Martedì, 06 Ottobre 2015 00:00

Penny Dreadful - Una inquietante lega per la prima stagione

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Il futuro appartiene ai forti, alle razze immortali.

In un'epoca vittoriana dove la morte è archetipo di bellezza, il paradigma della vita appare necessariamente collocarsi oltre la vita, o prima di essa.

Non sono solo la filosofia e la religione ad interrogarsi sull'essere. La letteratura gotica si inserisce in un livello di fascino popolare per l'oscurità mai svanito. I penny dreadful sono stati in qualche modo precursori di una significativa parte della pubblicistica a fumetti. Racconti brevi, fruibili dalle classi sociali non colte, di grande efficacia perché capaci di innestarsi in un immaginario diffuso, contribuendo alla sua evoluzione.

La Lega degli uomini straordinari è un noto fumetto di qualità, firmato da Alan Moore e Kevin O'Neill, purtroppo conosciuto anche per l'infelice trasposizione cinematografica La Leggenda degli uomini straordinari (ultima pellicola per Sean Connery, prima del suo ritiro dalle scene).

I supereroi sono spesso personaggi che attingono i loro poteri da mutazioni genetiche o scoperte scientifiche. Non è quindi strano che si sia pensato ai personaggi dell'orrore come a dei precursori dei paladini dei fumetti.

La serie televisiva commissionata da Showtime riunisce nelle otto puntate della prima stagione personaggi del calibro di Van Helsing, Victor Frankenstein, Dorian Gray, accompagnati in un universo dove nuovi caratteri si sviluppano al fianco di noti archetipi letterari e cinematografici.

Al centro di tutto c'è una promiscuità ostentata, cresciuta nelle ombre di un clima tetro e teso, in cui ognuno perde la propria innocenza, scoprendo la promessa di uno splendore mai realizzato che rende le esistenze vuote di senso.

L'uomo in grado di rompere l'illusione su cui si fonda la decadente società borghese è colui che è in grado di ascoltare i sussurri più oscuri? La privazione di dolore è data dalla riuncia alla vita, dall'abbraccio dell'oscurità?

Su questo registro si sviluppa una narrazione talvolta ripetitiva ma ben sviluppata, attraverso un cast in costume di grande richiamo. L'ossessiva ostentazione di Eva Green tende ad oscurare il valore delle altre buone prove recitative, nonostante il fascino brittanico di Timothy Dalton o la malinconia del volto di Josh Hartnett.

John Logan, fortunato sceneggiatore del Gladiatore e degli ultimi 007 (Skyfall, Spectre), decide di mettere in scena un dramma dove il contesto storico rimane pura cornice, mentre si allungano le ombre delle menzogne umane, oltre agli intrighi dell'oscurità. Più dell'orrore si cerca l'inquietudine. Tutti siamo in debito gli uni con gli altri, ognuno di noi ha le sue colpe da cui difficilmente emergono le proprie qualità.

L'universo di Penny Dreadful della prima stagione non si rinchiude in alcun universo narrativo, mitologico o religioso. L'unico vero punto di riferimento è il gradimento del pubblico.

La regia si muove in plumbei scenari, dove il sangue scorre senza balzare verso lo schermo. Nei passaggi in cui prevale la moda dell'ostentazione di sesso e violenza si perde l'altrimenti caratteristica eleganza, ma nel complesso le puntate garantiscono un ottimo livello di intrattenimento.

Tra suggestive poesie e l'immancabile Shakespeare la lega degli uomini inquietanti lotta in primo luogo contro se stessa, lasciando ai margini l'oscuro avversario. Affascinante seppur non troppo coinvolgente, la prima stagione merita grande interesse e riempie piacevolmente le sue 7 ore e mezzo (facendo riferimento alla versione integrale, priva dei tagli applicati anche dalla Rai). Due puntate per regista, nessuna che emerga in modo particolare, a dimostrare il peso di Logan nello sviluppo del progetto, il cui unico difetto è forse quello di mancare momenti di reale coralità all'interno di una storia appesantita da ingombranti analessi.

Un granguignolesco pastiche, dalle furbe intenzioni, di sana e robusta produzione.

Ultima modifica il Martedì, 06 Ottobre 2015 09:25
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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