MAKING MOVIES, DIRE STRAITS, * * * * *
Mark Knopfler - chitarra solista, chitarra ritmica e voce
John Illsley - basso
Pick Withers - batteria
altri musicisti: Sid McGinnis (chitarra ritmica) e Roy Bittan della "E-Street Band" (tastiere)
TRACKLIST:
Tunnel of Love
Romeo and Juliet
Skateaway
Expresso Love
Hand in Hand
Solid Rock
Les Boys
Iniziano gli anni '80. Il decennio precedente aveva portato alla ribalta il rock ed il cinema aveva partorito idee che avevano rivoluzionato la concezione della settima arte per le masse. Il titolo del disco (letteralmente traducibile con "facendo film", alcuni reali e altri mentali) unisce questi due concetti in maniera sintetica e rivoluzionaria. Tuttavia la fine degli anni '70 non fu facile per il gruppo.
David Knopfler si stufò degli Straits, ruppe il giocattolo e lasciò perché voleva più libertà creativa. Il fratello Mark, invece, capì che il momento buono stava per arrivare. La band scozzese, nota per essere in "terribili ristrettezze economiche" (questo il significato di Dire Straits), al suo terzo album fece il botto.
17 ottobre 1980: arriva Making Movies. Solo in Italia vendono qualcosa come 8 milioni di copie. Appena 7 tracce, ma piuttosto lunghe e qualitativamente insuperabili.
Mark Knopfler quando prende la sua fiammante Fender Stratocaster ha dimostrato di essere capace di farci qualunque cosa. L'inizio è da cardiopalma. Se nei primi album degli Straits si era abituati ad inizi più soft e strumentali, questa volta si capisce che Knopfler ha fatto autocritica. Ed ecco spiegato perché Making Movies è il disco della maturità della band e sarà destinato a diventare pietra miliare della discografia degli Straits.
Si parte con la magnifica Tunnel of love. Knopfler pesca da un negozio di dischi Carousel Waltz, una melodia di Rodgers e Hammerstein, e ci fa davvero entrare nel tunnel dell'amore senza farci più uscire. Il brano è narrativamente molto cinematografico e parla di solitudine, amore e incomunicabilità. Protagonisti della canzone una coppia che si innamora in una luna park. I due protagonisti si fermano ad ammirare altri amanti e ricordano quando i genitori li accompagnavano per la prima volta allo Spanish city (noto lunapark di Londra). Alla fine della serata trascorsa insieme, però, pur provando reciprocamente qualcosa, sono frenati dalla paura e si separano come se non fosse successo niente. Knopfler paragona l'amore alle montagne russe. Questa canzone ispirerà anche Bruce Springsteen che nel 1987 chiamerà una sua canzone (e l'album) con lo stesso titolo nel periodo in cui si stava separando dalla prima moglie. Va detto che il valore aggiunto di questo disco degli Straits si chiama Roy Bittan, tastierista della E-Street Band che suona stabilmente con lo stesso Springsteen.
La bellezza di questo disco prosegue con il singolo successivo, la splendida ballata d'amore Romeo and Juliet. In tutto il mondo conoscono questo pezzo per via del lungo assolo della chitarra di Knopfler che squarcia l'atmosfera romantica del brano. Si parla non solo della tragedia shakespeariana, ma soprattutto del fallimento della relazione di Knopfler con la cantante Holly Beth Vincent. Il protagonista della canzone rappresenta l'innamorato sincero, i cui sentimenti sono stati traditi oppure non vengono ricambiati.
Il terzo pezzo si chiama Skateway. È una canzone molto cinematografica (d'altronde l'album si chiama Making Movies...) che parla di una ragazza che pattina per la città ascoltando musica con il suo walkman (siamo negli anni 80, l'mp3 non esisteva). Il miglior modo per estraniarsi da una realtà amara.
A seguire ecco Expresso Love è un'altra ballata romantica che si riallaccia a "Tunnel of love". Il ritmo è alto, la Fender Stratocaster di Knopfler domina la scena per lunghi tratti. Ed è chiaro che per i fan degli Straits la frase "crazy for that girl" ben presto diventerà proprio lo strumento musicale che accompagna Knopfler nei concerti.
Il viaggio prosegue con Hand in Hand. Testo suggestivo, uno dei più riusciti dell'album. I sogni vengono lasciati da parte. Qui si ha la consapevolezza di un amore finito, la musica scandisce l'immagine di un pomeriggio passato in casa con le luci spente. Fuori diluvia e ci sono poche speranze. Un pezzo fra i più sottovalutati della band. Forse è per la malinconia che gli ascoltatori lo hanno snobbato.
La penultima traccia è Solid Rock, pezzo particolarmente coinvolgente nei concerti degli Straits. Spesso Knopfler lo ha proposto in coppia con Eric Clapton e i risultati sono altissimi. L'energia di questo pezzo è contagiosa e tutti i musicisti sembrano elettrizzati solo all'idea di suonarla (date un'occhiata qui).
Il pezzo di chiusura è Les boys. Knopfler si diverte a strimpellare la chitarra parlando di un locale gay di Monaco di Baviera e cita il poeta e drammaturgo francese Jean Genet. Il livello si abbassa rispetto al resto del disco che portò gli Straits nell'Olimpo del rock. Visti gli attuali tempi di vacche magre, riascoltare questo album fa un certo effetto. E la nostalgia torna prepotentemente a bussare alla porta tanto che viene da urlare "Dire Straits tornate insieme"!