In nome del decoro, nelle città neo-liberali (II)

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Mendicanti, venditori ambulanti, clochard, rom e sinti, migranti, bancarelle abusive, “tossici”, centri sociali, murales e graffiti, manifesti abusivi… sono queste le vittime contro cui si scagliano i poteri istituzionali, l’ideologia del decoro e del bello, della purificazione che maschera il suo intento politico di “eliminazione” dell’alterità non conforme e non normata, dell’alterità inutile, che non produce né spende.

Pubblicato in Umanistica e sociale
"Gli utenti cercano conferma delle proprie opinioni a prescindere dalla verità". Lo dice Laura Boldrini introducendo il convegno Non è vero ma ci credo - Vita morte e miracoli di una falsa notizia, organizzato in Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio martedì 29 novembre 2016. La Presidente della Camera aveva pubblicato pochi giorni fa alcuni dei messaggi (con nomi e cognomi degli autori) ricevuti in tre anni di attività, densi di offese: "ognuno si deve assumere le proprie responsabilità". "Il tuo datore di lavoro deve sapere chi sei" se decidi di aggiungere un posto alla "galleria degli orrori" dei commenti, secondo una delle massime autorità della Repubblica.

Un esempio dei più recenti, citati per rendere chiara l'urgenza del tema trattato: la falsa notizia del presunto divieto di fotografare o filmare deputati fannulloni, ripresa e commentata senza alcuna verifica. "Nessun giornale, nessun sito, quando l'ufficio stampa della Camera ha smentito, ha ripreso il nostro comunicato", segnala Boldrini.
Pubblicato in Umanistica e sociale
Martedì, 05 Luglio 2016 00:00

Città tossiche

Città tossiche

Le problematiche ambientali in Italia ormai sono all’ordine del giorno. I roghi di Pianura e Scampia, i cumuli di spazzatura nelle periferie del sud Italia, il “mercato” dello smaltimento sempre più in mano alle mafie e al loro universo gravitante.

Uno dei casi più emblematici arriva dallo smaltimento dell’amianto, un problema irrisolto per il nostro paese, sempre più ostaggio di immondezzai sparsi e discariche abusive.
Un business che non vuole fermarsi, un’ occasione redditizia per chi vuole produrre ricchezza causando danni all’uomo e all’ambiente. La soluzione sembra essere lontana da una definitiva via d’uscita e il decreto Sblocca Italia emanato dal governo alla fine del 2014 non fa altro che intorpidire le acque.

Pubblicato in Territori e beni comuni
Martedì, 19 Aprile 2016 00:00

Solo una questione di quorum?

Allora, proviamo a tirare le fila. Che sia stata una campagna elettorale allucinante penso sia pacifico. Semplificazioni eccessive, mistificazioni, impegni non rispettati ma anche affermazioni che hanno del tutto svilito le istituzioni di questo paese e strumentalizzazioni a coprire faide interne al Partito Democratico. Ma proviamo ad andare con ordine.

Sette regioni e due province italiane riescono a far dichiarare legittimo dalla Corte di Cassazione un quesito sulla gestione delle piattaforme petrolifere entro le 12 miglia marittime dalle coste italiane (leggi qui). Inizia così una campagna referendaria che, invece di riconoscere i limiti della consultazione ed insistere su quelli che potevano essere le ragioni, per quando non semplici, condivisibili, tira di mezzo tutto e il contrario di tutto, aprendo così la strada ad un teatrino che se non avesse del drammatico, potrebbe darci da ridere per settimane.

Pubblicato in Società

Partecipazione e processi partecipativi: il caso Toscana.

Nella bella cornice del parco di via Betti si è svolta, nella giornata di Domenica 21 Giugn,o un’iniziativa sul tema della partecipazione attiva e sui modelli per cui essa viene declinata. L’iniziativa è stata promossa dal Municipio dei Beni Comuni, spazio politico pisano da tempo ormai attivo su svariati temi (ambiente, integrazione, beni comuni, welfare dal basso), nato in seno al grande progetto di recupero dell’ex colorificio e proseguita fino all’ultimo modello di alternativa reale: l’ex distretto militare Curtatone e Montanara rinominato alla sua liberazione in Distretto 42. L’assemblea ha visto sul proprio tavolo una serie di “ingredienti” molto interessanti; esperienze narranti di situazioni diverse tra loro ma pur sempre imparentate fortemente. Progetti nati dal basso, su iniziativa prettamente popolare che creano o hanno creato veramente partecipazione.

Pubblicato in Toscana
Domenica, 27 Gennaio 2013 00:00

Partecipazione e rivoluzione

Tra le condizioni istituzionali di avvio di quelle esperienze progressiste latino-americane che hanno compiuto da più tempo una netta scelta socialista (nell’ordine: Venezuela, Bolivia, Ecuador) c’è la trasformazione radicale avvenuta nella forma della rappresentanza del popolo, dal livello del piccolo comune per arrivare al parlamento nazionale. Sarebbe un errore ritenere che queste esperienze si basino semplicemente su una serie di riforme sociali, l’azione di un partito o più partiti di ispirazione socialista, la partecipazione popolare organizzata: quest’ultima infatti non sarebbe in grado di dispiegarsi a fondo.

In Venezuela prima della vittoria nel 1998 di Hugo Chávez alle elezioni presidenziali il sistema delle forze politiche di governo appariva estremamente corrotto, quindi apparivano estremamente corrotti i rappresentanti eletti del popolo. Essi si assicuravano il voto di gran parte della popolazione povera (l’87% per cento della totalità dei venezuelani di allora!) comprandolo o in cambio di favori. Naturalmente questo aveva prodotto anche la disponibilità di una parte del popolo al sistema politico, cioè aveva corrotto, tanto o poco, la mentalità di una parte della popolazione povera.

Pubblicato in Internazionale

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