Mercoledì, 26 Marzo 2014 00:00

I segreti della fammigghia e il cinema

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Molti non sanno che la parola famiglia letteralmente significa un "gruppo di servi e schiavi patrimonio del capo della gens” (gruppo di persone, clan, che condividevano lo stesso nomen gentilizio). Non ditelo alla mafia che hanno preso la cosa alla lettera…

Tempo fa un grande regista toscano in alcuni suoi film ha sintetizzato questo concetto nell’evoluzione dei costumi italiani: è Mario Monicelli.

Nel 1986 uscì “Speriamo sia femmina”. È tutto incentrato sulla contrapposizione fra la donna, in maggioranza per le numerose protagoniste, e l’uomo, dove i pochi rappresentanti del "sesso forte" vengono presentati come "bischeri". Nonostante ciò, però, il capofamiglia era ancora l’uomo.

Largo alle quote rosa dunque pare essere il messaggio netto ed esplicito del regista.

Nel 1992 poi Monicelli affrontò anche i temi del conflitto familiare in “Parenti serpenti”, dove il conflitto genitori-figli è amplificato al servizio della storia caratterizzata da un forte humour nero e da un feroce cinismo finale.

Era tanto che non veniva fatto un film su questi tematiche in maniera seria.

 

È uscito lo scorso gennaio nelle sale, ma pochi lo hanno visto: è il caso de “I segreti di Osage County” di John Wells (“The company men”).

Basato sulla piece teatrale del premio Pulitzer Tracy Letts (che aveva analizzato tali temi in “Killer Joe”), in questo film si narra la storia della famiglia Weston originaria della contea di Osage, Oklahoma.

Il capofamiglia è Beverly (Sam Shepard) che però un giorno scompare. Puff.

Una delle figlie, Ivy (Julianne Nicholson), indice una riunione familiare per analizzare il caso anche perché c’è la madre Violet (la sempre grande Meryl Streep) che ha un tumore alla bocca.

Ed ecco che accorrono tutti alla casa natia: la sorella maggiore Barbara (Julia Roberts) con l’ex marito Bill (Ewan McGregor) e la figlia Jean (Abigail Bresil di “Little Miss Sunshine”), gli zii Charles Aiken (Chris Cooper) e Mattie (Margo Martindale)  con il figlio “Little” Charles (Benedict Cumberbatch), la poco apprezzata Caren (Juliette Lewis) accompagnata dal fidanzato idiota Steve (Dermot Mulroney).

Venghino signori venghino, sembra essere il motto di famiglia.

Improvvisamente però si viene a sapere che Beverly è morto inspiegabilmente mentre si trovava in barca. Suicidio?

Non importa,in realtà alla numerosa famiglia gliene frega poco.

Ma il pubblico non lo sa. I segreti non sono ancora stati rivelati.

Per esempio Violet da vittima può trasformarsi in carnefice con un battito di ciglia, da donna tenera può divenire la più verbalmente violenta.

Ed ecco la famigerata scena del pranzo in onore del defunto capofamiglia che degenera in una confusa e coacerva “gara al macello” tra i vari componenti. Una sorta di tutti contro tutti che parte dalla capofamiglia Violet che,imbottita di farmaci,attacca moralmente uno per uno fino alla durissima reazione di Barbara. Inizia la baruffa tra la madre e la figlia maggiore (immagine speculare dell’una sull’altra) che si insultano,si mettono le mani sul collo: insomma se ne danno di santa ragione. In tutti i sensi.

E da qui parte l’effetto domino: i segreti e gli stati familiari vengono rivelati, le persone si dimostrano quello che effettivamente sono e non quello che dicono di essere,alcuni familiari ne “sputtanano” altri in cerca di vendetta (o di gloria personale ?).

Chi si salva? Chi emerge veramente? Difficile dirlo. A Firenze si direbbe “meglio palaia”.

Forse alla fine Julia Roberts ha proprio ragione quando dice che “grazie a Dio non prevediamo il futuro altrimenti non ci alzeremmo dal letto”.

Immagine tratta liberamente da www.vgnetwork.it

Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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