Giovedì, 28 Maggio 2015 00:00

Mad Max - Fury road: estasi dei sensi

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Mad Max - Fury road: estasi dei sensi

Nel 1979 esordiva al cinema il regista australiano (figlio di immigrati greci,il vero cognome è Miliotis) George Miller con "Interceptor". La pellicola, malgrado il basso costo di produzione, riscosse un enorme successo mondiale tanto che negli anni successivi vennero fatti due sequel: "Il guerriero della strada" (1981) e "Oltre la sfera del tuono" (1985).  Successivamente Miller si è dato a vari progetti: quello che non ti aspetti (Babe va in città), il film tosto (L'olio di Lorenzo sulla adrenoleucodistrofia, rarissima malattia degenerativa), i due cartoni della saga "Happy Feet" che gli hanno sfruttato un Oscar. I livelli di "Mad Max" però non furono mai raggiunti. Rientrò (quasi) nel dimenticatoio generale. Molti non sanno che "Interceptor" nacque da un concorso per cineasti dilettanti. Fu girato con circa 300 mila dollari australiani. Risultato ? Record d'incassi mondiale (oltre 100 milioni di dollari).  Entrò nel Guinness dei primati. È rimasto in testa fino al 1999,anno in cui si scatenò il fenomeno (da baraccone) "The Blair Witch Project".

In Australia ogni anno è celebrato con ritrovi, feste e tributi : è entrato ormai nell'immaginario collettivo. "1997: fuga da New York", "Road Warrior", la saga di "Terminator" e alcuni di manga di successo come "Ken il guerriero" sono nati da "Mad Max". Ci sono film che ogni tanto spuntano fuori e ridefiscono le mode: esempi illustri come "Le iene" di Tarantino, "Matrix" dei Wachowski, "Drive" di Winding Refn, "Duel" di Spielberg, "Ritorno al futuro" di Zemeckis. George Miller era nuovo perché mescolava elementi del cinema di fantascienza (tendente all'apocalittico), di azione, di avventura con qualche influenza western (specie John Ford di "Ombre Rosse"). E poi tra le cose forti di "Interceptor" c'era un attore australiano: Mel Gibson.

All'epoca non lo conosceva nessuno. Capitò quasi per caso nel ruolo di Max Rockatansky, dato che lui doveva solo accompagnare l'amico Steve Bisley all'audizione. La cosiddetta botta di culo che gli spalancò le porte di Hollywood. Cosa accaduta anche a un divo come Harrison Ford. Faceva il carpentiere (autodidatta),poi George Lucas,sapendo della sua passione per la recitazione,gli fece leggere qualche copione e lo ritenne adatto per fare prima "American Graffiti" e poi "Guerre Stellari". Cosa non farebbe il cittadino comune per sbarcare il lunario... Nel 2013 la Warner Bros approva il reboot della saga di "Mad Max". Il regista è conscio però che non sarà una sfida semplice.

Possiamo dire senza dubbi che ha vinto lui. Riparte da zero. Cambia il protagonista scegliendo l'eclettico e, fisicamente mastodontico, attore inglese Tom Hardy. Già Christopher Nolan nel suo terzo "Batman" aveva detto che aveva scelto Hardy per interpretare Bane perchè "è capace di far provare determinate emozioni soltanto con i movimenti degli occhi". Effettivamente anche con la maschera o la museruola, trasuda carisma. Come la trasformista Charlize Theron che per l'ennesima volta si imbruttisce interpretando l'ennesima "donna forte" della sua carriera. Stavolta con capelli rasati, sporca di grasso e di sudicio. Immaginate quando è al massimo della sua prorompente bellezza. E poi c'è l'attore indiano Hugh Keays Byrne (il villain Immortan Joe) che torna, dopo "Interceptor", al ruolo che lo ha fatto conoscere nel mondo, accompagnato da Nicolas Hault (l'ultimo "X-Men"), Rosie Huntington-Whiteley ("Transformers 3") e Megan Gale. Sì avete letto bene la modella australiana, già testimonial della Vodafone. Anche se per la recitazione stendiamo un velo pietoso. Menomale che è un piccolo ruolo. A Cannes edizione 2015 (fuori concorso) il film è stato accolto con urla e cori da stadio. Anche se quest'opera non è propriamente né un sequel né un prequel né un reboot vero e proprio. Un’apoteosi visiva grazie alla realistica fotografia di John Seale. Il punto di forza principale è l'uso delle luci, soprattutto nelle scene notturne (vedere per credere). "Fury Road" è una scheggia impazzita, dominata da stuntman bravissimi,inseguimenti mozzafiato e una telecamera che rasenta spesso la sabbia (e i corpi degli attori) dando brividi allo spettatore. Sembra di essere lì.

