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Tra numerose preoccupazioni a livello locale, nazionale e mondiale, una piccola notizia di poca importanza marca l’inizio dell’anno 2019. A O’ahu, nelle isole Hawaii, esattamente il primo gennaio 2019, alla veneranda età di quattordici anni si è concluso il ciclo vitale di George, l’ultimo rappresentante esistente di Achatinella apexfulva, una chiocciola endemica delle Hawaii.
Il 2019 è iniziato con il botto grazie a due importanti avvenimenti legati all’esplorazione spaziale.
Lo scorso 9 novembre Jocelyn Bell Burnell è stata ospite eccezionale di una conferenza organizzata dal Planetario di Torino e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nella sala del teatro Piccolo Regio Puccini, gremita da un pubblico di tutte le età. Ricorre infatti il cinquantenario della pubblicazione della rivoluzionaria scoperta delle pulsar.
Spesso le scoperte scientifiche sono finanziate e finalizzate per scopi bellici anche se la scienza, nella sua essenza profonda, non dovrebbe essere uno strumento di morte.
In vista della Conferenza Mondiale di Katowice (COP24) è uscito il rapporto annuale sul riscaldamento globale. E non ci sono buone notizie.
Una delle eredità meno piacevoli del positivismo ottocentesco, che ha avuto un revival nelle impostazioni riduzionistiche conseguenti allo sviluppo novecentesco della biologia molecolare, e ancora oggi sperimenta periodici e più o meno transitori ritorni di fiamma, è rappresentata dall’applicazione acritica di modelli evolutivi biologici al comportamento e alla cultura umana. Se non è stato difficile confutare, a livello intellettuale ma soprattutto politico, la prima, piuttosto rozza versione di questa proposta intellettuale, rappresentata dal Darwinismo sociale, le numerose ipotesi relative all’idea che lo sviluppo culturale e la posizione sociale siano, almeno parzialmente, determinate da fattori innati risultano in qualche modo più subdole e seducenti.
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