Eccoci arrivati al terzo episodio di Captain America. La sorpresa è che questo film non è un vero e proprio sequel di “Winter Soldier”, ma è una via di mezzo tra il terzo capitolo degli Avengers e il già citato patriottico supereroe di casa Marvel. Premetto subito una cosa per chi non mi conosce. Non amo né Iron Man né i film precedenti degli Avengers. Non mi sono piaciuti affatto. Troppo retorici e privi di spessore. Ho adorato invece “The Winter Soldier” anche perché i fratelli Russo avevano preso spunto dai film degli anni '70 (soprattutto “I tre giorni del Condor”). Mi aspettavo molto da “Civil War”, ma purtroppo sono rimasto parzialmente deluso. La campagna pubblicitaria è stata massacrante puntando sul fatto che i fan avrebbero preso posizione per uno schieramento o per un altro (da una parte il team Captain America, dall'altra il team Iron Man).
“Civil War” è il titolo Marvel più venduto dell’ultimo decennio, scritto dallo scozzese Mark Millar e disegnato da Steve McNiven. Lo spunto è identico, ma gli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely l'hanno riadattato all'Universo cinematografico di casa Marvel in continuità con quanto fatto nelle prime due fasi. Non sto dicendo che sia un film da buttare, ma mi aspettavo di più. Speravo che i fratelli Russo avessero dato vita a un nuovo “Winter Soldier”, ma purtroppo anche loro dovevano collegarsi ai prossimi film Marvel: “Infinity War” che sarà diviso in due capitoli, con uscita fissata a partire dal 2018. Come avevo già anticipato nella recensione di “Batman Vs Superman” (appartenente a un universo diverso, quello di casa Dc), la serializzazione ucciderà il genere supereroistico tra un po' di tempo. Il problema principale di questo nuovo capitolo è proprio la durata (quasi 2h e mezzo, troppo) e il collegamento con gli episodi precedenti e successivi. La dilatazione temporale non giova né alla Marvel né alla Dc. Sicuramente la prima ha molti assi da giocare. Non a caso è chiamata la casa delle idee. Siamo già entrati nella Fase 3 e i primi scricchiolii si iniziano a percepire.
Tutti questi supereroi si pestano i piedi e tendono a ripetersi. L'effetto sazietà è piuttosto forte finendo per trascurare i villain che, solitamente, sono i personaggi più interessanti di questo genere di pellicole. Lo spessore dei personaggi cala alla distanza, i “mostri” sono tutti uguali e il rischio assuefazione è alto. Oltre a Captain America e Iron Man ecco Vedova Nera, Visione, Winter Soldier, Occhio di Falco, Ant Man, il nuovo Spiderman, Black Panther. Troppa roba. La durata poi, come detto, non aiuta in questo senso.
Anche sul versante politico, “Civil War” non dà molto. Si limita al compitino. Peccato perché la materia prima aveva molte premesse positive. Non mancano tuttavia grandi scene d'azione ben congegnate (su tutti l'entrata in scena di Black Panther che assomiglia molto a un inseguimento in moto de “Il cavaliere oscuro – il ritorno” di Nolan) e un grande equilibrio narrativo, dominato dall'emotività. Tutti i personaggi sono molto sfaccettati. Il film non invita però a schierarsi con uno dei due schieramenti, ovviamente. Lascia scegliere allo spettatore. Se da una parte Captain America ha ragione a non voler essere controllato dal Governo americano, è facile da contraddire visto le conseguenze di molte azioni dell'amico Bucky (alias Winter Soldier). Stessa cosa si può dire per Iron Man: da una parte ha ragione a credere che ci voglia un maggior controllo, ma anche lui ha tanti scheletri nell'armadio. È un film tremendamente serio, dove la consueta ironia di casa Marvel riemerge solo a tratti grazie al nuovo Spiderman (Tom Holland). Che non è affatto male.
Veniamo al racconto del film, partendo più o meno dalla fine di “Avengers: Age of Ultron”. Sono tempi duri per i nostri supereroi. Un altro incidente internazionale provocato dagli Avengers, provoca profonde conseguenze. Le istituzioni politiche chiedono maggiore responsabilità e maggiore controllo delle azioni della squadra. Questa decisione provoca una profonda e insanabile spaccatura all'interno del team: da una parte c'è la fazione legata a Tony Stark / Iron Man (Robert Downey Jr) e dall'altra c'è Steve Rogers, alias Captain America (Chris Evans). Il primo accetta la decisione di collaborare con il Governo americano, il secondo invece vuole massima libertà d'azione. Non ci sono né Hulk né Thor, dimenticate Ultron e Loki. Al fianco di Stark entrano Vedova Nera (Scarlett Johansson), Visione (Paul Bettany), War Machine (Don Cheadle), il nuovo Spiderman (Tom Holland), Black Panther (Chadwick Boseman). Al fianco di Captain America ci sono invece Occhio di Falco (Jeremy Renner), Ant Man (Paul Rudd), Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), Falcon (Anthony Mackie), Agent 13 (Emily Vancamp) e Winter Soldier (Sebastian Stan). Ognuno degli alleati ha fatto questa scelta per vendicarsi di qualcuno o di qualcosa. Lascio allo spettatore il come e il cosa. Scorrendo la narrazione, piano piano tutti si rendono conto che tutto ciò è stato creato ad arte per dividere gli Avengers per creare le condizioni di maggior pericolo. C'è un nuovo villain: il Barone Zemo (Daniel Bruehl) che sta architettando qualcosa e che provocherà conseguenze importanti per entrambe le due squadre.
Anche lui deve aver preso lezioni di storia da Carlo Magno. L'imperatore del Sacro Romano Impero coniò il famoso “dividi e impera”. Ancora oggi è utile e perfettamente funzionante come allora.
TOP
L’equilibrio narrativo, il conflitto emotivo al centro della storia, l'entrata in scena di Spiderman e Black Panther.
FLOP
La serialità e la dilatazione temporale, la durata eccessiva del film, la prevedibilità di certe sequenze (compreso il finale), l'accozzaglia di troppi personaggi.