Lunedì, 05 Ottobre 2015 00:00

Salvate il soldato Ridley

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Salvate il soldato Ridley

Pochi giorni fa è stato annunciata la scoperta che su Marte scorre acqua salata perlomeno nei periodi caldi. Sembra incredibile, ma pochi giorni dopo è uscito nelle sale di tutto il mondo il nuovo film di Ridley Scott che è ambientato proprio sul pianeta rosso (anche se in realtà è girato nel deserto della Giordania). Visti gli esiti delle ultime opere del regista inglese (Exodus, Prometheus, The Conselour), si pensava a un altro flop.
Scott però è (non lo dimentichiamo) colui che ha dato impulsi notevoli al genere sci-fi con pellicole come "Alien" e "Blade Runner". È lecito attendersi qualcosa. Siamo ancora lontani da queste opere. Diciamolo subito forte e chiaro, ma in questo "The Martian" qualcosa si muove. Finalmente.

Innanzitutto non è propriamente un film di fantascienza, è più una commedia in salsa spaziale. Trae linfa dal romanzo "L'uomo di Marte" di Andy Weir, che prima l'ha lanciato sul web a puntate per poi farsi pubblicare dall'editore Crown Publishing. Sembra che Scott ambia imparato molto dal celebre input di "The Prestige" di Nolan. Ogni numero di magia (il film) è composto da tre parti o atti: la promessa, la svolta e il prestigio.

Nella prima parte Ridley spiega la vicenda (la promessa).
Viene narrata la storia dell'astronauta e botanico Mark Watney (interpretato da un ottimo Matt Damon) che viene mandato in missione su Marte. Scoppia una tempesta, l'equipaggio lo abbandona. Tutti lo credono morto, ma lui è vivo. Il marziano sopravvissuto del titolo è Mark.
Come faceva Tom Hanks in "Cast Away", usa le proprie conoscenze non solo per comunicare con la Terra, ma anche per sopravvivere vista l'esigua scorta di cibo rimastagli.
Vede le vecchie puntate di "Happy Days", ascolta una grande quantità di disco-music (ben assemblata sullo stile dei "Guardiani della Galassia"), coltiva le patate. A questo punto il film diventa doppio: da una parte assistiamo alla lotta interiore di Mark e ai suoi tentativi di sopravvivere, dall’altra vanno in scena i tentativi della Nasa di "combattere" il protocollo per cercare di andare a salvare il "soldato" Mark (guarda caso era proprio Matt Damon a interpretare il soldato Ryan nel film di Spielberg).
Nella seconda ora ecco la decisa svolta: nonostante si parli del primo uomo al mondo solo su un pianeta deserto, Ridley Scott non calca la mano sulla storia dell'universo, non fa domande su Dio (come farebbe Nolan o Malick), ma affronta la situazione con ironia. Il film cambia completamente. La Nasa diventa il teatro di una specie di sit-com televisiva, i personaggi diventano macchiette (attori del calibro di Jessica Chastain, Sean Bean, Chiwetel Ejiofor sono sottoutilizzati).
E poi, per strizzare l'occhio al pubblico nerd, ecco la sorpresa: la missione di salvataggio viene chiamata "Missione Elrond" (nel cast del film c'è Sean Bean, interprete anche del "Signore degli Anelli").  I tolkeniani (che non sono un'ipotetica nuova corrente interna del PD) godranno come ricci.

A questo punto diventa chiaro che il film diventa una parodia (c'era da aspettarselo vista la sceneggiatura di Drew Goddard che spesso gioca con i luoghi comuni del cinema). Solo che fino a poco prima sembrava un’altra cosa. Ed è questo il limite principale del film. Non è Apollo 13, non è Interstellar (nonostante nel cast ci siano Damon e la Chastain), non è Gravity. Sarebbe stato un boomerang per Scott e il paragone sarebbe sorto senza alcun dubbio. Il personaggio di Damon sembra più una caricatura di "Wall-E" in carne e ossa con l'ironia Marvel stile "Guardiani della galassia".
Il vero problema di questo film è la fase finale, il prestigio. Semplicemente non c'è da un punto di vista cinematografico (non guardate il trailer perchè è facile da capire l'esito della storia). D'accordo la fotografia è ottima, ha un livello di realismo altissimo. Scott è un maestro in termine di messa in scena, ma ci si aspetta di più da un regista di questo livello. Il vero prestigio alla fine è il messaggio: spesso nei film di Scott c'è molto pessimismo, qui invece l'eroe americano è positivo, ironico. Il genere umano è unico, ingegnoso, coraggioso e determinato per sopravvivere più a lungo possibile.

Puzza un po' di furba operazione commerciale. Un film "democristiano". Alla fine il tutto lascia un po' l'amaro in bocca. Voleva fare una commedia o un film di fantascienza? Questo è il vero enigma dello spettatore. Alla fine è stato tritato tutto e buttato nel calderone. Però chi ha un palato esigente, o non riconoscerà tutti i sapori o rimarrà stuccato da alcuni aspetti che potevano essere meglio risaltati. Come ormai succede da troppo tempo nella filmografia di Ridley Scott, le sue opere non decollano. Mi ricorda Al Pacino in "Donnie Brasco" quando, a proposito della morte di John Wayne (e dell'eroe americano per eccellenza), afferma: "gli avranno sparato gli indiani". Sarà il regista il vero "marziano" da troppo tempo tenuto ostaggio dalle major hollywoodiane ?
Ecco qua una buona idea per un sequel. Faresti un figurone. E diventi auto-ironico. A quasi 80 anni, i soldi li hai già fatti. Ridley, dammi retta!

Sopravvissuto - The Martian (USA 2015)
di Ridley SCOTT
Cast: Matt DAMON, Jessica CHASTAIN, Sean BEAN, Kate MARA, Chiwetel EJIOFOR,
Kristen WIIG, Jeff DANIELS, Michael PENA
Durata: 2h e 10'
Distribuzione: 20th Century Fox
Uscita: 1 Ottobre 2015

TOP La superba prima parte della storia, il trascinante uso della musica (Bowie, Gaynor, Abba e Donna Summer), la fotografia di Wolski, gli omaggi al mondo del cinema, l'interpretazione di Matt Damon
FLOP Il cambiamento di registro tra prima e seconda parte, la solita retorica dell'eroe americano, la prevedibilità del finale, il cast di contorno sottoutilizzato

VOTO ***

Ultima modifica il Domenica, 04 Ottobre 2015 18:27
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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