Sul rossobrunismo (II)
[La prima parte qui]
Mentre mi accingo a scrivere questa seconda parte di una riflessione dedicata al rossobrunismo, mi viene spontanea una domanda: “Ma è davvero così importante scrivere su/di esso?” Mi faccio questa domanda perché risulta evidente che i problemi comuni a noi italiani sono altri: il lavoro, il razzismo, l’incapacità delle opposizioni di saper contrastare le derive xenofobe e populiste delle destre. Nondimeno credo che spingere i compagni a riflettere sul pericolo di sottostare alla confusione ideologica non possa esser sottovalutato.
Losurdo e la lotta di classe
La vulgata neoliberale si è diligentemente impegnata a celare forme e contenuti della lotta di classe.
Fra profezie sulla fine della storia e discorsi retorici sul merito, a molti è apparso che il conflitto fra lavoro e capitale si fosse risolto in una società non ugualitaria ma comunque opulenta, piena di opportunità e caratterizzata dalla forte mobilità sociale. La crisi dei partiti comunisti e dei riferimenti culturali del socialismo, sembrava corroborare questa ipotesi ed stata da molti letta come il sintomo dell'avanzata di una società globale proiettata verso una piena pacificazione interna.
Di arte, politica e cantieri navali: alcune considerazioni a seguito di The Last Ship
La convergenza tra arte e politica è da sempre un tema allo stesso tempo importante e rischioso. In diversi momenti storici, l'introduzione di temi politici in opere d'arte – siano esse visive, performative, o letterarie – è stata vista come un valore aggiunto o perfino una nobile missione, ma anche come un elemento controverso e, talvolta, passibile di censura.
Per un antirazzismo di classe
Il razzismo è un fatto economico. L’altro ci inorridisce e spaventa perché non rientra nelle classi dominanti e non rispetta, certo non per una sua volontà quanto per la nostra colpa di sostenitori del capitalismo, le regole sacre del mercato.
L'odio di classe nei confronti del popolo
In questi anni, spesso, si discute circa un probabile scontro tra civiltà. Tematica in grado di accendere gli inamidi un gran numero di persone, ridar linfa ai peggiori nazionalismi, e far credere che il sistema occidentale, nonostante tutti i problemi ed errori, sia comunque il migliore in assoluto.
La lotta di classe passa da Amazon?
Nel tardo capitalismo in cui siamo immersi ci troviamo davanti a fenomeni in cui persino l’acquisto di merci diventa frenetico al punto da essere ossessivo e compulsivo (si è arrivati nel giro di un anno a ridurre di due secondi la frequenza tra un ordine on-line e l’altro, vedi qui). Il Black Friday, nato negli Stati Uniti negli anni Ottanta è divenuto un fenomeno globale grazie all’e-commerce e tende ad estendersi come esplosione di delirio consumistico globalizzato. D’altra parte l’economia capitalistica è sempre più simile ad un cuore in fibrillazione, per cui si assiste a dei picchi impressionanti di domanda in brevissimi spazi di tempo seguiti da crolli impressionanti della bubble economy (si veda il fenomeno dei Bitcoin).
Non è lavoro, è sfruttamento (Marta Fana): il saggio del momento
Potremmo definirlo il saggio del momento. Almeno a sinistra, ma l’ambito pare troppo delimitante, se si dà un occhio ai dati delle vendite (seconda edizione dopo una settimana, ci informa Laterza).
Viviamo all’interno di un gigantesco vuoto di potere in Occidente ed è sempre più difficile girarci attorno, anzi direi che è divenuto ormai impossibile. In Europa si è passati per il declino del socialismo reale e delle socialdemocrazie, mentre negli Stati Uniti si assiste chiaramente all’estremizzazione dello spettro politico.
Elena Angeloni, Fronte patriottico antidittatoriale
Margherita Cagol, Mara nelle Brigate rosse
Annamaria Mantini, Luisa nei Nuclei Armati Proletari
Barbara Azzaroni, Carla in Prima Linea
Maria Antonietta Berna, Collettivi Politici Veneti per il Potere Operaio
Annamaria Ludmann, Cecilia nelle Brigate Rosse
Laura Bartolini, militante rivoluzionaria
Wilma Monaco, Roberta nell’Unione dei Comunisti Combattenti
Maria Soledad Rosas, Detta Sole, militante anarchica
Diana Blefari Melazzi, Maria nelle Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente.
Non è una festa (ma è bella lo stesso)
La Giornata Internazionale della Donna non è una festa. Questo sembrano saperlo quasi tutti; eppure, forse abituati da un calendario scandito da festività comandate religiose, moltissimi tendono a chiamare «festa» qualsiasi ricorrenza – e quindi anche questa. Molti, ancora, colgono l’occasione per bacchettare le donne su cosa sia opportuno fare o meno in questa giornata (e in generale nelle loro vite): è consenso diffuso che sia indignitoso divertirsi, vivere liberamente la propria sessualità, in nome del fatto che tanti anni fa tante donne sarebbero morte in un incendio per conquistare la dignità di non divertirsi. Inutile rilevare che questo “ragionamento” non sta neanche in piedi.
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