima.
Quella che si pensava fosse la migliore delle occasioni per produrre un vero laboratorio di nuova democrazia e nuovi dispositivi dal punto di vista amministrativo rischia di rivelarsi un'illusione.

Ultima modifica il Sabato, 27 Settembre 2014 21:25
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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