E' lei il sale di questo ultimo film di Jonathan Demme (Philadelphia, Il silenzio degli innocenti, The manchurian candidate), intitolato "Ricki and the flash". In Italia è stato, per l'ennesima volta, oscenamente cambiato in "Dove eravamo rimasti" (il motivo?). Sì perchè a 66 anni canta, balla e si trasforma in Ricki Rendazzo. La signora in questione è un'aspirante rockstar di una cover band, truccata e vestita come una hippie anni 70 che vive nei sobborghi di Los Angeles. Una cantante rock fuori tempo massimo, secondo la mentalità repubblicana.
Sì perchè è una donna che ha votato due volte per George W. Bush e che non rispetta più di tanto le persone "diverse" (vedi il figlio). Ricki fa la commessa in un supermercato ossessionato dal biologico, ma a lei non interessa.
Lo fa per sbarcare il lunario. La sua passione vera è la musica. E' una musicista mediocre, ha una cultura limitata ed è abbastanza insensibile agli altri e all'amore soprattutto (siamo quasi ai livelli della Charlize Theron di "Young Adult"). Lei cerca di cambiare la realtà: ha abbondonato la famiglia in cerca del sogno di diventare una grande musicista, ignorando l'ex marito Pete (Kevin Kline) e i suoi figli. Inoltre nei concerti prende in giro più volte davanti a tutti il chitarrista della sua band (i "Flash"), Greg (la rockstar australiana Rick Springfield), che è innamorato di lei.
Ma Ricki non ci sente, assomigliando molto ad alcuni personaggi femminili dei film "Juno" e "Young adult", scritti entrambi dalla sceneggiatrice Diablo Cody. Una ex spogliarellista parecchio fuori dagli schemi che ha visto presto il successo grazie all'Oscar di "Juno" a solo 30 anni. I suoi script raccontano spesso di problematiche familiari, donne aspre e difficili. Questo film non fa eccezione. Ricki fa parte di quest'universo. La sua vita sembra irrimediabilmente piatta e monotona, priva di scossoni. Un giorno però arriva un'inaspettata telefonata dell'ex marito da Indianapolis. La possibilità, quantomeno di ricomporre i cocci, diventa reale. La figlia Julie (Mamie Gummer, figlia della Streep anche nella vita reale) ha tentato il suicidio, dopo il tradimento e l'abbandono del marito. Così Rickie è costretta a raggiungere i figli cresciuti e l'ex marito che vive con la nuova compagna in una villa di lusso. L'ostilità e l'inospitalità dei figli è tangibile.
Tuttavia, come accadde per Mastroianni (o De Niro nel remake) in "Stanno tutti bene", quest'incontro avrà luci ed ombre, segreti mai rivelati. Ed ecco che i fantasmi del passato tornano a bussare alla sua porta: con l'impossibilità di diventare una rockstar che si unisce alle nuove responsabilità di madre di aiutare i figli a diventare (finalmente) adulti. Perchè la mamma è sempre la mamma e l'amore del genitore "will not let you down", come nella magica canzone di chiusura del film firmata Bruce Springsteen e cantata da una scatenata Meryl Streep. Non è sicuramente il miglior film di Jonathan Demme ("Philadelphia" rimane il suo film migliore), ma l'impegno di un' interprete camaleontica e trasformista come la Streep, unita alla passione del regista per la musica live, rendono quest'opera da vedere. Nonostante qualche ruffianeria e qualche cosa che sa di già visto (vedi scena finale ampiamente abusata nel cinema), è un'opera piacevole che potrebbe finire anche per commuovere i più sensibili.
DOVE ERAVAMO RIMASTI ("Ricki and the flash")
USA 2015
di Jonatham DEMME
con Meryl STREEP, Kevin KLINE, Mamie GUMMER, Rick SPRINGFIELD
Durata: 1h e 42 minuti
Sceneggiatura: Diablo CODY
Produzione e distribuzione: Sony Pictures - Warner Bros
Uscita: 10 Settembre 2015
TOP Il carisma e la preparazione di Meryl Streep, la scelta delle musiche (Rolling Stones, Bruce Springsteen, Tom Petty), la sceneggiatura anticonformista di Diablo Cody, l'abilità di Demme a "maneggiare" copioni musicali privilegiando la perfomance live.
FLOP E' prevedibile e se non vi piace la scrittura di Diablo Cody, lascerà indifferenti.
VOTO *** 1/2