Lunedì, 03 Febbraio 2014 23:56

La Seves è aperta e piena di vita

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Affacciandosi ai cancelli al 360 di via Reginaldo Giuliani a Castello chiunque avrebbe pensato di aver sbagliato posto: uno la sera esce di casa per andare a portare la propria solidarietà ai lavoratori della Seves che hanno deciso di occupare la fabbrica e si trova davanti una folla enorme di persone che aspettano di entrare.

Quella che hanno organizzato gli operai della Seves di Sesto Fiorentino non è un’occupazione qualunque: dopo anni di alti e bassi, di minaccia di chiusura e promesse di riscatto, i lavoratori hanno deciso di aprirsi alla cittadinanza con iniziative pubbliche. Si è iniziato ieri sera, il 3 febbraio, con una gara di improvvisazione teatrale organizzata dalla Lega d'Improvvisazione Firenze. Tantissime persone accorse, chi per solidarietà e chi per curiosità, hanno avuto modo di passare una serata in allegria circondati da un contesto diverso dal solito.

Per chi segue le vicende fiorentine, il nome della Seves non suona certo nuovo: la famosa fabbrica di mattoni di vetro nel bel mezzo della frazione di Castello a Sesto Fiorentino ha animato le cronache locali per molto tempo. Le circa cento persone impiegate nella stabilimento sarebbero state coperte, come da accordo, dalla cassa integrazione fino al prossimo 8 giugno, se non fosse che la scorsa settimana è stata comunicata loro la notizia di aprire le procedure di mobilità che porterà alla chiusura dello stabilimento.

È stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso: dopo mesi di false promesse, presunti compratori inesistenti e scuse campate in aria, i lavoratori si sono riuniti in assemblea permanente ed hanno occupato la fabbrica. E la loro occupazione continuerà a coinvolgere quanta più gente possibile: dopo le risate di ieri sera, replicheranno la prossima settimana con una gara di cucina. Il tutto per dimostrare che la Seves è tutt’altro che morta: uno stabilimento che ha sempre tenuto alto il nome del made in Italy, piena di persone che hanno tanta voglia di fare non può chiudere.

Sosteniamo quindi chi vuole contrapporre il grigiore e la tristezza di una fabbrica chiusa alla vitalità di uno stabilimento pieno di lavoratori che producono e di gente che si diverte. Sosteniamo i lavoratori della Seves.

Beccai

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