Come tutti ormai sapete, il gruppo è fiorentino e il nome della band nasce dall'indirizzo telex della storica sala prove utilizzata dalla band sin dagli esordi, situata in via de' Bardi 32, in pieno centro storico del capoluogo toscano.
Ma veniamo al concerto. Alle 20.30 c'è un gruppo d'eccezione ad aprire questa serata: i Diaframma di Federico Fiumani. Questa band si è formata a Firenze tra gli anni 70 e 80 e ha avuto una forte partnership con Piero e Ghigo. Mezz'ora abbondante di rock che ha trainato il pubblico verso la performance dei Litfiba. Oltre 2 ore di puro rock con tanta buona musica e tantissima politica. Forse di proposte se ne sentono più qui che nei salotti televisivi o nelle sedi dei partiti. Dopo un po' di attesa, ecco arrivare sul palco il tastierista Federico Sagona, il batterista Luca Martelli, il bassista Franco Li Causi. Poi naturalmente ecco Piero Pelù, in gilet e pantaloni attillati di pelle e Ghigo Renzulli, in t-shirt e berretto neri. Sullo sfondo campeggia la copertina dell'album "Terremoto".
La partenza è subito fiammante, un concentrato di puro hard rock. È un chiaro messaggio alle persone che lottano contro le mafie. Come ricorda Piero, l'omertà c'è anche in Toscana. Ed ecco che si sentono le note di "Resisti", ultimo brano del disco "El Diablo". Piero omaggia il "grande dittatore" di Charlie Chaplin con una palla a forma di mappamondo che lancia in mezzo alla folla. Il messaggio è accentuato con il pezzo successivo: "Dimmi il nome", singolo apripista dell' album "Terremoto". Pelù sferra un duro attacco al malaffare e al vecchio sistema di potere corrotto. Subito dopo viene affrontato un tema fortemente attuale come l'immigrazione. L'attacco di Pelù a Matteo Salvini e alla Lega è piuttosto netto. Il singolo "Africa" va giù come l'acqua e sferra un attacco al razzismo e alle intolleranze. La critica al sistema politico continua con "Dinosauro" che prende in giro l'Italia di Tangentopoli e i vecchi "dinosauri" della politica italiana che ancora oggi hanno in mano la loro fetta di potere.
Poi Pelù parte con una raffica di omaggi: prima "Sotto il vulcano" (in origine dedicata alla scomparsa di Augusto Daolio, leader dei Nomadi) e, a ruota, "Je so' pazzo" in onore di Pino Daniele. Il pubblico approva sentitamente.
Ma Pelù avverte: "lo spettacolo deve ancora cominciare". Parte il singolo apripista di "Spirito" e il pubblico è in delirio. Ha ragione Pelù. La band imprime un ritmo forsennato mantenendolo fino alla fine del concerto. Pelù è in forma smagliante, canta, balla e si muove su tutto il palco in continuazione. Ecco quindi "Animale di zona", dedicata all'impegnato parroco delle Piagge, don Alessandro Santoro. Al termine Pelù piazza un doppio colpo: prima al "fenomeno di Rignano" (il premier Matteo Renzi) per avere reso l'Italia un inferno e poi all'ex papa (dimissionario) Ratzinger. Parte la super hit "El Diablo". Tutti la cantano. Piccoli e grandi.
Poi il pubblico si placa leggermente. Piero dedica il pezzo successivo a un medico fiorentino che venne condannato per aver "favorito" l'eutanasia (in Italia è illegale): parte "Dottor M". Subito dopo uno dei tanti inni contro la guerra: sto parlando di "Linea d'ombra". Piero indossa l'elmetto come spesso accade in "Prima guardia".
