Le opere di Agnese Sbaffi, Eamon Brown, Claudio Cerasoli, Eve Logue, Carlo Lazzari, Richard Magee, Nicole Furlan e Emma Nicholas sono il frutto della sinergia di diversi approcci espressivi. Un percorso creativo che gli otto artisti hanno intrapreso, insieme o singolarmente, per interrogarsi sulla condizione umana della perdita attraverso le loro esperienze, le loro storie personali, ma anche quelle collettive di due popoli finalmente a confronto.
Cos’è la perdita? È abbandono, è mancanza, è morte, è imperfezione. Tutte condizioni che portano l’uomo ad “attivare un’osmosi tra paesaggio interiore e paesaggio circostante o, al contrario, capaci di produrre rotture. Elaborare queste esperienze significa ritrovare se stessi nel flusso ininterrotto del cambiamento e dell’imponderabile e affermare il diritto a reperire un senso del mondo attraverso l’uso delle immagini”, scrive Maria Rosa Sossai di ALA.
L’allestimento in una stanza dello spazio dell’ISFCI catapulta il visitatore nell’intimità di un salottino di Derry. La grande gigantografia di un salotto realizzata da Claudio Cerasoli e Agnese Sbaffi e gli elementi decorativi infatti lo portano virtualmente in una casa dell’Irlanda del Nord.
Richard Magee si è chiesto in che modo si può far fronte alla perdita di una persona cara. Sul camino ha incorniciato i necrologi di un giornale di Derry. Cancellando tutte le informazioni che potessero ricondurre all’identità del defunto, porta il lettore ad esaminare le parole scelte dai famigliari per ricordare i propri cari.
Il video che passa ininterrottamente nella piccola televisione all’angolo della stanza è di Nicole Furlan. Le immagini sono minimali e volte ad esprimere una sensazione di smarrimento e assenza, conferite anche dal movimento del corpo della ragazza. Il video è per l’artista una rappresentazione della perdita e della morte interiore.
Carlo Lazzari affronta il vuoto in una proiezione di immagini. Persone davanti a un vuoto. Prima ci sono, poi non ci sono più. Un montaggio fotografico che con potenza trasmette una sensazione di precarietà tra la stabilità del terreno e il vuoto di fronte al soggetto. “Solo quando perdiamo tutto, riusciamo a capire il vero valore delle cose, questo è vuoto”.
Un altro tema legato alla perdita affrontato in questo spazio è la memoria. Eve Logue ha creato un oggetto tridimensionale e poi lo ha rappresentato fotograficamente cambiando perciò il modo con cui l’osservatore interagisce con esso. Claudio Cerasoli e Eamonn Brown invece affrontano un altro tipo di memoria, quella collettiva, simboleggiata dalle copertine della rivista “Gente” risalenti agli anni ‘60. I due artisti si sono riappropriati di queste immagini fotografandole, trasformandole in collage, dipingendole e rifotografandole restituendo così alla memoria un pezzo diverso, più ricco. Le foto sulla valigia sono un’opera di Agnese Sbaffi e Emma Nichols. Una fotografa e un’artista hanno lavorato insieme per rendere tangibile l’azione della mente che distorce, frammenta e ricostruisce un ricordo. E’ questo dunque un lavoro sulla memoria nel tempo. Sulle fotografie di un evento, intese come documentazione, è stato effettuato un intervento fisico di trasformazione e deformazione degli eventi stessi che rappresenta il lavoro della mente nel tempo sui ricordi.
I lavori nel salottino irlandese dialogano tra loro in maniera gentile e delicata. Le immagini di forte impatto emotivo e realizzate con grande professionalità dai quattro fotografi di Roma, si fondono e si completano insieme alle opere artistiche degli studenti di Derry accompagnando lo spettatore nella riflessione.
Nella sala posa dell’Isfci troviamo le testimonianze dell’esperienza fatta dagli artisti romani a Derry: un diario che raccoglie i materiali utilizzati durante il suo laboratorio alla VOID Art School di Derry nel mese di settembre e delle fotografie paesaggistiche scattate in banco ottico su lastra bianco e nero. La prima esperienza della “Trilogy” si concluderà con l’allestimento di un salotto romano negli spazzi della VOID Art School di Derry, il prossimo Dicembre. Consiglio vivamente a chi si trova a Roma di visitare l’installazione presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata. La mostra rimarrà aperta fino al 3 Novembre 2013.
Orari d’apertura: 10.00-17.00 dal 30 al 3 Novembre 2013-10-30 Via degli Ausoni, 1- Roma. Ingresso libero
Immagine tratta da www.alagroup.org