Il mese di Marzo, infatti, ha portato con la pioggia anche tre nuove richieste per la costruzione di ripetitori telefonici, due per conto di Telecom e uno di Ericcson per conto della 3, portando nuovamente il clima nel comune ai livelli di guardia. A scatenare le ire della popolazione, spalleggiata questa volta dall'amministrazione comunale, anche la specifica ubicazione di queste nuove antenne, alte ben 27 metri, che stando almeno alle prime richieste potrebbero sorgere a ridosso di due zone residenziali e a pochi passi da due edifici scolastici (una della frazione ed una, la scuola media Galilei, nel Capoluogo).
Un bel grattacapo per una località e per un comune, che in una manciata di kilometri assommano gli effetti elettromagnetici di una ferrovia (con piccola centrale annessa), di una cabina della Telecom, di altre antenne della telefonia sparse per il territorio (6 in tutto) e, come se non bastasse, dell'elettrodotto “La Spezia-Acciaiuolo”.
Tutti elementi che, malgrado l'inesistenza di prove definitive sul collegamento diretto fra leucemie ed inquinamento elettromagnetico, hanno fatto del comune e della piccola località una zona critica, da sempre al centro di polemiche per tanti casi di leucemia. Statistiche che pochi anni fa, nel 2008, avevano anche attirato l'attenzione dell'Asl di Empoli, che a suo tempo condusse uno studio senza però riuscire ad individuare cause certe, limitandosi a evidenziare quella che probabilmente è una criticità dovuta all'incredibile sovrapposizione di tanti fattori di rischio (non ultimo anche quello rappresentato dalle numerose aziende per la lavorazione della pelle, storico comparto della zona).
A scaldare ulteriormente gli animi, inoltre, sta in particolare l'atteggiamento di una delle aziende coinvolte. Mentre infatti Ericcson avrebbe, fin dalle prime reazioni critiche, accennato alla volontà di trovare un accordo col comune (intento peraltro proprio in questo periodo da elaborare il piano strutturale), Telecom non ha fin'ora dato segnali positivi, concentrandosi peraltro su due terreni privati nel cuore dei centri abitati di Montopoli e San Donato. Cosa pienamente consentita peraltro dalla legge ancora vigente in materia, varata nel 2002 dal governo di centrodestra a firma Gasparri e meglio nota come “Antenna selvaggia”. Normativa che consente alle compagnie telefoniche di fare in pratica quello che vogliono.
I cittadini intanto si organizzano per mettere in scena tutto il necessario, di concordo con un'amministrazione che fin dall'inizio ha reagito negativamente alle proposte delle due compagnie, chiedendo esplicitamente, in due affollatissime assemblee delle consulte territoriali, che la società civile si muovesse dal canto suo parallelamente alle istituzioni. Un “gioco di sponda” e di logoramento ai lati, quello popolare e quello prettamente amministrativo, che non ha alcuna intenzione di fermarsi, tant'è che se da una parte di paventano carte bollate dall'alta è già scattata una raccolta firme con tanto di boicottaggio in massa delle due compagnie.
La petizione, che in questi giorni sta facendo rapidamente il giro di tutti i bar e i luoghi pubblici del comune “esprime ferma contrarietà alla modalità messa in atto da Telecom di richiedere l’autorizzazione agli impianti senza una preventiva concertazione con l’amministrazione e la popolazione di Montopoli” sottolineando la necessità di “collocare i nuovi impianti di telefonia mobile lontano dai centri abitati e dalle scuole” e chiedendo di “concertare nuove localizzazioni all’interno di una programmazione che interessi tutti i Comuni del Valdarno Inferiore, e preferibilmente su suolo pubblico”. Fra le armi in pugno al comune anche il tentativo, di concerto con gli altri comuni della zona di elaborare un Piano Intercomunale per l'identificazione dei siti idonei. Pianificazione territoriale che sarebbe a quel punto fatta anche con l'ausilio di ditte specializzate nella simulazione delle aree colpite dalle onde.
Proprio nei prossimi giorni, intanto, è previsto un nuovo incontro con i responsabili di Telecom.
Immagine tratta da ambiente.liquida.it