Martedì, 29 Gennaio 2013 23:57

Sul pirogassificatore la Regione torna in campo

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Ben 108 pagine per ribaltare due anni di sentenze. E' con questo libello che la Regione Toscana ha deciso di impugnare la sentenza del Tar sul pirogassificatore Waste Recycling fra Castelfranco Di Sotto e Santa Croce sull'Arno.

Dopo l'annullamento dell'autorizzazione al contestatissimo impianto, decretato con la sentenza dello scorso 23 dicembre e a seguito dei ricorsi effettuati dal Comune di Castelfranco, dal Comitato e da Rifondazione Comunista. La Regione a sorpresa prende iniziativa nel tentativo di salvare l'impianto in attesa della decisione del Consiglio di Stato [A MARGINE IL TESTO DELL'IMPUGNAZIONE]. Tutto questo, si noti, prima che la stessa azienda abbia presentato alcunché.

L'ultima e definitiva decisione in merito al pirogassificatore, infatti, sarà pronunciata dal terzo grado di giudizio fra alcuni mesi, probabilmente nel 2014, a seguito della già annunciata volontà dell'azienda di ricorrere. In attesa di quella data, che segnerà una volta per tutte la fine di una diatriba durata oltre due anni, la sentenza del Tar di dicembre impone, nei fatti, uno smantellamento delle strutture. L'impianto (lo ricordiamo) era stato completato, malgrado il processo fosse in corso, in virtù di una sentenza del Consiglio di Stato di maggio. Mentre il processo sulla legittimità dell'autorizzazione si stava ancora sviluppando, in parallelo il procedimento sulla “sospensiva” dei lavori di costruzione del pirogassificatore era, nel corso del 2012, andato avanti, vedendo prima prevalere in toto le ragioni dei ricorrenti “contro” e poi, in Consiglio, assistendo al parziale riconoscimento dei diritti dell'azienda a chiudere gli appalti con le aziende interessate alla costruzione. In parole povere il Consiglio di Stato aveva riconosciuto all'azienda il diritto a finire l'impianto, fermo restando che esso non poteva essere attivato finché non fosse finito il processo.

Adesso, a sentenza pubblicata, non resterebbe che smantellare tutto coerentemente con la decisione dei giudici, anche con l'eventuale pendenza di un ricorso. Ed ecco che in questi giorni entra in scena la Regione Toscana, che fa formale richiesta di appello nel tentativo di ottenere una sospensione dei lavori (questa volta di decostruzione) in attesa che anche il Consiglio si esprima sulla vicenda. Una decisione che potrebbe avvenire già a metà febbraio.

Fra le ragioni messe in campo dagli avvocati della Regione vi sarebbero quelle legate, in particolar modo, alla natura sperimentale dell'impianto. Asse portante dei ricorsi, il fatto che l'inceneritore potesse essere definito sperimentale aveva rappresentato per i giudici una ragione sufficiente affinché l'iter effettuato venisse considerato nullo. L'autorizzazione, infatti, è stata data dalla Provincia, mentre secondo il Tar avrebbe dovuto essere a carico della Regione. Non a caso buona parte del ricorso verte direttamente o indirettamente su questo punto, nel tentativo di evidenziare come “la pirogassificazione sia oramai una tecnologia matura e consolidata nel mondo”.

Sdegno, ovviamente, da parte di comitati e ricorrenti, che nel migliore dei casi si limitano a porre domande (evidentemente retoriche) al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

