Sabato, 04 Febbraio 2017 00:00

In Italia meglio essere ricercati o ricercatori?

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In Italia meglio essere ricercati o ricercatori?

SMETTO QUANDO VOGLIO 2 - MASTERCLASS ****
(Italia 2017)
Regia: Sidney SIBILIA
Sceneggiatura: Francesca MANIERI, Luigi DI CAPUA e Sidney SIBILIA
Fotografia: Vladan RADOVIC
Cast: Edoardo LEO, Luigi LO CASCIO, Greta SCARANO, Paolo CALABRESI, Pietro SERMONTI, Stefano FRESI, Libero DE RIENZO, Neri MARCORE', Giampaolo MORELLI, Valerio APREA, Valeria SOLARINO
Durata: 1h e 58 minuti
Distribuzione: 01 Distribution
Uscita: 2 Febbraio 2017

2014. Il giovane Sidney Sibilia (classe 1981) debuttava al cinema dopo aver vinto diversi premi con il corto "Oggi si gira così". Il film in questione si chiamava "Smetto quando voglio". Ottenne un successo clamoroso soprattutto nel pubblico giovanile. Bisogna dirlo forte e duro: Sibilia è un'anomalia necessaria per il cinema italiano. La sua idea è quella di coniugare l'antica ricetta della commedia all'italiana (stile "soliti ignoti"), mescolata a temi sociali, con azione alla "Ocean's Eleven" e storia in stile "Breaking Bad". Tutto ciò sbalordì critica e pubblico. La sceneggiatura era solida e appassionante, ancorata alla realtà (la disoccupazione giovanile, la fuga dei cervelli) e il cast era decisamente ben assortito. Roba da matti in un Paese cinematograficamente pigro e piuttosto fermo. Insieme a "Lo chiamavano Jeeg Robot" di Gabriele Mainetti (che omaggia in una scena magistrale), era finalmente una ventata di novità.

Ripartendo da qui, Fandango e Rai Cinema hanno deciso di serializzare, investendo su due sequel: il primo è questo, il secondo (girato in contemporanea per risparmiare denaro e tempo) uscirà probabilmente nel 2018 e si chiamerà "Smetto quando voglio 3 - Ad Honorem". Veniamo subito al nocciolo della questione. Il secondo capitolo è ben fatto, è meno originale del primo, ma è molto coinvolgente e ricco prendendo spunto dal cinema americano. Tra i registi italiani odierni, Sibilia ha l'esuberanza in stile John Landis, passando per l'azione e il sense of humour di saghe indimenticabili come Ghostbusters, Indiana Jones e Ritorno al futuro. C'era la possibilità che i nuovi innesti portassero solo baccano e confusione (soprattutto a livello di scrittura), invece Sibilia riesce nell'impresa di trovare il giusto equilibrio tra coerenza artistica e commercialità. Una cosa che capita solo ai grandi registi.