È il miglior film della saga, non solo perché sono cambiati il budget, la tecnologia, gli effetti speciali ma perché ti fa respirare l'atmosfera del mondo moderno, dominato da crisi economica, prezzo dei carburanti, approvvigionamento delle risorse energetiche e dell'acqua. E poi c'è il potere e il fascino tutto umano della sottomissione dei propri simili. Miller ha raccontato che l'idea del film nacque da un episodio negli anni '70. In una cittadina borghese dell'Australia c'era scarsità di benzina. Venne sparato per aria un colpo di fucile. Nessuno rimase ferito,ma era sintomatico dell'individualismo delle persone che volevano passare avanti nella coda dal benzinaio per la paura di rimanere senza carburante. Il resto lo hanno fatto l'11 settembre 2001 e una guerra (di cui i giornali non parlano) tra India e Pakistan per assicurarsi l'approvvigionamento di acqua (nel film questo è ben evidenziato specie in una scena piuttosto importante).

Detto questo,veniamo a parlare un po' della trama.
C'è una fauna al limite del descrivibile: barbari, guerrafondai, percussionisti e chitarristi hard rock "ancorati" su camion da battaglia e il terribile deserto (è girato in Namibia perchè quello di Broken Hill,in Australia,è diventato nel corso degli anni un'area verde grazie a piogge e inondazioni). In questo film una cosa è certa: il regista ci fa "sentire" la polvere della sabbia, mista a sudore, benzina. Il tutto è intriso di sangue. Violenza e follia adrenalinica a ogni inquadratura. Detto questo,torniamo al nostro racconto. Questo enorme deserto, di cui vi ho parlato, separa la Cittadella dai territori ostili e da un miraggio, quello della Green Land che è una sorta di oasi/terra promessa.
In un futuro imprecisato post-apocalittico, la Terra è in mano a Immortan Joe che è un vero e proprio dittatore che impone le sue follie ai poveri mortali. Immortal Joe (Hugh Keays-Byrne) è inquietante: è un cattivo con una maschera dotati di denti di cavallo incastonati su un teschio metallico uniti a due tubi per respirare. Solo a vederlo mette paura. Subito dopo ecco il nuovo Max (Tom Hardy) che si presenta: "Il mondo è fuoco e fiamme". Breve pausa. La quiete prima della tempesta.
Da questo momento non c'è un attimo di respiro. L'azione si scalda,i motori vibrano,pronti a sfrecciare,gli umani corrono a più non posso. Detta così sembra "Fast & Furios",ma è molto di più. Quei "tamarri" pseudohollywoodiani di Michael Bay (quello delle esplosioni) e Justin Lin non arrivano ai livelli di Miller che gira costantemente a ritmi forsennati. Molti di Voi potrebbero osservare che il tempo è tiranno a scapito dei dettagli. E invece Miller sorprende tracciando un cinema capace di sorprendere e di costruire un qualcosa di più,quasi un mondo nuovo. Max scappa via su un auto, gli scagnozzi di Joe lo inseguono a tutta velocità. Contemporaneamente l'Imperatrice Furiosa (Charlize Theron) tradisce e fugge insieme alle schiave (e concubine) del padrone. E fino a qui non ci sarebbe male. Peccato che salga su una cisterna (simile a quella di "Duel") per trattare il prezzo del carburante e per sottrarlo alle grinfie di Joe. Anche alla fine scopriremo che non è, del tutto, il vero obiettivo. Inizia così la fuga di Furiosa (capelli rasati a zero, sporca di grasso e senza un braccio) con le altre donne che interferiscono nella vita di Max. Quest'ultimo ha una museruola (stile Bane del "Cavaliere Oscuro il ritorno", particolare non casuale) legata con una catena al braccio di uno dei predoni di ImmortaL Joe. Sta cercando una via d'uscita,una nuova redenzione.
Così il ribelle e le fuggitive decidono di unirsi e di aiutarsi a vicenda,ma devono fare in fretta perché le sirene del tiranno sono vicine.

Perché, tra gli altri pregi del film, si capisce che è un'opera "femminista", nel senso che finalmente ci sono dei personaggi femminili all'altezza della situazione. Cosa spesso non contemplata a Hollywood e dintorni dove le donne sono di contorno per sdolcinate avventure con l'eroe (maschile) di turno. Il pubblico femminile sono convinto che apprezzerà molto. "Sperare è sbagliato, e tentare di aggiustare tutto rende pazzi!" - dice Max alle alleate.
Ha ragione,ma non c'è tempo per parlare. Un nuovo piano, un viaggio lungo ed estenuante li aspetta. In attesa delle prossime battaglie. Pare che Hardy abbia firmato per altri 3 film. Pubblico avvisato, mezzo salvato.

TOP: Originalità, il femminismo misto al machismo, coreografie, il carisma di Hardy e della Theron,la telecamera incollata alla strada e al corpo dei protagonisti,il ritmo asfissiante della narrazione, la fotografia (specie negli esterni notturni)
FLOP: chi ama il cinema fatto di dialoghi, non vuole la violenza ed è abituato ai soliti canovacci,rimarrà parecchio deluso. E poi alcune "bamboline" molto graziose come Megan Gale potevano evitarle. Recitare è un'altra cosa.

MAD MAX FURY ROAD
Stati Uniti 2015
Regia e sceneggiatura: George MILLER
Cast: Charlize THERON, Tom HARDY, Nicolas HAULT
Durata: 2 ore
Prodotto e distribuito da Warner Bros

VOTO *** 1/2

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Maggio 2015 22:53
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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