Domenica, 09 Novembre 2014 00:00

Torneranno i pirati e lo human touch di Olmi

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Non tutti amano il suo cinema impegnato e d'autore, ma il regista classe 1931 Ermanno Olmi ama i suoi simili: gli esseri umani. Nel bene e nel male. Perchè l'uomo è un animale sociale,ma può essere allo stesso tempo costruttore e distruttore.

Proprio il 4 Novembre si è celebrato a Roma,alla presenza di Giorgio Napolitano,il Centenario della Prima Guerra Mondiale. Effettivamente la guerra è scoppiata il 28 luglio 1914 a Sarajevo,ma per l'Italia il 4 novembre è una data importante per un altro motivo:nel 1918 si concludeva quella che allora venne definita la “Grande Guerra”. 

 

Ermanno Olmi,da attento osservatore,ha dedicato il film "Torneranno i prati" al padre che gli raccontava le vicende di quando era soldato. Per fare questa pellicola,Ermanno ha dovuto affrontare una sfida non da poco per un uomo della sua età: le due trincee ricostruite a 1800 e 1100 metri d’altezza (è stato girato sull'Altopiano di Asiago e dintorni), temperature glaciali e l’ecologico protocollo Edison Green Movie da seguire. 

Oggi è ricoverato in ospedale per una presunta polmonite,ma Olmi è più che mai convinto di aver fatto un'opera utile e importante.

Per il regista bergamasco è stato “il grande tradimento compiuto nei confronti di milioni di giovani e civili morti in quella guerra senza che sapessero perché”.

Una cosa non da poco che era in parte già stata presa in esame ne "Il mestiere delle armi".

Ma veniamo al film.

Fronte nord-orientale: siamo all’alba di Caporetto (dove ebbe sede la famosa disfatta italiana), nel 1917, e un avamposto italiano ha l’ordine di trovare un altro posizionamento per spiare la trincea austriaca. Non è un ordine, quello del maggiore (Claudio Santamaria), ma un diktat per il massacro.

"Ma cosa l'hai studiata a fare la filosofia? La guerra prima o poi finirà e tornerai alla tua vecchia vita" - dice il maggiore a uno dei suoi uomini.

Una frase che ancora oggi è terribilmente attuale (vero giovani universitari,precari e lavoratori?).

L'azione si svolge quasi tutta tra l'interno della trincea italiana e i dintorni imbancati dall'abbondante neve bianca.

Fino a un certo punto. Perchè poi piovono bombe.

E poi c'è un larice, albero che sembra d’oro per qualche soldato e tale diventa successivamente,ricoperto dalle fiamme ardenti.
La pianta diventa la condizione di questi uomini che sono giovani,ma sono diventati "vecchi".

Non hanno più sogni,sentono che hanno perso la loro vita irrimediabilmente.

"Non abbiamo più sogni perchè abbiamo conosciuto la morte" – dice uno di loro ed è la frase più vera. Il loro destino è rimanere in balia della morte o rimanere tra la spessa coltre della neve e l'erba dei prati. Prima o poi diventeranno concime e poi erba (ecco spiegato il titolo).

Per Olmi è stato un atroce tradimento dei più deboli.

"I nemici sono quelli che ti hanno mandato in trincea a colpire quelli come te” (italiani meditate su questa frase). 

Come si fa a dar torto alla saggezza di Olmi?

Quella grande guerra combattuta con il sangue di tanti piccoli uomini, a cui era stata cantata “la grande bugia, la grande truffa dell’amor patrio”. Insieme a "La grande illusione" di Renoir,"La grande guerra" di Monicelli e le trincee di "Orizzonti di gloria" di Stanley Kubrick (l'entrata di scena di Santamaria sembra quella di Kirk Douglas), quel conflitto rivive al cinema un altro momento di assoluto valore.

E poi non mancano alcuni omaggi (detto sopra di Kubrick) come le atmosfere (dominate dal grigio,dal nero della morte) tipiche dei film di Bergman e alcuni riferimenti a "Uomini contro" di Rosi. 

E poi Olmi cita Camus, “se vuoi che un pensiero cambi il mondo, prima devi cambiare te stesso".

Ancora grazie maestro Olmi. Un grande esempio di cui noi giovani abbiamo un gran bisogno. ù

TOP: le citazioni, i pensieri,le metafore,il contenuto,il pensiero del regista,il messaggio

FLOP:lentezza,la scarsa distribuzione della Rai (leggere sotto) 

VALUTAZIONE: ****

P.S. Il film verrà proiettato in 100 Paesi nel mondo (oltre ad ambasciate, consolati),ma arriva in Italia in poco più di 100 copie. VERGOGNA!

Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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