Giovedì, 30 Aprile 2015 00:00

Violenza ed innocenza: il difficile connubio del Bambino 44

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È finalmente arrivata nelle sale italiane la trasposizione cinematografica del romanzo bestseller di Tom Rob Smith, "Child 44 - Il Bambino 44" (uscito nel 1998, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer). Lo scrittore londinese, di madre svedese e padre inglese, è noto per i suoi libri ambientati nella Russia degli anni Cinquanta, ovvero negli ultimi anni di potere di Stalin. Bisogna dire che il film è stato bandito in Russia con la motivazione, data dallo stesso Ministro della Cultura, che la pellicola "dipinge i sovietici come una sottocategoria umana immorale, una massa di orchi assetati di sangue, una massa di spiriti malvagi e la pellicola rappresenta una distorsione storica dei fatti". In parte è vero, più avanti spiegherò perché. Il film, finanziato dagli americani e prodotto da Sir Ridley Scott, vanta un regista svedese (Daniel Espinosa) che è stato scelto prevalentemente per il grande successo di "Snabba Cash" (con protagonista il connazionale Joel Kinnaman che è anche in "Bambino 44"). Grazie a questo boom internazionale,ha diretto poi il primo thriller negli Stati Uniti: ovvero "Safe House" (con protagonisti Denzel Washington e Ryan Reynolds). La pellicola parte dal 1945 alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Berlino. La Russia occupa la Germania ed è un soldato russo a mettere la bandiera sovietica sul Reichstag (sede del Reich tedesco): tale personaggio è Leo Demidov (Tom Hardy). Grazie a questo episodio diventa un eroe di guerra e viene promosso ad agente dell'MGB (il ministero per la sicurezza dello Stato,futuro KGB). L'azione nel frattempo si sposta nel 1952.  Una data importante per la Russia perché è l'ultimo anno della dittatura di Stalin. Nel marzo 1953 morirà per un'emorragia cerebrale. Tuttavia la realtà storica è solo il contorno di questo thriller. Leo viene incaricato di monitorare le attività dei dissidenti.  Viene catturata la presunta spia Anatoly Brodsky (Jason Clarke). Gli viene chiesto di dire all'MGB chi sono gli altri "nemici del popolo". Dopo varie torture, fa il nome di Raisa (Noomi Rapace), moglie di Leo. Mentre "scava" nei segreti della donna per capire la verità dei fatti, i due vengono esiliati in un gelido avamposto di provincia presso i monti Urali. Più precisamente a Volsk. Qui Leo si occupa anche di una serie di omicidi riguardanti dei bambini ritrovati morti nei pressi dei binari ferroviari intorno a Rostov (città che sorge sul fiume Don). Il passato torna a bussare alla sua porta.  Il numero delle vittime è 43 secondo il generale Nesterov (Gary Oldman) ma per Leo c'è anche il figlio dell'amico Aleksei. Il bambino 44 del titolo. Lo stesso che Leo pochi anni prima aveva giudicato un incidente per non andare contro il regime. Il grosso problema, infatti, è che la ricerca del killer è rallentata e contrastata dalla stessa polizia, che cercherà di insabbiare gli omicidi. In particolare modo dal maggiore Kuzmin (Vincent Cassel che ha preso il posto del defunto Philip Seymour Hoffman) e dal sanguinario Vasili Nikitin (Joel Kinnaman).