Nel primo film, un gruppo di brillanti ricercatori universitari tentavano di uscire dalla precarietà (esistenziale e lavorativa) dei tempi di crisi, producendo e spacciando delle droghe definibili come "smart drugs". E' meglio essere ricercati che ... ricercatori. Almeno in Italia, questa è una tragica realtà. Le cose inizialmente prendono una buona piega. La banda riesce a fare soldi, riuscendo a ritrovare almeno la dignità. Il problema è che gli affari poi prendono una brutta strada e la banda finisce in galera. "Smetto quando voglio masterclass", come a suo tempo fece "Ritorno al futuro parte 2" di Robert Zemeckis, riparte dal finale del primo episodio. Ed ecco che viene ripercorso con le stesse inquadrature viste però con angolazioni diverse.
Un giorno la poliziotta Paola Coletti (Greta Scarano di "Suburra") propone a Pietro Zinni (Edoardo Leo) uno sconto di pena per tutta la banda (con annessa ripulitura della fedina penale) a patto che aiutino la polizia ad arginare i loschi business delle "smart drugs". "La vita ci sta dando un'altra possibilità: rimettiamo su la banda!". Così si ricompone lo squadrone: oltre al già citato neurobiologo Pietro (Edoardo Leo), riecco il chimico (Stefano Fresi), gli esperti di semiotica interpretativa e epigrafia latina (Lorenzo Lavia e Valerio Aprea), l'archeologo (Paolo Calabresi), l'esperto di macroeconomia (Libero De Rienzo), l'antropologo (Pietro Sermonti) e l'avvocato in diritto canonico (Rosario Lisma). Per completare la "Suicide Squad denoattri" vengono richiamati dei "cervelli in fuga" per raggiungere l'obbiettivo. Questi nuovi personaggi serviranno a stanare i creatori delle nuove droghe prodotte con molecole non ancora illegali. Ecco l'anatomista che si guadagna da vivere con incontri clandestini di thai boxe a Bangkok (Marco Bonini) e il laureato in ingegneria (Giampaolo Morelli) che si è trasferito in Nigeria a vendere armi ai signori della guerra. La banda criminale più colta che c'è sulla piazza si troverà ad affrontare imprevisti, nemici intransigenti. E non mancheranno incidenti, inseguimenti, spettacolari esplosioni e rocambolesche situazioni al limite dello "stupefacente".

Come già nel primo film, si ride parecchio, ma in maniera amara perchè, sotto la superficie, c'è l'attualità di un problema che affligge il nostro Paese da diversi anni. La banda dei ricercatori sono dei bonaccioni, stile Goonies: persone ordinarie in un contesto straordinario (per il cinema italiano). Oltre alla critica sociale (meno decisa del primo episodio), c'è tanta azione e spettacolarità, grazie anche a un budget di circa 9 milioni di euro (per il cinema del Belpaese è un investimento importante). Ecco allora splendidi assalti ai treni, inseguimenti urbani, cimeli del Terzo Reich, combattimenti a mani nude e l'inevitabile "accordicchio" tra Stato e malavita.

A livello tecnico vengono ripresi i punti di forza del primo capitolo: fotografia notturna, filtri aggressivi, parecchie riprese "libere", musica a tutto volume, montaggio serrato, ironia politicamente scorretta e ... Un po' di droga con effetto "Trainspotting". Ma ancora una volta è l'amalgama dell'ottimo cast di attori a creare le premesse ideali per un terzo episodio della saga all'insegna della qualità. Oltre agli ottimi interpreti del primo film, si confermano sui loro livelli Greta Scarano (Suburra e Senza nessuna pietà) e Luigi Lo Cascio, in un ruolo per lui inconsueto. In attesa dell'ultimo atto (probabile uscita nel 2018), possiamo dire che questo secondo capitolo non è un capolavoro, ma è un ottimo prodotto che intrattiene e che lascia qualche riflessione allo spettatore. Considerando che è un film italiano del 2017, "Smetto quando voglio" è quel qualcosa di genuino di cui il nostro cinema ha profondamente bisogno. Averne di roba di questa qualità. Con la speranza che il terzo capitolo abbia la stessa follia.

FRASE CULT: "Non possiamo sgarrare: niente più mignotte, niente più macchine sportive, ma soprattutto... niente droga!"
TOP
- Regia, sceneggiatura e fotografia al servizio della storia
- Un cast ben amalgamato, esaltato da una sceneggiatura ben scritta
- Lo sforzo produttivo molto importante per i livelli del cinema italiano
- Gli omaggi al cinema italiano (i soliti ignoti) e alle grandi saghe (Indiana Jones, Ritorno al Futuro)
- Tanta ironia e grandi scene d'azione
FLOP
- In questo secondo episodio c'è meno "scavo" sull'attualità sociale e meno originalità

Ultima modifica il Venerdì, 03 Febbraio 2017 22:31
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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