Finalmente l’egomonia di questi due maestri si spezza nel 1971 quando il coraggio di Elio Petri e del protagonista Gianmaria Volontè vengono premiati con lo spiazzante “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Un vero must,un capolavoro.
Nel 1972 la “tradizione” continua perché De Sica rivince con “Il giardino dei Finzi Contini”,tratto dal libro omonimo di Giorgio Bassani.
Tranquilli perché Fellini pareggierà il conto nel 1975 con il suo capolavoro per eccellenza : “Amarcord”.
Ma ecco che inizia la crisi del cinema italiano che vedrà allontanarsi l’Oscar per 15 lunghi anni. Nel frattempo però escono “scarti” importanti. Su tutti “Profumo di donna” di Dino Risi che perse nel 1976,ma fu rivalutato indirettamente nel 1992 quando Al Pacino (nel ruolo che fu,nell’originale,di Vittorio Gassman) vinse la statuetta per il remake americano “Scent of a woman”.
In questi anni falliscono l’assalto al premio registi del calibro di Leone, Olmi, Wertmuller, Rosi, Scola, Amelio e anche Fellini (con “La nave va”), fino all’arrivo di un giovane cineasta siciliano che ripercorre il gusto “amarcord” della sua Sicilia attraverso l’arte cinematografica: il 1990 è l’anno di Giuseppe Tornatore con “Nuovo Cinema Paradiso”.
Nel 1992 l’Italia piazza una nuova vittoria inaspettata con una commedia generazionale amara: è l’anno della svolta di Gabriele Salvatores con “Mediterraneo”.
Putroppo però questa volta la crisi del cinema italiano si fa preoccupante perché dal 1993 in poi non si riesce più a graffiare. Eppure non mancano i bei film: “L’uomo delle stelle” di Tornatore, “Io non ho paura” di Salvatores, “Nuovomondo” di Crialese, ”I cento passi” di Marco Tullio Giordana, “Gomorra” di Garrone, ”Il divo” di Sorrentino, ”Terraferma” di Crialese, ”La prima cosa bella” di Virzì sono alcuni degli scarti più illustri.
L’unico sprazzo è stato il toscanaccio Roberto Benigni che nel 1999 commosse tutti piazzando un inaspettato triplo Oscar (miglior film straniero,miglior attore protagonista e le musiche di Nicola Piovani) con “La vita è bella”.
Quest’anno siamo ritornati in vetta grazie al carisma e all’efficacia di Paolo Sorrentino che ha incantato Hollywood (e non solo) con “La grande bellezza” che aggiorna la Roma della “dolce vita” ai tempi nostri: tra le maestosità della Capitale però non è tutto oro ciò che luccica,anzi la decadenza è piuttosto marcata.
E il nostro cinema? Si è ripreso? Diciamo che con Sorrentino ha preso una boccata d’ossigeno.
Immagine tratta liberamente da cinema.sky.it