Mercoledì, 30 Maggio 2018 00:00

Un'opinione politica sulla crisi istituzionale

Torrenti, fiumi di parole stanno scorrendo a proposito di quella che da molti è considerata la peggiore crisi istituzionale di questo paese degli ultimi decenni. Il Presidente della Repubblica Mattarella si è rifiutato di nominare un governo Conte che, sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega Nord, vedesse al Ministero dell’Economia Paolo Savona. Ed io invece mi trovo in seria difficoltà a commentare. Difficoltà perché se penso al baratro che ci si è aperto davanti, sinceramente non vedo un via d’uscita che ci evita il passaggio per la catastrofe.

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Martedì, 29 Maggio 2018 00:00

Rapporto Istat 2018: la fotografia del Paese

Rapporto Istat 2018: la fotografia del Paese

Il rapporto Istat è da sempre un'ottima fotografia del Paese reale che sotto la crisi economica sta tirando sempre più la cinghia e arranca tutti i giorni. Andare più in profondità degli andamenti altalenanti delle preferenze politiche ci consente di capire in che direzione andranno le richieste della popolazione che si troverà di fronte a bisogni sempre più impellenti da soddisfare.

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La metà del personale delle università nipponiche è costituito da lavoratori a tempo parziale e precari. Il dato emerge da una ricerca realizzata dal quotidiano Asahi Shimbun su 751 atenei nel 2017 (659 le università che hanno risposto al questionario). Stando ai numeri i lavoratori a tempo pieno ammontano a 169.458 mentre i part time sono 169.164 (cioè quasi lo stesso numero). Anche tra quanti lavorano a tempo pieno appena il 26,2% (44.401 lavoratori) hanno un contratto a tempo indeterminato.

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C’è un concetto fortemente distorto dell’operaismo che viene riproposto da alcuni degli intellettuali sopravvissuti ai Quaderni Rossi, i quali snaturano quel progetto nella sua essenza anticapitalistica. In particolare Toni Negri e i postoperaisti sono convinti che la classe operaia, ormai dispersa nella “società liquida” e divenuta Moltitudine, abbia una sola chance per abbattere il capitale cioè rinunciare al lavoro e presentarsi unicamente come massa di consumatori.

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Non soltanto Corea del Nord nella politica estera del Sol Levante: la settimana appena trascorsa ha infatti visto un lungo tour di Abe nel Medio Oriente. Prima tappa, il 30 aprile, gli Emirati Arabi Uniti dove Abe ha avuto colloqui con l'omologo Mohamed bin Zayed. Lo stesso giorno l'ADNOC, la compagnia statale che gestisce le concessioni dei pozzi petroliferi ha sottoscritto con JODCO, società creata dalla nipponica INPEX, l'accordo per lo sfruttamento del giacimento di Lower Zakum. La società nipponica, rappresentata dal presidente Toshiaki Kitamura, in febbraio aveva ottenuto l'estensione per altri 25 anni delle concessioni di Satah e Umm Al Dalkh. In quest'ultimo giacimento la sua quota di partecipazione è passata dal 12 al 40%.

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Settimana iniziata con il G7 dei ministri degli Esteri in Canada. Presente per il Giappone Taro Kono il quale ha tenuto colloqui con l'omologo francese Jean Yves Le Drian e con l'inglese Boris Johnson. Tra i temi centrali del summit, partito il giorno dopo l'annuncio di Pyongyang circa lo stop ai test nucleari e missilistici, ovviamente la vicenda nordcoreana che era già stata al centro del vertice ministeriale dei titolari delle Finanze della scorsa settimana (in quella occasione vi fu una nota congiunta per reclamare l'isolamento finanziario della RPDC).

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Giornalismo di analisi, ergo terrorismo neoliberista 

Davvero impressionante l’articolo di prima pagina “L’analisi – Il confine dello 0,9%” su la Repubblica di pochi giorni fa a firma di Claudio Tito. Riassumo: il fatto che Lega e Movimento 5 Stelle si rifacciano pubblicamente alla possibilità di portare il deficit italiano al 3% (la Lega a ciò aggiunge che, se ritenuto necessario, si potrebbe anche andare oltre), allo scopo di realizzare determinati obiettivi di tipo economico e sociale automaticamente renderebbe queste forze politiche “irresponsabili”.

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Pillole dal Giappone #226 - Nella terza economia del mondo ci sono bambini senza scarpe

Il 52% dei minori di famiglie a basso reddito non ha abiti e scarpe a sufficienza. A renderlo noto una ricerca dell'associazione USNOVA che si occupa di contrasto alla povertà.

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Privato è peggio? Esternalizzazioni e crisi in Gran Bretagna.

Il fenomeno dell'esternalizzazione dei servizi è talmente diffuso ai quattro angoli del mondo Occidentale da non aver bisogno di troppe presentazioni.

Amministrazioni pubbliche, dalle scuole ai comuni, dalle biblioteche alle università, dalle caserme ai Ministeri, privatizzano parte delle loro funzioni appaltandole ad aziende esterne, che a loro volta spesso e volentieri subappaltano il contatto vinto ad altri soggetti terzi.

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L'Italia può farcela. Equità, flessibilità e democrazia. Strategie per vivere la globalizzazione di Alberto Bagnai, edizioni Il saggiatore

Nel mirino del fuoco di Bagnai finisce tutta la politica europeista dell’ultimo quarto di secolo e anche più. La demolizione dell’attuale situazione socio-politica viene portata sufficientemente a fondo e spinta al punto di rottura. Quello di Bagnai è un vero e proprio attacco al blocco sociale che continua a sostenere l’immobilismo politico. La cosa più curiosa è che tale colpo venga inferto da un economista keynesiano, eterodosso e anti-euro, inquadrato come capofila di un fronte sovranista e nazionalista foriero di venti reazionari. Sembra scontato dire che una politica deflazionistica stia alla base di ulteriore disoccupazione, meno scontato è individuare il perché questa politica abbia ricevuto un convinto consenso da parte di larghe fette della popolazione. Eppure se si pensa all’innalzamento dell’età media in Italia si capisce che una larga fetta dei pensionati legati alle organizzazioni sindacali, di categoria e di partito hanno respinto le politiche inflazionistiche per garantire se stessi e i propri crediti. Purtroppo la difesa del potere d’acquisto delle pensioni con politiche deflazionistiche è un vicolo cieco, minando l’occupazione che regge la base di ogni sistema previdenziale.

Pubblicato in Società

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