Non ci sono crimini in paradiso” - è la frase più usata nel film. Ciò serviva a sostenere la tesi che nel regime stalinista non potevano esserci criminali. Ma cosa fare quando si inizia a dubitare del “paradiso” in cui si vive? È più legittimo il dubbio o la certezza? Alcune persone si sentiranno in dovere di reagire, altre gireranno la testa dall’altra parte, mentre alcuni soggetti sguazzeranno volentieri nel fango, chiamandolo paradiso. La vita di Leo cambierà del tutto dopo queste vicende perché diventerà un "nemico del popolo" e sa benissimo che la polizia lo braccherà senza alcuna pietà. “Per riuscire a capire di più di una nazione, basta osservare come la polizia opera in quello Stato”: questo è il pensiero dello scrittore Tom Rob Smith. Ed ha perfettamente ragione. Basti pensare a ciò che è accaduto in Italia,ad esempio con le vicende della Diaz a Genova. Una terrificante vicenda ispirata liberamente (anche se le date non sono esatte e gli omicidi del "Mostro" sono avvenuti addirittura dal 1978 in poi) anche ai crimini del serial killer Andrei Chikatilo, il quale, passato alla storia come il “macellaio di Rostov”, fu condannato a morte nel 1994 per l’uccisione e la mutilazione di 52 donne e bambini. A livello cinematografico ricorda un po' "La promessa" (regia di Sean Penn) e "Changeling" (regia di Clint Eastwood),anche se passa in secondo piano rispetto ai veri protagonisti della storia (Leo e Raisa su tutti). Tuttavia è il passato del killer che è interessante. La sua infanzia fu particolarmente traumatica: prima della guerra in URSS c'era povertà e fame,causata anche dai piani agricoli del governo Stalin. Čikatilo venne a sapere, tempo dopo, di avere un fratello più vecchio di lui che venne rapito e cannibalizzato da vicini affamati. Sebbene non ci siano conferme su questo episodio, è storicamente accertato che si siano effettivamente verificati episodi di cannibalismo nel periodo Stalinista in Russia e in Ucraina. Durante la Seconda guerra mondiale, Čikatilo fu testimone dei devastanti ed orribili effetti dei bombardamenti tedeschi. Tutto questo ebbe in lui delle tremende conseguenze sul piano psicologico che "giustificano" gli orrori che commise. 

Girato in Repubblica Ceca,"Child 44 – Il bambino n.44" profuma,a livello fotografico,di realismo: la ricostruzione del terrore vissuto dalla popolazione russa in quegli anni, la povertà, la fame, lo stato delle scuole, degli orfanatrofi, delle fabbriche e della società in generale. Un approccio corretto, quello di Daniel Espinosa, che mostra tutto allo spettatore senza rinunciare ad atrocità. Potremmo dire tranquillamente di essersi ispirato a Cronenberg (guardatevi "La promessa dell'assassino").Ma la caratteristica fondamentale del film è costituita dal continuo contrasto tra violenza e innocenza. Visto il perfetto connubio di queste due fasi,sono perfette le scelte degli attori: Gary Oldman e Vincent Cassel hanno sempre alternato nella loro carriera personaggi buoni a personaggi violenti e cattivi. E poi non bisogna dimenticare gli ottimi Noomi Rapace e Tom Hardy,già visti insieme nel recente "Chi è senza colpa". Ancora una volta il giovane attore inglese Tom Hardy mescola prestanza fisica (stile Bane del "Cavaliere Oscuro" di Nolan) con la semplicità e la sensibilità dei momenti più intimi e delicati come già dimostrato (ampiamente) in "Chi è senza colpa", "Bronson" e in "Locke". Tutte queste caratteristiche lo rendono uno dei migliori attori in circolazione.

Nel complesso "Il bambino 44 " è un film triste,efficace con una buona storia (splendida la scena della fuga dal treno), sorretta da buone interpretazioni. Non fatevi spaventare dalla durata, scorre molto bene. L'unico dubbio che mi tormenta è il seguente: se la produzione non fosse stata americana, sarebbero stati descritti allo stesso modo i russi? A voi pubblico l'ardua sentenza.

+ la fotografia,il realismo dell'ambientazione,l'interpretazione di Tom Hardy
- le inesattezze storiche riguardanti il mostro di Rostov, attori come Gary Oldman e Vincent Cassel utilizzati solo come figure di contorno

VOTO *** 1/2


IL BAMBINO 44 (CHILD 44)
Regia: Daniel ESPINOSA
Cast: Tom HARDY, Gary OLDMAN, Vincent CASSEL, Noomi RAPACE, Joel KINNAMAN
Durata: 2h e 17 minuti
Distribuzione: Adler Entertainment
Sito Ufficiale: www.child44-ilfilm.it

Ultima modifica il Mercoledì, 29 Aprile 2015 22:32
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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