Giovedì, 06 Ottobre 2016 00:00

Buonasera (signorina)

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Ad un “buonasera signorina” i “malati” di Buscaglione – tra i quali può essere annoverato chi vi scrive – risponderanno con un “kiss me goodnight” ma non per tutti la notte è buona o almeno non tutte le notti lo sono. Quella del 23 dicembre non lo è sicuramente per Giuseppe Molinari, socio di Jo Le Maire, che apre la porta a due spietati messaggeri di morte. O almeno così sembra...

Si apre dunque con il freddo e con la morte, a dispetto di un titolo allegro, il noir Buonasera (signorina) (Eclissi, 2016, p. 238, € 12,00) opera seconda dell'acese Davide Pappalardo (la prima, lo scorso anno, fu Milano Pastis del quale l'ultima pubblicazione è quasi il seguito).
E la notte del 23 dicembre è fredda come fredda, non soltanto meteorologicamente, era la Milano del 1970, nella quale i banditi non hanno né l'aspetto né l'atteggiarsi di quelli simpatici e sgangherati di “Noi duri”, altro simpaticissimo brano del repertorio buscaglionesco. E' una Milano cattiva: la Milano Calibro nove raccontata e trasfigurata da un intero genere letterario e cinematografico. Una Milano nella quale il bianco della droga prevale su quello della neve e sovente macchia entrambi di un rosso accesso che non è però né barbera né sangiovese.

Ma in questa Milano così poco accogliente ci sono anche i “buoni”, di quelli che non ti aspetti: sporchi, puzzolenti e un po' confusi. E' il caso dell'ex poliziotto Libero Russo, diventato un emarginato sociale e che ha nostalgia di una normalità che lo faccia uscire dal “pozzo nero e inconsolabile” di un amore che gli ha portato soltanto guai e gli tolga di dosso il masso degli eventi che lo ha schiacciato. Libero Russo che “non vuole competere, vuole vivere” si trova però a dover competere, nella città più competitiva d'Europa (anche per la mala), con balordi della peggior specie per trovare la soluzione ad un giallo inspiegabile.

Nel “pessimo affare che è la vita” si ritrovano tutti i personaggi di questo intreccio – chi con un distintivo vero, chi con uno giocattolo, chi con quello del criminale o della battona – e tutti giocano il loro ruolo in una città che, in fondo, scorrerà uguale a prima.

Ultima modifica il Domenica, 28 Gennaio 2018 15:30
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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