Mercoledì, 09 Ottobre 2013 00:00

Monte dei Paschi: si tagliano i posti di lavoro

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Ottomila dipendenti in meno in sei anni, con mille esuberi in più di quanto ipotizzassero anche le peggiori previsioni. Il nuovo piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi, che formalmente allunga di due anni i tempi di applicazione del piano industriale 2012-15, porterà il terzo gruppo bancario italiano a diminuire il suo “capitale umano” da 31mila a 23mila addetti.

Quasi il 30% in meno. Visto che la riduzione di organico ha già interessato in 24 mesi circa 2.700 lavoratori, nel prossimo quadriennio se ne dovranno andare via altri 5.300. E solo 700 di loro, segnala il direttore finanziario Bernardo Mingrone arriveranno “dal naturale turn-over del gruppo”.

Quanto agli altri, una parte di loro resterà al lavoro. Vista la conferma a rinunciare a gestire in proprio il back office, circa 1.100 addetti saranno rilevati, come da anticipazioni dell'ad Fabrizio Viola, da una nuova società formata dal gruppo Bassilichi e con quote minori da Accenture e dalla stessa Mps. Poi Rocca Salimbeni fa sapere che ci saranno altre operazioni di esternalizzazione e di cessione delle attività “non strategiche”, insieme alla chiusura di ulteriori 150 sportelli da aggiungere ai 400 già eliminati negli ultimi due anni.

Ma per la maggioranza dei lavoratori il board di Mps prospetta il collocamento anticipato a riposo, con il ricorso al Fondo di solidarietà interbancario, “nell'ambito delle previste fasi di confronto con le organizzazioni sindacali”. Che già si erano divise sul piano originario 2012-15 che prevedeva “solo” 4.600 esuberi, sottoscritto da Fabi, Fiba Cisl e Uilca. Mentre la Fisac Cgil si è opposta e ha avviato una mobilitazione tuttora in corso, denunciando l'effetto a catena dei tagli e la rinuncia da parte di Mps di un effettivo rilancio del gruppo bancario, oltre alla decisione unilaterale di cancellare il contratto integrativo aziendale. Per il resto, il nuovo piano di ristrutturazione 2013-17 conferma quanto già anticipato nei giorni scorsi.

L'aumento di capitale da effettuare nel 2014 sarà di 2 miliardi e mezzo, destinati immediatamente a rimborsare 3 miliardi di Mondi Bond. “L'aumento – certifica l'ad Viola – permetterà di accelerare il rimborso dei nuovi strumenti finanziari. Saranno rimborsati per il 70% entro 2014, in via integrale entro il 2017”. Secondo il piano, il restante miliardo di Monti Bond, concessi al carissimo tasso del 9% dal Tesoro italiano, dovrebbe essere restituito grazie ai ritrovati utili della banca.

In questo lasso di tempo, i top manager accettano (bontà loro, ndr) di guadagnare un po' meno. Ma sempre cifre enormi, almeno a leggere la nota ufficiale di Rocca Salimbeni: “Mps si impegna a rispettare il limite massimo di remunerazione - concordato con la Commissione Europea per un importo pari a 500.000 euro - fino al completamento dell'aumento di capitale o al rimborso integrale dei Nuovi Strumenti Finanziari”. Cioè i Monti Bond.

Infine nel piano di ristrutturazione Mps si impegna a ridurre il portafoglio dei suoi titoli di Stato italiani dagli attuali 23 miliardi a circa 17 miliardi nel 2017. E concede la teorica possibilità che non arrivino investitori a sufficienza per l'aumento di capitale di 2.5 miliardi entro il 2014, fatto che porterebbe all'entrata del Tesoro nella banca attraverso la conversione dei Monti Bond in azioni Mps. Però la Borsa festeggiava già prima della presentazione ufficiale del piano - rialzo del 6,26% a 0,23 euro per azione, con passaggio di mano in piazza Affari di oltre 360 milioni di titoli, il 3,1% del capitale sociale – mentre per il via libera dell'Ue è solo questione di giorni.

Immagine tratta da qn.quotidiano.net

Riccardo Chiari

Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco e La Prospettiva.

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