Giovedì, 22 Agosto 2013 00:00

Il decennio d’oro della musica indipendente canadese: la scena di Montreal

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2003. Dopo oltre due anni di travagliata esistenza e di ripetuti cambi alla line up, finalmente esce il primo EP di una oscura band di Montreal, nata grazie all’ incontro in una galleria d’arte fra lo studente Win Butler con Régine Chassagne, perfomer di musica medievale e jazz. La loro storia d’amore diventa anche il nucleo centrale attorno al quale si forma uno dei gruppi più significativi del decennio passato: gli Arcade Fire. Ci vorrà un altro anno prima della pubblicazione del loro primo album sulla lunga distanza, il già classico Funeral (2004), pietra angolare della musica indipendente dello scorso decennio e punto di riferimento imprescindibile per una nuova generazione di artisti canadesi non allineati nella infinita guerra fredda fra USA e UK. Funeral imprime

un marchio di fabbrica, uno stile selvaggio ma allo stesso tempo volto alla ricerca melodica, un approccio sbilenco, a tratti barocco, orchestrale e vivace; emana un'epicità donchisciottiana e un romanticismo naive; si tratta di un omaggio dionisiaco alla passionalità, di un modo sfacciato di mettere in mostra senza imbarazzo stati d’animo differenti e apparentemente contraddittori. Melodie oblique e baccanali orchestrali, sorretti da 15 musicisti e dai più svariati strumenti, riporta la tradizione folk e pop rock dei mostri sacri della musica canadese come Leonard Cohen e Neil Young verso nuovi orizzonti di libertà stilistica. 

Il 2003 non è solo l’anno di svolta per gli Arcade Fire. Segna anche l’esordio dei Wolf Parade, progetto dietro il quale si cela il famigerato e istrionico polistrumentista Spencer Krug il cui attivismo gli varrà ben presto il titolo di principale animatore della scena di Montreal. Assemblati alla bene e meglio in pochi giorni per fare da spalla ai concerti degli Arcade Fire, i Wolf Parade acquistano ben presto una dimensione propria grazie all’estro di Krug e soci che intepretano la lezione dei concittadini Butler & co. In una direzione ancora più schizoide e sgangherata. Apologies to the Queen Mary (2005), intricatissima accozzaglia di frammenti wave (Television), glam (David Bowie), noise (Dinosaur Jr.) e art pop (They might be giants), è forse il frutto più prelibato di una carriera che sta ancora dando ottimi risultati. Oltre agli altri lavori dei Wolf Parade, da menzionare sono sicuramente alcuni dei progetti paralleli di Krug come i Sunset Rubdown, autori di un indie rock di spessore su Random spirit lover (2007) e soprattutto su Dragonslayer (2009), e gli Swan lake, supergruppo canadese che raccoglie anche membri delle stelle dell’indie pop locale: i New Pornographers.

La ricchezza della scena di Montreal si riscontra anche in altre produzioni indipendenti. Fra queste, la più leggendaria è quella a firma Unicorns, band che in un solo anno di vita, sempre nel 2003, è riuscita a dar vita a un paio di (ottimi) dischi (Unicorns are people too, Who will cut our heir when we are gone) in cui la canadian way si contamina positivamente con il rock statunitense in bassa fedeltà, quello scanzonato e ironico di Pavement e Pixies, di fatto anticipando ciò che sarà lo stile di fondo che inspirerà i lavori della maturità di Arcade Fire e Spencer Krug. Dalle ceneri di questa ormai mitica formazione nasceranno gli Island, autori di un prezioso connubio di art pop, psichedelica e folk sul fortunato Return to the sea (2005).
Abbiamo visto come la tendenza di Montreal sia quella di rivisitare mescolando in maniera volutamente scomposta vari generi musicali per ricomporre uno stile corale, energico, sbilenco e scanzonato. Forse un elemento che è sempre mancato a queste band è stato un uso diffuso di sintetizzatori e altre strumentazioni elettroniche proprio in un'epoca in cui sempre più questi ultimi vengono utilizzati al fianco degli strumenti più tradizionali. Poco sorprendentemente, anche la scena di Montreal a partire dalla seconda metà del decennio tenderà ad andare incontro a questa esigenza, cominciando a sperimentare anche con l’elettronica. Emblematici di questo passaggio sono gli Handsome furs, i più orientati verso gli anti ottanta e il mito della new wave. Dopo il muscoloso e rumoristico Plague park (2007), il duo rimane folgorato dal synth pop oscuro e oppressivo che viene suonato e ballato nei club underground delle grandi città dell’est europeo, che hanno occasione di visitare durante il loro tour. Tornati in Canada, l’approccio neo psichedelico vicino a Echo and the Bunnyman e l’andamento oscuro e marziale dei Joy Division viene allora sapientemente mescolato con un synth pop da cortina di ferro che darà i suoi frutti sugli eccellenti Face Control (2009) e Sound Kapital (2011).

Ciò che ha reso speciale la scena musicale di Montreal dell’ultimo decennio non sta certo nel fatto che prima del 2003 non ci sia stato niente di interessante e che all’improvviso siano emerse dal nulla band dal caratura internazionale - sarebbe un errore pensarlo. Montreal era viva e florida ben prima del 2003 ovviamente, ma è a partire da quell’anno che le produzioni musicali, nella loro diversità, possono essere accumunate da una peculiare concezione musicale, da un modus operandi e da uno stile riconoscibile. Inoltre, prima del 2003 non si può parlare di una vera e propria scena cittadina, non c’era lo stesso spirito cooperativo, mancava quella collaborazione continua che ha invece permesso nell’ultimo decennio risultati strabilianti all’intera scena musicale.
La fisiologica perdita di ispirazione degli Arcade Fire, lo scioglimento degli Handsome furs e dei Wolf Parade nel 2012 ha indubbiamente indebolito l’appeal di una delle scene più interessanti al mondo. Come si vedrà nella seconda parte di questo articolo, sul finire del decennio, Toronto emergerà come nuova mecca della musica indipendente mettendo di fatto in secondo piano una scena cittadina che ha ancora, nonostante tutto, molte frecce al suo arco.

DISCOGRAFIA CONSIGLIATA
Arcade Fire - Funeral (2004)
Arcade Fire - Neon Bible (2007)
Handsome Furs – Plague park (2007)
Handsome Furs – Sound Kapital (2011)
Islands – Return to the sea (2005)
Sunset Rubdown – Dragonslayer (2009)
Unicorns – Unicorns are people too (2003)
Wolf Parade - Apologies to the Queen Mary (2005)

Immagine tratta da: www.hecktictravels.com

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Agosto 2013 16:21
Alessandro Zabban

Nato nel 1988 a Firenze, laureato in sociologia. Interessi legati in particolare alla filosofia sociale, alla politica e all'arte in tutte le sue forme.

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