Nel 2008 undici dei diciotto paesi latino-americani erano governati da presidenti di centro-sinistra o sinistra. Dieci anni dopo la situazione appare decisamente diversa. Cosa resta oggi di quella stagione politica e culturale che aveva significato per l’America Latina un clamoroso “giro a la izquierda”? I movimenti sociali e politici che all’inizio del nuovo millennio avevano trionfato col motto del “ritorno allo stato”, stanno ora mostrando evidenti segni di cedimento. Gli ultimi anni sono stati particolarmente severi nei confronti delle esperienze di governo più o meno progressiste che si sono avvicendate nei paesi latinoamericani. Prendendo in esame anche solo i paesi dell’America Meridionale, dove resistono esperienze di sinistra estremamente significative, si è comunque costretti ad evidenziare un quadro del tutto deprimente.
Detta anche Rivoluzione di Novembre, nonostante fosse iniziata ad ottobre e il suo culmine sia giunto nei mesi di dicembre del 1918 e gennaio 1919, è altresì conosciuta come la "rivoluzione tradita”. Si tratta della Rivoluzione tedesca. L'Impero tedesco era retto da una monarchia costituzionale. Nel Reichstag l'unico partito politico nell'Impero a sostenere apertamente una forma di stato repubblicana fu quello socialdemocratico.
Davvero i giovani italiani sono reazionari e moderati? A partire dalla ricerca del Pew research center ne parliamo questa settimana a dieci mani.
Le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti sono un tradizionale appuntamento di verifica per la Casa Bianca. Assumono un particolare significato dopo l'inattesa vittoria di Trump.
Negli scorsi articoli ho tentato di dar corpo a un’analisi sul razzismo nascosto dietro gli slogan marxisti leninisti dei rossobruni e di collegare questa deriva dell’essere umano ai nefasti danni del colonialismo. Questo perché sono convinto che il problema dell’odio razziale non sia solo frutto di ignoranza o un problema di educazione ma che abbia a che fare con la natura socio-economica del mondo occidentale.
“Tempo rubato. Sulle tracce di una rivoluzione possibile tra vita, lavoro e società”, Imprimatur Editore, di Simone Fana è un libro raro e importante perché ci permette di iniziare a comprendere le complessità dei problemi attuali in Italia. Sempre più spesso è facile ascoltare e assecondare slogan nelle parole di tanti politici e non solo nel nostro paese. Si consiglia pertanto un’attenta lettura del testo succitato per ricominciare a pensare e ragionare.
La sconfitta culturale della sinistra nelle reazioni alla foto di Josefa
La foto di Josefa, la donna camerunense salvata il 17 giugno dalla Ong spagnola Open Arms dopo 48 ore passate in acqua, ha fatto il giro della stampa cartacea e dei social network, ma anziché impressionare o suscitare un moto di indignazione e di compassione, ha scatenato molti commenti complottistici e sospetti sulla veridicità di ciò che veniva rappresentato.
La beatificazione di Marchionne
Raramente l'economia occupa le cronache quotidiane della discussione diffusa nel Paese. La morte di Sergio Marchionne ha colpito anche perché inattesa, data la giovane età e la riservatezza mantenuta sulle sue condizioni di salute. FCA occupava gli spazi dei giornali per lo sviluppo del suo progetto industriale, nettamente sbilanciato su marchi quale Jeep e lusso, a sfavore del nucleo storico di FIAT. Il cambio di vertice pare essere stato inatteso per la stessa azienda.
Fosse che non leggono, il problema – Come la destra si è impadronita della cultura popolare
È notizia degli ultimi giorni, ed ha scatenato un piccolo vespaio negli ambienti intellettuali, la dichiarazione della sottosegretaria ai beni culturali, Lucia Borgonzoni, secondo cui non leggerebbe un libro da tre anni. Tra i censori più accaniti, la scrittrice Michela Murgia propone un aperto riferimento ad una citazione di Umberto Eco, “che cos’è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?”. Umberto Eco aveva ragione, ma probabilmente non nel senso in cui sta venendo interpretato dagli intellettuali italiani, la cui reazione si ferma ad un livello di analisi assolutamente superficiale, che non permette di comprendere cosa stia accadendo in un’Italia posizionata in larga maggioranza su posizioni politiche populiste ed anti-intellettuali.
Il "manifesto Calenda": la proposta che non salverà il Paese
Dopo il voto del 4 marzo 2018, le forze politiche sconfitte presenti in Parlamento hanno provato a fare opposizione; essa si è tradotta, sostanzialmente, da un lato nella denuncia dei provvedimenti e delle dichiarazioni di Salvini e dall’altro nell’apprezzamento dell’osservazione dell’inconcludenza del Movimento 5 stelle.
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