Martedì, 30 Aprile 2013 00:00

Palermo, il punto della situazione: intervista all'assessore Giusto Catania

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Intervista a Giusto Catania, assessore con deleghe in materia di Partecipazione, Decentramento, Migrazioni e Servizi Anagrafici di Palermo

1) Sono passati undici mesi dall'elezione di Leoluca Orlando puoi tracciare un primo bilancio sulle cose fatte e su quelle messe in cantiere dalla giunta?

Abbiamo fatto ripartire una macchina arrugginita: le cose fatte si sono scontrate con l'emergenza di una città che ha vissuto dodici anni di abbandono, di deregulation totale. Le aziende partecipate sono indebitate e la situazione sociale della città è complicata. Comunque abbiamo messo in cantiere tante iniziative per uscire dall'emergenza e cominceremo a raccogliere i frutti prestissimo: dalla raccolta dei rifiuti alle manutenzioni, dal miglioramento dei servizi all'incremento della spesa sociale, dall'emergenza abitazione alla gestione dei spazi. Il bilancio è positivo, intanto perché abbiamo messo in sicurezza una città che stava precipitando verso il fallimento e abbiamo evitato la privatizzazione dei servizi. Tra qualche mese partirà la seconda fase e i risultati saranno evidenti.

2) La vicenda della partecipata GESIP (manutenzione, verde ed altri servizi) ha tenuto banco per tutto il 2012 ed è in fase di risoluzione. Quale situazione avete trovato al vostro insediamento? Puoi descriverci la via d'uscita individuata dalla giunta e di chi è (o di chi sono) le responsabilità del trascinarsi della vicenda? 

La vicenda Gesip, insieme a quella dell'Amia, è emblematica della cattiva gestione della città. Quando ci siamo insediati la Gesip non era più nel bilancio del Comune. Avevano scelto di cancellare l'azienda e conseguentemente 1800 lavoratori che svolgevano un servizio importante per la vivibilità della città. La logica era semplice: la giunta Cammarata ha deliberatamente scelto di scaricare il peso di una vertenza difficile su chi sarebbe arrivato dopo. Grazie alla determinazione della nostra giunta, e alla collaborazione di Regione e Governo nazionale, si è giunti ad una soluzione che dal 2 maggio riporterà i lavoratori in servizio. Un mezzo miracolo che avrà certamente effetti benefici su Palermo.

3) È stata annunciata la vendita di parte delle azioni della società aeroportuale GESAP realizzando con il ricavato investimenti sullo scalo palermitano. Come giudichi questa operazione? 

Gesap ha bisogno di una ricapitalizzazione e il comune di Palermo non può permettersi di investire risorse cospicue per il rilancio di uno scalo portuale che potrebbe diventare il collegamento tra Europa e nord Africa, tra Mediterraneo e Oriente. Abbiamo scelto, qualora ci fossero le condizioni economiche adeguate, di rinunciare ad una parte del capitale pubblico ma il Comune di Palermo continuerà ad essere parte del pacchetto azionario di Gesap. L'operazione è interessante anche perché abbiamo scelto che il recupero di queste risorse sarà investito in attività sociali ed educative.

4) Dopo la bocciatura da parte del tribunale della proposta di concordato avanzata per affrontare la montagna di debiti di AMIA (rifiuti) quali azioni metterete in atto?

Il Comune di Palermo ha fatto tutto il possibile per evitare il fallimento di AMIA, le cui responsabilità sono state già accertate dalla magistratura. Cammarata e Galioto sono responsabili di una vicenda che, oltre al carattere amministrativo, ambientale e sociale, ha una valenza giudiziaria. Il Comune, nella proposta di concordato, ha messo Palazzo La Rosa, un gioiello del Centro Storico, le azioni dell'azienda del Gas e pure i crediti vantati nei confronti dell'Ato. Ma non è bastato. Ormai l'azienda è fallita, anche grazie al contributo dei commissari nominati dal Governo Nazionale che da oltre due anni dirigono l'Amia. È un paradosso: il Comune detiene il 100% di una azienda che è stata gestita dal Governo nazionale, tramite tre commissari strapagati che ne hanno aumentato i debiti. Dopo la sentenza del tribunale fallimentare? il Comune si è dichiarato disponibile, nei modi e nelle forme previste dalla legge, di gestire l'azienda salvaguardando il livello occupazionale e la pulizia della città.

5) Palermo si avvia a diventare de jure – oltreché di fatto – città metropolitana, tra le tue deleghe c'è quella al decentramento quali azioni avete individuato per non subire ma governare questo cambiamento di assetto  istituzionale (e di dimensioni)?

Le riforme istituzionali cambieranno la filosofia del decentramento a Palermo. Infatti ci stiamo attrezzando per costruire un decentramento reale, partecipato. Palermo è stata definita "la città delle città" e le logica di una città policentrica sarà la nuova bussola per ripensare Palermo.

6) Da amministratore pubblico come valuti lo stallo prodottosi a Roma e quali richieste avete nei confronti del governo che verrà?

A livello nazionale mi pare ne la situazione sia disastrosa. Usciamo dalle urne riproponendo l'assetto istituzionale antecedente alla elezioni con un governo di grande coalizione che ricalcherà gli indirizzi politici del governo Monti. In questi ultimi anni il taglio ai trasferimenti agli Enti Locali è stato costante: ciò ha costretto i Comuni ha diminuire la spesa e pertanto a rendere meno efficienti i servizi oppure ad aumentare le tasse locali con grave danno per le tasche dei meno abbienti. Bisogna invertire la tendenza. Chiediamo che il nuovo governo sviluppi una maggiore attenzione alle città e ai servizi per i cittadini.

7) In chiusura uno sguardo sulle sorti della sinistra: l'alleanza sinistra-idv a Palermo come a Napoli è riuscita – con il contributo determinante dei due candidati sindaco Orlando e De Magistris – ad affermarsi, a livello nazionale invece la lista “Rivoluzione civile” ha subito un pesante sconfitta. Cosa ritieni debba fare la sinistra nel suo complesso (e Rifondazione in particolare) nel breve e medio periodo per uscire da una situazione di marginalità?

Abbiamo bisogno di una sinistra unita a livello nazionale, l'esperienza di Rivoluzione Civile è stata fallimentare e non ha lasciato nulla di buono anche per responsabilità del suo leader che si è dichiarato immediatamente pronto ad accettare incarichi di sottogoverno dal presidente Crocetta. Bisogna costruire una sinistra che metta dentro tutte le culture critiche: dai comunisti ai socialisti, dai cattolici ai laici, un nuovo processo politico che guardi alle esperienze di Siryza, Linke, Front de Gauche... Esiste uno spazio a sinistra del Pd che non deve e essere subalterno al Pd ma che deve aprire col Pd la nuova partita per l'egenomia, per dirla con Antonio Gramsci. Se non facciamo questo, rischiamo di essere sempre più marginali e di dover pietire qualche posto in lista o qualche alleanza capestro pur di far vivere nelle istituzioni una voce di sinistra. Ormai è necessario avere una forza politica della Sinistra che recuperi e rinnovi il patrimonio della sinistra italiana. Serve una Rifondazione della sinistra plurale.

Immagine tratta livesicilia.it

Ultima modifica il Lunedì, 29 Aprile 2013 22:04
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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