Mercoledì, 15 Marzo 2017 00:00

E il fascista cita Voltaire

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E il fascista cita Voltaire

Sorseggiando un osceno vinello
consumato da brame di trono
di verde vestito già cede al rovello
il tristo leghista che non ha perdono.

Non valsero i voti di Como o Varese
per rimborsarlo di quello che spese,
né il supporto di Biella o Vicenza:
l’erede di Bossi non ha più pazienza.

Non c’è più Padania, non c’è Lombardia:
la Lega si innova com’è giusto che sia,
l’Italia pretende, e il sud soprattutto
la Lega lo renderà assai meno brutto.

Da Roma a Salerno, da Napoli a Lecce
ora Trenitalia c’ha pure le frecce,
scordò la sua terra ed il suo savoir-faire:
rimase un fascista che cita Voltaire.

S’affanna il leghista, s’adira il terrone:
il nuovo fascismo è colonizzazione,
non siamo razzisti, la Lega spregiamo,
a Napoli certo noi non la vogliamo.

Allora compunto, con pianto e clamore
ferito il leghista mostrò il suo rancore
ché negri e terroni sono tutti uguali,
irriconoscenti, ignoranti, brutali.

Non c’è più Padania, non c’è Lombardia:
la Lega si innova com’è giusto che sia,
l’Italia pretende, e il sud soprattutto
la Lega lo renderà assai meno brutto.

Da Roma a Salerno, da Napoli a Lecce
ora Trenitalia c’ha pure le frecce,
scordò la sua terra ed il suo savoir-faire:
rimase un fascista che cita Voltaire.

 

(Il poeta suggerisce come area quella de La vecchia che salta con l'asta, qui)

Ultima modifica il Lunedì, 13 Marzo 2017 22:58
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