2013. Usciva nelle sale di tutto il mondo il film messicano "No se aceptan devoluciones (Instructions Not Included)". Se non lo avete mai sentito nominare, sappiate che anch'io all'epoca lo avevo perso. Era uscito a fine giugno e i cinema italiani in estate lasciano il tempo che trovano. Non era un film particolarmente originale visti i temi trattati, ma aveva ben mescolato la commedia a toni per famiglia. I furbacchioni dei francesi, reduci dal successo travolgente di "Quasi amici" (2011), hanno fatto il remake affidando la parte principale a Omar Sy. Ovvero il volto rassicurante e divertente del cinema transalpino. Questa volta interpreta Samuel, eterno adolescente e imprudente delle conseguenze delle sue azioni. È incredibile, ma i francesi pare che in questa parte abbiano usato come modello "Sole a catinelle" di Checco Zalone. Stesse identiche inquadrature. Samuel sembra un "bimbominchia" ormai cresciuto che fa baldoria, che ha sempre caterve di donne attorno. Il divertimento per lui è indispensabile. Vive e lavora nel sud della Francia (in Costa Azzurra) come pilota di uno yacht presso una struttura turistica. Le commedie francesi, a differenza di quelle italiane recenti, però lo fanno per un motivo. Infatti ciò evoca lo spettro di una sorpresa che, come una bomba a orologeria, sconvolgerà la vita di Samuel.
Un giorno Kristin (Clemence Poesy), una sua ex fiamma, gli appioppa una bambina di nome Gloria (l'esordiente Gloria Colston). Ovviamente è la figlia di Samuel. Kristin sale velocemente su un taxi e se ne va. Arrivederci e grazie. Per Samuel è un segnale: le responsabilità, che ha sempre lasciato da parte, tornano a bussare alla sua porta e gli chiedono il conto. Così inizia l'uomo va a cercarla a Londra con Gloria a rimorchio, convinto di sistemare velocemente la vicenda. Perde il lavoro. Fortunatamente nella capitale inglese, pur perdendo di vista Kristin, conosce casualmente Bernie (Antoine Bertrand), un produttore televisivo gay. Sarà proprio lui a offrirgli un lavoro come stunt-man. Non è un caso che faccia questo: spesso questa figura è un esibizionista che deve simulare situazioni pericolose per conto di altri. Una cosa che (inconsapevolmente?) Samuel sapeva fare fin troppo bene. Ed ecco che la sua vita, i suoi orari, i suoi stili di vita saranno diversi. L'uomo si dovrà ingegnare per aggiustare l'esistenza della figlia e per rendere vivibile la sua. Nel frattempo Gloria cresce e dopo 8 anni sono ancora insieme. Lui nota i suoi cambiamenti, la sua evoluzione e diventano come compagni di gioco. Diventa una sorta di padre modello sfidando convenzioni e le sue più alte resistenze. Ma ci sarà un'altra "sorpresa" che busserà alla porta.
Il film cambia completamente di tono divenendo ben presto cucito su misura per uno scatenato Omar Sy che da "quasi amico" si trasforma in un "quasi padre". L'attore senegalese è una garanzia per questo film, sia nei toni drammatici e soprattutto nei tempi comici. Quando tutto sembra filare liscio, la madre Kristin torna, decisa a riprendersi la bambina. Riuscirà Samuel a rimettersi in gioco e a risolvere la delicata situazione?
"Famiglia all'improvviso" è un film interessante, ben fatto e narrato, ma che purtroppo è vittima della (fin troppo facile) retorica mucciniana stile "ricerca della felicità". Da una parte è la sceneggiatura a cercare questo per far abboccare all'amo il pubblico, confezione famiglia ovviamente. Poi c'è il riflesso del fenomeno "Quasi Amici" da cui la commedia francese non riesce a staccarsi. La scrittura è piuttosto buonista e ha il desiderio (piuttosto marcato e forzato) di voler mettere d'accordo tutti, per non creare minoranze. La storia (non particolarmente nuova e originale) non poteva essere raccontata in maniera diversa, ma questi padri tutti irresponsabili che poi diventano eccellenti, rischiano di essere un enorme cliché cinematografico. Anche perché esserlo non è così semplice come i film spesso fanno apparire. Fortunatamente la figura di Kristin bilancia quest'aspetto mostrando anche le contraddizioni della madre, i problemi dello stress post parto e soprattutto l'infelicità della donna. Spesso nei film la figura materna solitamente viene descritta come la persona presente nella coppia. Finalmente uno dei cliché viene frantumato. Ci può essere l'uomo immaturo, la donna immatura, ma anche entrambi possono esserlo e crescere insieme. "Non esistono madri e padri perfetti. Ognuno fa quel che può". Per essere genitori, le istruzioni non bastano. In questo senso l'unico regista capace di descrivere la cosa in maniera perfetta, è stato Terrence Malick nella parte finale di "The tree of life". Ricordate Sean Penn ormai adulto che dice " Padre. Madre. Voi due siete in lotta dentro di me. E lo sarete sempre" ?
D'accordo il protagonista è Samuel, ma la scelta di usare la figlia Gloria come motore e forza centripeta del film si accosta molto a questa teoria. Tuttavia il rischio retorica riaffiora poi con la scelta dell'attore Omar Sy. Diciamo subito che lui è perfetto, ma il ricordo di "Quasi Amici" è ancora troppo fresco. La performance di Sy è sui livelli dell'altra. Eppure i temi delle due storie sono profondamente diversi e simili allo stesso tempo: in fondo il rapporto padre/figlia viene "ridotto" ad essere un difficile rapporto di amicizia, come quello tra i diversissimi Philippe e Driss in "Quasi amici". Alla fine la sensazione è che aveva ragione Woody Allen, quando in "Basta che funzioni" diceva che "per fare figli non serve la patente, non devi provare niente. Serve la licenza per pescare, la licenza per fare il barbiere, la licenza per vendere hot dog e uno legge di quei poveri bambini picchiati e affamati e si domanda perché ai quei poveri genitori è stato permesso di mettermi al mondo?"
LA FRASE: "Chi ha paura di qualcosa, dà a questa paura un potere immenso sulla propria vita"
TOP
- La presenza di Omar Sy garantisce al film temi comici perfetti
- Si può rimembrare l'effetto commozione da "quasi amici". Questo può essere un bene, ma anche un male
- Il rapporto tra Gloria e Samuel è il motore del film
- La commistione dei due diversi toni è abbastanza riuscita
- La madre vista anche lei come immatura per alcune scelte, rappresenta un tentativo di abbattimento di un clichè
FLOP
- La sceneggiatura, pur cercando di uscire dai clichè, a tratti finisce nella retorica mucciniana (stile ricerca della felicità)
- La commedia francese non riesce a uscire dall'effetto "quasi amici". Anche questo film tende ad assomigliargli troppo
- Il doppiaggio italiano
- L'essere padre è descritto in maniera troppo accattivante per essere vero. Padri irresponsabili che diventano padri veri è frutto di un enorme clichè tipicamente cinematografico.