Mercoledì, 02 Gennaio 2013 00:00

Letture e visioni per la Befana

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Il sistema economico vigente crea dal nulla e impone abitudini a cui sottostare. Una di queste è il regalo di Natale. Un obbligo che impone la frequentazione di luoghi, che altrimenti eviteremmo come la peste: ipermercati, outlet, negozi di chincaglierie varie, nei quali acquistare oggetti per lo più inutili, che coloro che li ricevono si appresteranno a rigirare ad altri o a disfarsene in qualche maniera. La crisi non ha affatto messo in discussione questa pratica, poiché è sentita come un dovere da assolvere, magari ad un costo minore. Prima che la Coca Cola inventasse la figura del Babbo Natale vestito di rosso e di bianco, dalla taglia massiccia e la faccia grassoccia e barbuta, ad uso e consumo dell’uso del consumo, per noi bambini negli anni cinquanta la festa per antonomasia era la Befana. Giorno in cui si ricevevano i regali; a Natale c’era semplicemente il ceppo, inteso come mancia o dono di qualcosa di utile, alla lettera il ceppo era (ed è) un pezzo di legno per il camino (vi ricorda qualcuno?).

In attesa che maturino i tempi in cui lo scambio di regali sia svincolato da date canoniche, rendendolo davvero una sorpresa gradita a chi lo riceve, è opportuno orientare questa consuetudine verso un’effettiva utilità sociale. Regalare libri e DVD può essere una scelta, non nuova, ma almeno diversa, non nuova, ma almeno diversa, beninteso a condizione che essa cada fuori dalle solite proposte di stagione: l’ennesimo instant book di Bruno Vespa, l’ultima fatica letteraria della Susanna Tamaro o di Federico Moccia, l’opera omnia di Nanni Moretti, i testi di Antonio Negri, …; regali da fare rigorosamente dopo Natale, il che costituirà sicuramente una … sorpresa! Senza pretesa alcuna, intendo suggerire dei classici, dei classici veri, che in fin dei conti sono quei libri o quei film che non invecchiano mai, che anche a distanza di anni è sempre piacevole rileggere o rivedere, che ogniqualvolta rileggi o rivedi hanno qualcosa di nuovo da comunicarti.

Contro la follia della guerra e del militarismo potrei suggerire gli scritti di Remarque e di Lussu oppure i film di Kubrik, preferisco però proporre un registro diverso consigliando: Il buon soldato Sc’véik di Jaroslav Hasek e Comma 22 di Joseph Heller, il film del 1970 M*A*S*H di Robert Altman nonché la serie televisiva che ne è seguita. Tutte queste opere adottano uno stile ferocemente ironico, di un’ironia amara. Attorno al soldato semplice Sc’véik dell’imperialregio esercito asburgico, al capitano Yossarian dell’aviazione dell’esercito degli Stati Uniti, ai capitani medici “Occhiodifalco” Pierce e “Trappola” McIntyre c’è la tragedia della guerra. Attorno a loro c’è la morte, si uccide o si viene uccisi, si rimane mutilati, ma i nostri eroi resistono, ciascuno a modo suo. Resistono alla follia della guerra, all’arroganza e all’indifferenza dei comandi, alle assurdità evidenti dei regolamenti militari, basti citare a questo proposito il comma del titolo del romanzo di Heller: “L’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia. Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.”!

Un secondo gruppo di libri e DVD riguarda la condizione dei lavoratori e dei precari. Comincio col consigliare tre film, due italiani ed uno britannico. Il primo di questi è Omicron (1963) di Ugo Gregoretti, è a tutti gli effetti fantascienza: l’alieno Omicron, inviato per preparare l’invasione della terra, si impadronisce del corpo dell’operaio Trabucco, ne segue che … … …; il secondo film: Giovanna (1955, recentemente restaurato) di Gillo Pontecorvo e Franco Solinas parla della lotta delle operaie tessili della fabbrica “La Romita” di Prato; infine il britannico Bassed Off (1996), titolo italiano Grazie signora Thatcher) di Mark Herman che narra delle vicende individuali e collettive di un gruppo di minatori, molti dei quali sono anche componenti di una banda di ottoni, bella la colonna sonora, bellissimo il discorso del vecchio minatore capomusica: “… fossimo stati foche o balene qualcuno avrebbe pensato a noi, ma siamo solo minatori … “. Per il libri consiglio: La battaglia di John Steinbek, storia di uno sciopero di braccianti negli Stati Uniti della grande depressione e del suo fallimento; Dita di dama di Chiara Ingrao, destini diverso per due cugine, una all’Università l’altra in fabbrica, ma siamo nell’autunno caldo del 1969, Maria l’operaia che voleva affrancarsi dal suo destino di proletaria, attraverso la promozione a … dattilografa, troverà una ragione alla sua esistenza nelle lotte e nei rapporti umani con le compagne; infine Incroci di sguardi. Conversazione su matti, precari, anarchici ed altre pecore nere di Ascanio Celestini e Alessio Lega, autobiografia personale (Ascanio Celestini appunto) e di una generazione, di un’insolita ricchezza narrativa come Celestini ci ha abituato nei suoi spettacoli.

Ho lasciato da ultimo le proposte per i ragazzi, che però possono essere usufruite anche dagli adulti, partendo da un classico: Pinocchio di Carlo Lorenzini detto Collodi, la cui trama è del tutto supefluo riassumere, un libro fatto più per essere riletto che letto; Le avventure di Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn entrambi di Mark Twain, un consiglio di lettura che più che per le due opere vuole invogliare alla scoperta di un autore notevole, spesso relegato fra gli autori per ragazzi, un libero pensatore nettamente schierato contro l’imperialismo e il colonialismo., memorabili a questo proposito la sue pagine contro Cecil Rhodes o contro i metodi usati dall’esercito americano contro i ribelli filippini di Aguinaldo. Infine consiglio un film di diversi anni fa, il cui bianco e nero può non incontrare il favore delle giovanissime generazioni, ma che è un bel film: La guerra dei bottoni (1963) di Yves Robert, narra di una “guerra” fra bande di ragazzini, ma anche di altre cose. Il Mereghetti lo considera un film militarista, in realtà non lo è affatto, basti ricordare la scena in cui il più piccolo di una delle due bande protesta contro l’imposizione di una colletta uguale per tutti, dichiarando che questa “non è repubblicana” e convince gli altri ad effettuare una “colletta progressiva”; né il film è neutrale di fronte ad altre questioni: il personaggio negativo, colui che tradisce la fiducia degli altri, è l’unico che frequenta la parrocchia. Comunque se volete provare i prezzi dei diversi libri o DVD sono accessibili, tranne forse quelli della serie televisiva di M*A*S*H, nonché rintracciabilissimi nel consueti canali commerciali di questo tipo di prodotti.

Ultima modifica il Giovedì, 03 Gennaio 2013 18:53
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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