Ecco che allora dobbiamo andare in altri Paesi per riscoprire un certo gusto cinefilo. In Francia ad esempio i film d’autore vanno di moda. E dopo “Nella casa”, Ozon torna a graffiare con il ritratto particolare della noia degli adolescenti con "Giovane e bella". Tema attualissimo di cui la nostra classe politica se ne frega.
Partendo da “Bella di giorno” (1967) di Luis Bunuel che parlava di una borghese adulta (Catherine Deneuve) che si prostituiva all’insaputa del marito per noia, Ozon ha ripreso questa storia prendendo come protagonista la stupenda modella Marine Vacth (classe 1991) facendole impersonare una minorenne.
Se il regista fosse stato Silvio Berlusconi, si sarebbe scatenato un putiferio e probabilmente anche Ruby o qualche olgettina avrebbero avuto una parte ma siccome siamo in Francia non ce ne frega nulla.
Ma veniamo al film. Composto da quattro capitoli che rappresentano le stagioni. Si narra la storia di Isabelle, 17 anni, studentessa che vive in una famiglia borghese insieme al patrigno,la madre e il fratello minore.
Un giorno, durante le vacanze estive, è spinta dal desiderio di perdere la verginità. Così si improvvisa Lea, alter ego di una prostituta d’alto bordo di 19 anni. Povero Floriani se l’avesse conosciuta avrebbe avuto ragione…
Ma non è questo lo scopo di Ozon. Anche se è omosessuale, non vuole assolutamente criticare o annientare le donne,ma vuole solo esplorare la psiche e il desiderio del “gentil sesso” (analizzate bene il personaggio di Charlotte Rampling).
Ozon riesce con semplicità a esprimere ciò che la protagonista non dice e cioè il suo godimento di prostituirsi avviene per noia ma anche per desiderio.
La donna è un essere “ambiguo e indeciso” e la scissione delle personalità sfaccettate di Isabelle avviene in una scena in cui un coetaneo le chiede di far amore con lui. Lei si sottrae rispondendogli che non è bello far sesso la prima volta che ci vede. Però Lea si fa scopare da chiunque per 300 euro.
Cosa pensate? Le piacerà l’uomo vecchio? Quanto son stronze le donne? Avrà letto troppo le riviste specializzate?
Io non credo. Penso che sia un’adolescente pudica e timorosa con grossi problemi causati da una società dove non si comunica più. Non è una donna che vive ai tempi dei social network?
Però il problema grave di fondo è che Isabelle ha bisogno di essere Lea.
A Cannes Ozon disse che “molte donne sognano di prostituirsi”. Non voleva dire che sono tutte puttane ma voleva dire che “essere pagate per una relazione sessuale è qualcosa di presente nella sessualità femminile. Volere essere un oggetto sessuale, essere desiderata, essere usata, è qualcosa di molto diffuso. È il genere di passività che le donne cercano”.
Lo hanno insultato e definito, nel migliore dei casi, “psicologo da supermercato” ma Ozon ha tracciato una strada importante: come dice Pontiggia del “Fatto”, per vendersi ancora bisogna non essere venduti del tutto. Infatti l’unica che non lo capisce (o fa finta?) è la madre. Pensateci bene, potremmo anche noi cadere prima o poi nella trappola.
Immagine tratta da: www.candidonline.com