«Apprendiamo con immenso sdegno che la Regione Toscana ha impugnato la sentenza del Tar. Toscana che nel dicembre scorso aveva annullato l'autorizzazione per l'impianto di incenerimento rifiuti di Castelfranco di Sotto – scrive l'avvocato Luca Scarselli dell'Unione Inquilini, organizzazione che appoggiava il ricorso di Rifondazione Comunista. – Non comprendiamo questo “accanimento terapeutico” in favore di due società private. Il caro presidente Rossi deve oramai rispondere a varie domande e visto che non ha ancora mantenuto la sua promessa di un incontro pubblico, gliele rivolgiamo direttamente. Ci chiediamo perché la Regione Toscana difende così spudoratamente un impianto così piccolo, definito da un grande esperto come un “semplice forno per pizze”? Dove sta l'interesse regionale in tutto ciò? Non dovrebbe forse la Regione ed il suo presidente avere un atteggiamento imparziale?Forse dobbiamo tragicamente e polemicamente annunciare la morte della imparzialità? Difatti, abbiamo visto tanto. Abbiamo visto il presidente Rossi “mettere la faccia” in un simile impianto ed i cittadini stupefatti chiedersi il perché. Abbiamo visto il presidente Rossi presentarsi ad una conferenza stampa congiunta con la società Nse Industry, in cui lavora l'ex assessore regionale Agostino Fragai, e sponsorizzarla nella misura in cui fa una società di scarpe sponsorizza un giocatore di calcio. Ed ora vediamo la Regione Toscana che prende l'iniziativa per impugnare la suddetta sentenza del Tar, e vogliamo sottolineare che la Regione Toscana prende l'iniziativa per l'impugnazione (!!), dovesse questo particolare sfuggire ad i cittadini. Non si preoccupi caro sig.Rossi non vogliamo insinuare niente e nei confronti di nessuno, ma solo pretendiamo delle rispose visto che siamo cittadini e non sudditi».

Evidentemente sorpreso anche il Comitato Antinquinamento:

«Dopo la vittoria che avevamo ottenuto presso i tribunale della toscana, sapevamo che la ditta Waste Reciclyng prima o poi avrebbe nuovamente fatto ricorso al consiglio di stato a Roma: è nei suoi diritti, ma mai avremmo immaginato che a notificare il ricorso sarebbe stata la Regione Toscana con la firma del suo presidente Enrico Rossi. – spiega Aurora Rossi, presidente del Comitato – Quale è il suo interesse? Certo, a meno di un mese dalle elezioni politiche, deve essere grosso e noi vogliamo saperlo! Venga a spiegarcelo, caro presidente Rossi il perché lei continua a difendere e con tanto accanimento una industria privata. E’ tanto tempo che la aspettiamo, aveva promesso di venire, ma evidentemente o ha paura o non ha spiegazioni da darci, ma ora scusi , ma noi vogliamo saperlo, perché lei ha varcato il segno! Lei continua a favorire una ditta privata spendendo soldi pubblici! Sinceramente, lei crede che sia’ questo il suo ruolo di presidente di regione? Lei dovrebbe avere altre cosa da fare o da pensare che non siano la Waste Reciclyng o la NSE costruttrice di inceneritori! Con questo nuovo ricorso la regione toscana ha chiesto la sospensione della sentenza del Tar e il tempo in cui verrà trattata potrebbe essere già la prima settimana di febbraio, nel caso in cui poi il consiglio di stato a Roma sospendesse la sentenza del TAR, l’inceneritore potrebbe essere messo in funzione. E questo è sbalorditivo! Perché questa mossa? Dove è l’interesse comunitario? Che interesse ha la regione toscana nella figura del suo presidente Enrico Rossi perché la ditta Waste Reciclyng di Castelfranco di Sotto ottenga a tutti i costi il permesso ad incenerire i rifiuti? Lascio ai lettori ma ancora di più agli elettori delle prossime elezioni, le deduzioni e le risposte. E’ certamente possibile capire l’interesse della ditta, ma non certo quello di Enrico Rossi! Inoltre, nella precedente sentenza il TAR aveva sentenziato che era la Regione Toscana ad essere competente al rilascio dei permessi per l’incenerimento dei rifiuti, e non la provincia, come in effetti era avvenuto; ora con questo ricorso la regione smentisce se stessa e noi restiamo sempre più stupefatti di chi ci amministra e dalle continue scelte di certi politici».

Intanto su Facebook, nel tam tam su internet e negli indirizzari, circola da ore un appello a ribellarsi e manifestare la propria contrarietà alla decisione della Regione.  

Ultima modifica il Mercoledì, 30 Gennaio 2013 01:51
Nilo Di Modica

Nato a Pisa nel 1984 e residente a Santa Maria a Monte, nella Zona del Cuoio, tenta disperatamente di studiare filosofia nel capoluogo, barcamenandosi fra varie passioni e mestieri, tra politica ed Arci, filosofia francese e giornalismo. Dal 2003 collabora come freelance per alcune testate locali e nazionali, on-line e sulla carta stampata (fra le quali Il Tirreno, 5avi.net, Controlacrisi.org). Aree d'elezione: eventi culturali e cronaca politica, con particolare riferimento alla provincia di Pisa.  

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