Da qui in poi partono i grandi successi degli anni 90 targati Litfiba: le straordinarie hit dall'album "Spirito" ovvero "La musica fa" (sui piacevoli effetti di quest'arte sulle persone) e "Tammuria" (che esalta il sole perché scalda ed è uguale per tutti noi). Proseguono gli omaggi: da "Mondi Sommersi" ecco arrivare "Sparami" che è dedicata a una ragazza fiorentina recentemente vittima di stupro alla Fortezza. In realtà è anche una forte critica a un sistema-gabbia che dà tanta rabbia ai cittadini onesti. Anche il pezzo successivo parla di aria pesante, già condizionata a destra e a sinistra. Piero scherza con il pubblico sul caldo introducendo il prossimo pezzo: "Ora d'aria". Suonata in maniera divina con un lungo assolo di Ghigo Renzulli che infiamma il pubblico. Già proprio la gente. Pelù ci ricorda,musicalmente,che "siamo umani". Non può andare così. Bisogna cambiare forza per abbattere il potere. E la forza della gente è nelle idee. Solo così si potrà avere una rivoluzione. Uno dei pezzi più belli del concerto e dell'album "El Diablo", che chiudono la prima parte del concerto prima di una breve pausa. Il palco è "ostaggio" delle mamme del comitato "No inceneritore" che invitano il pubblico a lottare contro la politica locale, rea di essere asservita al guadagno facile e non alla salute pubblica.
Al rientro i Litfiba sono di nuovo caricati a molla. Il divertimento è assicurato. Ecco la hit "Fata Morgana" che parla dell'omonimo effetto ottico simile al miraggio. Uno dei migliori pezzi in assoluto della produzione della band fiorentina. Pensate sia finita qui? Assolutamente no. Prima Pelù dedica "Ragazzo" ai disoccupati e ai giovani che vengono sfruttati e pagati una miseria. Finendo per essere dimenticati e truffati dallo Stato. Poi il gran finale: una scorpacciata di grandi successi conosciuti da tutti. Prima l'inno "Spirito" sulla gioia di vivere liberi, poi il romanticismo (critico) di "Regina di cuori". Se qualche lettore pensa che le droghe leggere non siano un reato, sappiate che i Litfiba sarebbero con Voi. Ovviamente l'attacco alle leggi proibizioniste è espresso dalla giocosa "Proibito". L'ironia graffiante di Pelù non è finita qui. Poco dopo si mette il cappello da cardinale e parte "Gioconda". Il brano ironizza sulla farsa del matrimonio che viene identificato nel ritornello come un qualcosa che rende prigionieri per sempre. Piero poi annuncia l'ultimo brano ricordando quanto sia importante per chi suona avere ritmo. Parte la divertente "Ritmo 2" che,a suo tempo, rappresentò una svolta nel suono della band, con l'inserimento di campionamenti e dell'elettronica. Il concerto è finito.
Le luci sul palco si spengono. Parte della gente se ne va. Altri rimangono chiedendo a squarciagola il bis. Dopo qualche minuto, i Litfiba tornano sul palco e infiammano l'Arena del Visarno con la super hit "Cangaceiro" che (spesso) chiude i loro concerti. Ispirata da alcuni fumetti di Corto Maltese, la canzone parla di alcuni rivoluzionari brasiliani (cangaceiro significa bandito) che combattevano contro lo strapotere dei grandi latifondisti, chiamati Colonnelli. È un pezzo fiammante, il pubblico osanna i suoi beniamini, mentre Piero presenta la sua band. Il concerto è finito, ma quando si parla di Litfiba il divertimento è assicurato in mezzo a linguacce, cambi di maglietta, invettive contro lo Stato. In tempi duri per la musica italiana, Ghigo e Piero sono sempre garanzia di qualità.
TRACKLIST DEL CONCERTO:
• Resisti
Dimmi il nome
Africa
• Dinosauro
• Sotto il vulcano
• Lo spettacolo
• Animale di zona
• El diablo
• Dottor M.
• Linea d'ombra
• La musica fa
• Tammuria
• Sparami
• Ora d'aria
• Siamo umani
• Fata Morgana
• Ragazzo
• Spirito
• Regina di cuori
• Proibito
• Gioconda
• Ritmo 2#
BIS:
• Cangaceiro
Immagine tratta da: www.alessiobruchifotografia.it